di Alessandro Galastri
Un’intera gioventù vissuta di corsa, tra circuiti, gare, trofei e duro allenamento con le quattro ruote a fargli sempre compagnia. È la storia di Riccardo Cinti, neo campione italiano nella Rok Cup di go-kart, titolo già conquistato in precedenza per tre volte, nel 2012, 2014 e 2015. Quella di Adria della scorso 11 settembre è forse stata però la scommessa più dura da vincere per il trentenne pilota tiburtino, che veniva da una preparazione non ottimale, ma che grazie alla sua esperienza, al suo enorme talento e alla sua immensa classe, è riuscito a prevalere come sempre sugli altri avversari.
E lo ha fatto alla sua maniera, partendo col freno a mano tirato, e tirando fuori nel finale di gara tutta la sua voglia di vincere in un circuito che conosce a menadito, l’Adria Karting Raceway. Il trofeo quest’anno vedeva in lizza 220 piloti che si sono sfidati in maniera corretta e che hanno dato vita ad un vero e proprio spettacolo, confermandosi come uno dei principali eventi del panorama del karting italiano.
Ora per Riccardo arriva la sfida più difficile, ovvero trionfare anche nel campionato mondiale che si disputerà il prossimo 22 ottobre a Brescia, a Desenzano del Garda.
“Mi sto preparando duramente – le parole di Cinti – , ho già vinto 2 mondiali e punto al terzo, rappresenterebbe una soddisfazione enorme. Insieme al mio nuovo team, il KGT Racing Team, stiamo facendo un grande lavoro di messa a punto della macchina e devo ringraziare tutti i componenti dello staff che sono fondamentali per le mie vittorie in pista. La gara mondiale è ancora più difficile, perché bisognerà affrontare tante piccole manche di qualificazione per accedere in finale, senza tralasciare ovviamente il fatto che ci sono piloti di caratura internazionale. Sono però molto fiducioso e spero ancora una volta di arrivare al traguardo prima di tutti gli altri’’.
Poi una battuta su ciò che rappresenta il kart per Riccardo e la considerazione che si ha di questo sport a livello locale.
“I go-kart e i motori in generale mi hanno dato tanto, mi hanno fatto crescere e maturare come persona e come uomo prima che come sportivo. Corro da quando ho 6 anni e ho girato l’Italia e il mondo, sentendomi sempre un passo avanti a tutti. Questo sport ti regala emozioni uniche ed è un vero peccato che dalle nostre parti non sia così preso in considerazione. Al nord è diverso, esistono piste e competizioni ovunque, mentre qui da noi rimane sempre un’attività di nicchia e molto sottovalutata a livello sportivo”.
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