Tivoli, Natale senza luminarie? Il caro energia ipoteca anche gli addobbi

Il rischio c’è e non lo corre solo l’hinterland romano ma tutti i centri italiani che si ritroveranno tra capo e collo il peso del caro energia che sta colpendo le attività produttive del Paese. Parliamo della possibilità, concreta, che per esempio anche a Tivoli venga meno la tradizionale pioggia di luci e lucette che di solito riempie le strade centrali. Spesso frutto dell’impegno personale dei commercianti, che per rendere più appetibile la via dello shopping mettono mano al loro portafoglio e si attrezzano autonomamente, stavolta sono messe a rischio dalla situazione congiunturale, che non lascia nessuno dormire sonni tranquilli. Per il momento un piano B da parte del municipio cittadino non c’è e la questione deve ancora essere affrontata per capire come sostenere comunque le attività e allo stesso tempo dare ai cittadini un Natale vestito da Natale, scusate il gioco di parole, senza andare in bancarotta. In Italia le proposte in realtà non mancano e le grandi città stanno già elaborando strategie a basso impatto energetico per salvare capra e cavoli. Trento, ad esempio, ha optato per il photomapping per il Duomo che mixando contenuti multimediali e link ottiene comunque un buon risultato e addobbi a led, oltre ad aggiudicarsi un finanziamento provinciale che consentirà alle casse comunali di risparmiare il 50% dei costi. Gli occhi dei tiburtini saranno comunque tutti per l’Alberone, simbolo della comunità e mitologico luogo di incontro di più di una generazione di ragazzi. Lo scorso anno la scelta di lasciare praticamente la metà dell’albero senza luci non fu digerita molto bene dalla cittadinanza e quest’anno si rischia di non vederne neanche una. Basteranno i led?