Home Politica Tivoli, quel pasticciaccio degli oneri di urbanizzazione. “L’assessore si dimetta”

Tivoli, quel pasticciaccio degli oneri di urbanizzazione. “L’assessore si dimetta”

Tivoli, quel pasticciaccio degli oneri di urbanizzazione. “L’assessore si dimetta”

Si riaccende la scena politica tiburtina, che dopo uno dei lunghi periodi di torpore a cui ha abituato riprende in mano carta, penna e coraggio. A fare da palcoscenico, come giusto che sia, è il consiglio comunale, in particolare quello di venerdì scorso, dove i nostri si sono riuniti per discutere della mozione, a firma del Partito democratico più La Città in Comune, con cui si sollevava il velo sul caso degli “oneri di urbanizzazione”. Il termine è decisamente meno esotico di quello che sembra, si tratta di un contributo che i cittadini (in questo caso di costruisce immobili), sborsano per coprire i costi della realizzazione di servizi per la città. A far gridare vendetta dentro e fuori dall’aula il blocco da parte del dirigente del settore Finanze degli impegni sui capitoli di spesa finanziati proprio con gli oneri di urbanizzazione, in particolare la manutenzione del verde, delle strade e del patrimonio comunale. Un bel problema vista la situazione non proprio rosea della viabilità cittadina, che ha fatto saltare sulla sedia più di una persona. A chiedere direttamente le dimissioni dell’attuale assessore all’Urbanistica, Nello Rondoni, è il gruppo di Alleanza per Tivoli guidato da Marino Capobianchi, che attraverso i manifesti social che usano ormai da un po’ di tempo a questa parte dichiarano il “fallimento della politica urbanistica dell’amministrazione”. “Dopo quasi 4 anni le colpe sono gravi e chiare, è il momento delle dimissioni – continuano -. Errori su errori, hanno sbagliato le previsioni degli oneri da incassare. Hanno sbagliato a coprire con gli oneri la spesa corrente invece che le urbanizzazioni. Hanno sbagliato a lasciare il settore urbanistico senza dirigente. Ora è ridicolo scaricare le responsabilità su altri”. Alla fine della fiera a passare nel parlamentino è stato un documento modificato a suon di emendamenti dalla maggioranza dove la responsabilità, nei fatti, viene addossata agli uffici comunali con cui l’amministrazione in carica non ha mai avuto buoni rapporti. alc

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