Home città Guidonia Guidonia, Lomuscio lancia “il patto sociale per lo sviluppo”. Il viceministro Bellanova: “Con voi diamo voce a chi non la ha”

Guidonia, Lomuscio lancia “il patto sociale per lo sviluppo”. Il viceministro Bellanova: “Con voi diamo voce a chi non la ha”

Guidonia, Lomuscio lancia “il patto sociale per lo sviluppo”. Il viceministro Bellanova: “Con voi diamo voce a chi non la ha”

Infiamma la sala il viceministro allo sviluppo economico, “la politica deve farsi carico di chi non ha voce, non dei potenti”, scandisce tra gli applausi Teresa Bellanova, a vent’anni bracciante e sindacalista in Puglia, oggi uno dei volti del Pd nazionale. L’altro pomeriggio nella sala del The Space nell’evento elettorale organizzato dai candidati del Pd Mario Lomuscio e Rossella Nuzzo, di fronte a circa 150 persone, i relatori affrontano il tema del convegno: sviluppo sostenibile, competitività e qualità della vita a Guidonia Montecelio.

Seduta in centro Bellanova, in un tavolo che va dal candidato sindaco Emanuele Di Silvio a Fillippo Lippiello, presidente del centro per la valorizzazione del travertino romano, e vede presenti oltre ai due giovani padroni di casa Lomuscio e Nuzzo, Luigi Cocumazzo segretario Camera del lavoro Roma Est, l’assessore regionale Guido Fabiani, e a darsi il cambio il senatore Bruno Astorre e il deputato Andrea Ferro. Il viceministro ascolta attenta, sempre, prendendo appunti. Diciotto le proposte di Lomuscio e Nuzzo su crescita e lavoro, c’è il centro di ricerca aerospaziale internazionale all’aeroporto, quello per la lavorazione delle pietre ornamentali e dei marmi, la città dei commerci al Car fino alla valorizzazione delle start-up. “Quello che vogliamo – dice Lomuscio – è un patto sociale per lo sviluppo che dia l’opportunità di investire. La squadra di Emanuele è sì giovane, ma competente e professionale. Insieme lavoriamo per lo sviluppo di Guidonia. I commissari hanno ereditato dal centrodestra 40 milioni di debiti e ci si è incamminati verso il Piano di riequilibrio con accise al massimo e servizi tagliati. A Guidonia era stato chiuso il centro antiviolenza, oggi non c’è più scuolabus, a rischio è l’assistenza alle fasce deboli. Noi dobbiamo ripartire da questi servizi perché Guidonia non sia la città degli scandali ma delle opportunità”.

Saluta prima di lasciare la sala, Astorre, “è la prima volta che vedo un programma elettorale senza urbanistica ma tutto sui servizi” e strappa l’applauso, è la volta del segretario della Cgil Cocumazzo: “I punti della Cgil sono in larga parte nel vostro programma. Guidonia ha bisogno di legalità, sul lavoro serve incentivare le aziende che lavorano il travertino in loco e le aziende serie che innovano”. Prende la parola Lippiello del Cvtr: “La politica parla di crisi e malcontento, invece bisogna pensare a cambiare con un progetto serio che non sia uno slogan. La politica deve avere una visione, il comune di Guidonia ha le risorse per dare un cambio di volta di qualità, le parti sociali sono quelle che hanno fatto più proposte, e condivise, fermate poi da una politica che contrappone la burocrazia e lo scontro politico. Oggi non è più accettabile: deve esserci un sistema Paese che si mette a disposizione del popolo”. Lippiello bacchetta la Regione, “abbiamo un Por 2014-2020 e i bandi stanno uscendo solo ora, siamo in ritardo. Alle aziende non interessano i finanziamenti a pioggia, serve progettualità e normativa chiara che consenta investimenti propri e non pubblici, ma dateci orizzonti, ce li avete tolti. C’è una burocrazia folle, che nasceva come più grande espressione di democrazia affinché non ci fosse l’uno a decidere ed è invece diventata quello. Non ce l’abbiamo più la passione per il lavoro e per la politica e va ritrovata attraverso un nuovo intento. Le forze sociali devono fare proposte e la politica le deve realizzare”. Viene interrotto da un sindacalista dalla platea che lo sostiene e gli fa scattare un lungo applauso.

“Siamo di fronte a un bell’esempio di classe dirigente giovane che si sta formando”, inizia l’assessore regionale Fabiani, “nello sviluppo economico siamo di fronte all’introduzione di nuove tecnologie di produzione mai viste, cambiano forme e tempi di lavoro. Stanno emergendo punti di eccellenza ma anche grandi distanze, il nuovo modello di produzione aumenta le diseguaglianze tra classi sociali e territori”, quindi gli interventi della Regione e poi “siamo al vostro fianco”. Di Silvio si alza in piedi, il candidato sindaco va giù duro sull’eredità del centrodestra tra scandali e debiti, “ci costituiremo parte civile nei processi” e snocciola progetti. Arriva Ferro, “c’è bisogno di un ritorno alla politica, con i limiti che abbiamo siamo l’unica forza che può dare un futuro alla città, nel centrodestra c’è stato il fallimento straordinario di una classe di governo, chiederemo un incontro al ministro Minniti per sollecitare i 20 milioni di finanziamento per Guidonia. La proliferazione delle liste civiche mosse dal fallimento delle pregresse esperienze politiche è il segno della crisi alla quale noi rispondiamo con il rinnovamento e un governo di alto profilo”.

“Il voto è sempre importante, ma a Guidonia Montecelio ancora di più: avete il diritto di portare questa città nelle regole democratiche. Avete il dovere di ripristinare la democrazia”. Esordisce così il viceministro Bellanova, anche lei si alza microfono in mano: “Noi non siamo giudici, ma siamo persone che sanno distinguere chi si candida per il bene comune e chi per gestire appalti e stare dietro a cordate di potere. Il patto sociale per lo sviluppo mi ha colpita molto – spiega guardando Lomuscio – perché quando si chiede il voto dei cittadini si contrae un patto. Viviamo in una società in cui chi amministra non deve avere paura della parola povertà, va conosciuta, interpretata”. Interrotta continuamente per gli applausi, il sipario cala intorno alle otto di sera per i classici capannelli fuori old style. geape.

cerroni

ammaturo

disilvio

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