Home città Guidonia Bufera primarie, in undici si dimettono dalla direzione: “Il Pd viola le regole a danno dei cittadini”

Bufera primarie, in undici si dimettono dalla direzione: “Il Pd viola le regole a danno dei cittadini”

Bufera primarie, in undici si dimettono dalla direzione: “Il Pd viola le regole a danno dei cittadini”

In undici si dimettono dalla direzione comunale del partito democratico di Guidonia Montecelio. Piena bufera sul Pd alla vigilia delle primarie di domani contestate in ogni modo dai dirigenti che ora prendono la porta e vanno via. Si tratta di Natalino Autili, Angelo Ciccotti, Rosanna Costantini, Maurizio De Vincenzi, Gianluca Giura, Alfonso Lauricella, Rosaria Morroi, Maria Concetta Ottaviani, Lorenzo Pavia e Alfredo Roberti, Orazio Di Leo. L’area vincenziana e devincenziana insomma che sostiene nelle competizione Simone Guglielmo, sceglie per la rottura più netta dopo fatti che – denuncia il gruppo – invaliderebbero completamente non solo la competizione di domani, ma la gestione dell’intera fase politica. Era stato chiesto dal gruppo di spostare le primarie al 29 aprile per concedere i giorni necessari alla preparazione come – sostengono – imporrebbero le regole.

“Nella giornata di giovedì, 20 aprile, la procura di Tivoli dopo due anni di indagini ha emesso dei provvedimenti cautelari nei riguardi di importanti esponenti del centrodestra, accusati di associazione a delinquere, corruzione e peculato. Come L’inchiesta ha dimostrato sino ad ora, l’azione portata avanti illegalmente da queste persone ha fortemente condizionato la vita democratica delle istituzioni e della economia locale. Il procuratore ha parlato di clima intimidatorio e omertoso che ha coinvolto pezzi importanti della città, portato avanti dal 2013. In questo quadro si inserisce il dibattito che riguarda il Pd locale e non solo. A venti giorni dalla presentazione delle liste siamo ancora senza un programma, una lista, un sindaco e completamente soli – spiegano – nonostante il consiglio comunale si sia sciolto da quasi un anno, nulla si è fatto per costruire una alternativa al sistema di potere, che solo grazie alla procura è stato smantellato. Nel frattempo molti iscritti e militanti hanno abbandonato il Pd uscendo dall’unione comunale o non rinnovando la tessera, nel silenzio totale”.

C’è una pesante responsabilità politica dei vertici, a cominciare da Lomuscio: “Scientificamente si è deciso di distruggere la più importante forza del centrosinistra, che nelle ultime amministrative è risultato il primo partito in città, per difendere un pacchetto di preferenze per le prossime elezioni politiche o depauperando un i tesserati al solo fine di controllare il partito stesso. Ricordiamo infatti che è pendente il ricorso avverso le modalità di svolgimento del tesseramento annuale. Abbiamo più volte chiesto al segretario locale di allargare L’alleanza e di costruire un programma alternativo, ma invano”.

La situazione è precipitata ieri sera quando “in modo repentino, oltre le ore 20, è stata convocata dal segretario cittadino la commissione delegata per seguire il regolare svolgimento delle primarie per le ore 21,30. In quella sede è stato deciso di svolgere le primarie domenica 23, cioè due giorni dopo, senza seguire nessuna procedura di trasparenza, di pubblicizzazione e di rappresentanza come previsto dal regolamento provinciale. Senza contare che la stessa campagna elettorale per le primarie, a norma di regolamento, avrebbe dovuto avere inizio solo dopo la chiusura delle candidature, avvenuta il 18 aprile. In una città dove l’illegalità è diventata prassi comune anche il Pd di Guidonia ritiene di potere violare regole, leggi a danno dei suoi iscritti e cittadini. Noi ci rifiutiamo di essere complici di un simile sistema. Né il segretario locale né quello provinciale si pongono il problema del bisogno di chiamare a raccolta un fronte largo per difendere le istituzioni e restituire dignità a un comune fra i più importanti della regione Lazio. Questa è la proposta che noi abbiamo avanzato ma che ci è stata respinta. In tali condizioni non vogliamo assumerci la responsabilità di una sconfitta annunciata e per questo ci dimettiamo dall’unione comunale, dopo che già altri sei componenti lo hanno fatto, e confidiamo che in un sussulto di dignità il segretario faccia altrettanto”. Una ferita pesantissima in un momento drammatico per la terza città del Lazio.

(nella foto in evidenza un selfie dalla riunione di ieri sera finita poi nel pieno scontro)

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