Home Cronaca Mentana, il racconto dei sopravvissuti all’incendio di via Giolitti. Sabato pranzo di solidarietà

Mentana, il racconto dei sopravvissuti all’incendio di via Giolitti. Sabato pranzo di solidarietà

Mentana, il racconto dei sopravvissuti all’incendio di via Giolitti. Sabato pranzo di solidarietà

Palazzina bruciata

di Vincenzo Perrone

“Eravamo nel nostro negozio a lavorare quando, intorno alle 12, abbiamo ricevuto una telefonata e mia moglie è corsa a casa perché si vedeva del fumo dall’appartamento della nostra vicina”. Comincia così il racconto di Gianni Turi, 53enne, storico fotografo, residente al secondo piano dello stabile di via Giolitti 10 a Mentana. Una palazzina di 16 appartamenti che venerdì scorso si è trasformata in un inferno di fuoco, le fiamme divampate dalla casa di una 57enne trovata morta, hanno semidistrutto il comprensorio rendendo inagibili diverse abitazioni.

“Mia moglie è arrivata vicino casa – continua il fotografo – ha parcheggiato la macchina e fortunatamente non l’ha fatto nel nostro solito posto auto ma all’esterno del palazzo; poi è entrata, ha guardato gli scalini con l’intento di salire a casa ma, poi, è uscita fuori e ha assistito in diretta all’esplosione”. Un comportamento che le ha salvato la vita perché se fosse andata a casa per lei non ci sarebbe stato scampo. La coppia ha due figli di 28 e 23 anni che vivono a Bruxelles. “Il nostro appartamento al suo interno è completamente distrutto – spiega amareggiato Turi – ci sono i ricordi di una vita che non riavremo più. Ad esempio c’erano le foto che mio padre, anche lui fotografo, aveva scattato a Capri”.

letiziaUn’altra persona che non potrà tornare nel breve periodo nella sua casa è Letizia Di Cola, 48 anni che fa l’estetista a Roma e abita al terzo piano. “Mio figlio di 13 anni non doveva andare a scuola quel giorno – spiega la donna – ma, poi, l’ho mandato e per fortuna non era in casa così come l’altro mio figlio di 18 anni”. Ingenti sono stati anche i danni per l’estetista che aveva recentemente ristrutturato il suo appartamento. “La mia casa è inagibile – continua – sono scoppiati i vetri e si è rotto il solaio. Quando perdi la tua casa perdi tutto anche le cose più banali, la sera quando sono andata a dormire non avevo il mio elastico per i capelli, per non parlare ovviamente dei vestiti. Ho pensato, tuttavia, che la cosa più grande è che siamo tutti vivi”.

Le cause dell’incendio. Attualmente c’è un’inchiesta della magistratura che dovrà chiarire tutti gli aspetti della vicenda. Dai primi accertamenti degli investigatori è emerso che la donna che viveva nell’appartamento da cui è scoppiato l’incendio soffrisse di disturbi psichici. La 57enne, il cui corpo è stato ritrovato carbonizzato in casa, sembrerebbe fosse in cura da diverso tempo al Cim di Monterotondo. Già in passato i vicini avevano mostrato preoccupazione per le sue condizioni di salute, di fronte a episodi che avevano causato apprensione.

Tenda protezione civileLa solidarietà. In un momento difficile come questo la risposta della cittadinanza è stata molto importante con diverse donazioni arrivate alle famiglie sfollate. Anche l’amministrazione comunale ha fatto la sua parte adoperandosi per trovare un alloggio, infatti, diverse famiglie sono state ospitate all’interno dell’albergo dei Leoni a Monterotondo. Sabato, intanto, la protezione civile ha organizzato una raccolta fondi presso il negozio Toyser che dista poche centinaia di metri dalla palazzina e un pranzo solidale. Il pranzo si terrà nella tenda che la stessa protezione civile ha allestito nel parco di fronte alle abitazioni.

Carlo SacchinelliIl futuro degli sfollati. “Abbiamo attivato l’unità di crisi e la macchina dei soccorsi – spiega Carlo Sacchinelli, responsabile locale della protezione civile – con il supporto del sindaco Marco Benedetti. Al momento il palazzo è sotto sequestro, quando sarà possibile accedervi bisognerà mettere, comunque, tutto in sicurezza puntellando le zone più pericolose di cui si occuperà l’ingegnere Walter Barbino. Un altro passaggio importante, inoltre, è la bonifica di tutto ciò che è presente all’interno delle case, smaltendo correttamente ciò che non si può più recuperare”. Una volta, comunque, che verranno effettuate tutte le verifiche gli abitanti delle case agibili potranno ritornare. “Dalle informazioni in mio possesso – continua Sacchinelli – l’amministrazione comunale sta studiando una soluzione per i soggetti che avranno la casa inagibile, i quali potrebbero essere ospitati in altri appartamenti che il comune sta cercando di individuare”.

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