Home Cronaca Sistema Guidonia, riflettori sugli ex consiglieri indagati per corruzione: le conversazioni che scottano

Sistema Guidonia, riflettori sugli ex consiglieri indagati per corruzione: le conversazioni che scottano

Sistema Guidonia, riflettori sugli ex consiglieri indagati per corruzione: le conversazioni che scottano

di Gea Petrini

C’è un noto imprenditore dell’urbanistica che si sarebbe scritto un atto di suo pugno, a penna, affidandolo poi nelle mani del cerchio magico che con la solerzia del caso il giorno stesso avrebbe dato il via libera alla pubblicazione, rendendo efficaci non le volontà pubbliche ma quelle private. E’ ampia se non mastodontica l’inchiesta della procura di Tivoli sul sistema Guidonia dove tra appalti pilotati per gli amici, mazzette e summit nei ristoranti emerge la fitta rete di interessi che trovavano voce nei vertici della macchina politica e burocratica dell’amministrazione di centrodestra. Questa è la “mafia bianca” come fotografata dal gip Michele Cisterna nell’ordinanza cautelare: quindici sono stati arrestati tra politici, dirigenti, dipendenti e imprenditori, per sei di loro c’è l’associazione per delinquere. Ma le indagini sono ampie e coinvolgono i meccanismi che hanno regolato le scelte del Palazzo. Oltre alla schiera finita in carcere o ai domiciliari nell’ambito dell’operazione ragnatela della guardia di finanza del 20 aprile, sono sotto la lente della procura ci sono altri nomi della politica spuntati in questi giorni.

mazzaokLoculi e carte bollate. Indagati per corruzione, tra gli altri, Andrea Mazza, attuale coordinatore di Forza Italia, ex consigliere comunale insieme al padre Salvatore Mazza funzionario per anni a capo del camposanto. Sono tra i protagonisti di quella che è passata alle cronache come la guerra del cimitero in uno scontro a suon di carte bollate con il dirigente (ora a Rebibbia) Angelo De Paolis e Innocenzo Morasca quale titolare dell’azienda Comor che si è aggiudicata nel 2014 i lavori di ampliamento e la gestione del cimitero per venticinque anni. Il 13 giugno 2016 è un giorno da ricordare nel Comune di Guidonia, la sera infatti cade il governo degli scandali nel voto sul Bilancio, la mattina Angelo De Paolis dà il via libera all’entrata in gioco del privato e nelle stesse ore viene trasferito ad altro settore. Chiariamoci, montagne russe. Gli effetti non ci saranno, perché la vicenda complicata più di un rebus passa da commissioni interne di valutazione, relazioni, fino al 14 novembre quando la dirigente Paola Piseddu annulla in autotutela quella determina di giugno firmata da De Paolis, dando di fatto ragione sul piano formale alle questioni sollevate dal geometra Mazza. Il privato però intanto si era rivolto al Tar e con la sospensiva del tribunale ottiene di mettere piede nel camposanto. Questa è la storia recente, ma lo scontro senza esclusione di colpi matura come una mela che cade dall’albero in quelle frenetiche ore che hanno preceduto lo scioglimento del consiglio. Dal punto di vista amministrativo la contesa era intorno all’esecuzione del contratto firmato dal consorzio nel 2014. L’ex rup del cimitero, cioè Salvatore Mazza, elencava una serie di mancanze da parte del privato che sfociavano nel famoso articolo 27 del capitolato, che imponeva cioè il passaggio della gestione al privato solo dopo l’esecuzione dei lavori del primo lotto che non c’erano stati. Dall’altra parte si contestava tutto, a cominciare dai 500mila euro di lavori affidati da Mazza in via diretta a ditte terze. Dietro a questo conflitto però ci sarebbero pressioni di ogni tipo. Come quelle captate dalla guardia di finanza al tavolo del bar Lanciani il 10 giugno, tre giorni prima quindi del decreto di trasloco per De Paolis, della determina e dello scioglimento. I finanzieri ipotizzano che lo spostamento dell’architetto fosse dovuto anche alla necessità di evitare gli attriti nell’ambito “degli interessi relativi al cimitero” che vedevano appunto contrapposti Di Palma e Salvatore Mazza a De Paolis e l’imprenditore Innocenzo Morasca. Al bar c’erano i Mazza e Di Palma (attualmente detenuto in carcere), l’ex sindaco facente funzioni che si era dimesso giusto quel giorno. Al tavolo di fanno tattiche e strategie. Salvatore Mazza chiede a più riprese di togliere De Paolis dalle competenze del cimitero, il figlio Andrea consigliere sbotta, “io so sempre il più… che mi mantengo, però se devo aggravà la mano, in cinque minuti ti distruggo il Comune, perché dico nome e cognome di quelli che hanno preso!! Che allora me lo diano… che Angelo De Paolis io lo denuncerò per la strada a Marco Simone che ha fatto l’affidamento diretto eh!! che quelle so’ tutte le cose di Angelo…”. Dalle intercettazioni – scrive il gip nell’ordinanza – emerge “uno spaccato inquietante sul sistema di illiceità che governa da anni la cosa pubblica a Guidonia”.

marini-1Lavori Pubblici. E’ scattata la richiesta di proroga delle indagini preliminari anche per un altro ex consigliere di maggioranza, Gianluigi Marini, per sette anni al governo. Negli ultimi due anni, cioè nel secondo mandato Rubeis, il gruppo politico tiene i Lavori Pubblici, nell’ultima fase attraverso l’assessore Giuseppe Nardecchia. La componente di Marini esce da Forza Italia a febbraio del 2016, è l’epilogo di mesi furenti per la politica dopo l’arresto del sindaco Eligio Rubeis. Il gruppo da subito si dice per lo scioglimento ma quando arriva febbraio e le condizioni non ci sono (perché gran parte della maggioranza è per andare avanti), nonostante la linea espressa nel periodo precedente, la componente resta al governo con l’assessore quindi in carica. Circa dieci giorni prima della caduta del governo poi Marini e i colleghi di area si dimettono dall’assise, quando ormai insomma la frittata era servita. Insieme al suo gruppo fonda la lista il Biplano, che correrà nelle imminenti elezioni insieme al cartello delle civiche anche se – come chiarito il giorno in cui è emerso il suo coinvolgimento nell’indagine – non darà alcun contributo, diretto o indiretto in attesa di chiarire la sua posizione. E’ indagato per corruzione Marini, e si fa riferimento a lui anche se in maniera indiretta in una delle intercettazioni ambientali che riguardano Angelo De Paolis. Il dirigente in quella fase non era più ai Lavori Pubblici ma all’Urbanistica, ma sembra in qualche modo vantare rapporti con il gruppo. L’episodio avviene il 21 marzo, in un incontro tra il dirigente e un privato (oggi ai domiciliari), il proprietario di un terreno agricolo da destinare a attività edilizia che si sarebbe rivolto a De Paolis per oliare la macchina. Si vedono a Marco Simone, “io volevo in qualche modo inizià una collaborazione” dice l’uomo al dirigente, facendo capire di sapere che De Paolis è solito accettare “regali”, “te volevo lascià ‘na cosa che semplicemente pè dì… cominciamo a collaborare e a fare qualche cosa, poi vedi un attimo te…”.

R: se poi da fa’, me dici come dobbiamo fa’, e andiamo avanti.
De Paolis: va bene
R: serve solamente un po’ pe’ rompe il ghiaccio e cercà de collaborà, io sono una persona seria e fino a dove posso arrivare arrivo, cerco di non promettere le cose che non riesco a mantenè!
De Paolis: io, guarda, spero che possiamo andà avanti, io da parte mia, ti ripeto, con pochissima gente parlo, sia quando ha parlato con me, sia quando ho parlato…
R: ecco, anzi, dì che c’abbiamo litigato, perché altrimenti la gente dice: a, l’amico tuo, l’amico tuo, l’amico tuo
De Paolis: eh, anzi
R: perché so che Maurizio ultimamente: Angelo è incazzato con te per la storia.. (…)
De Paolis: perché io mo’ le vedo tutti quelli che ruotano, non me fido, non me fido, per esempio Antonio, io già prima di questo, già l’avevo provato con gli urbanisti, che era con un’altra convenzione, però come ho fatto: ho rinunciato a metà compenso mio e ho fatto: “date a quello seduto”, di cordata dei lavori pubblici, hai capito?! Al consigliere, dico: guarda c’hanno le spese, le cose.
R: a ecco, però magari queste cose me le dici, ce le diciamo direttamente, tanto te voglio dì, io fino a dove posso arrivà arrivo.
De Paolis: nel senso, no no
R: …dopodichè mi fermo, per carità, non è che ho provviste illimitate sopra di me
De Paolis: e ti dico una cosa, io nella, diciamo che non ho…
R: tu mi dici questo se po’ fa
De Paolis: quello te lo dico
R: però c’è, non voglio manco sapè Tizio, Caio e Sempronio, anzi mi dici: guarda ti possiamo fare aiutare a fare questa cosa, lo facciamo, non c’è problema

La conversazione continua, De Paolis si lamenta dei politici che gli chiedono cose, ma “le pazzie non se ponno fa!”, con l’altro che precisa, “infatti io ti prego, a me interessa fa le cose che se possono fa, le cose legittime, non le cose che…” e aggiunge dopo, “sulle cose che se possono fa voglio spende poco tempo, no i soldi è, ma voglio spreca’ poco tempo, che tanto i soldi, il tempo è denaro, no questi…”. De Paolis però a un certo punto fa notare al privato che il suo progetto prevede anche la riqualificazione dell’area e che quindi la questione dovrà interessare il consiglio comunale, ed è qui che il dirigente fa riferimento a Marini e al suo gruppo, facendo capire all’interlocutore che “aiutandoli” potrebbero essere coinvolti a suo favore.

De Paolis: vedo un consiglio comunale, se la cosa la digerisce, ed io gliela posso fa digerì no?!! Michele Venturiello, il capogruppo di Forza Italia è una persona per bene, onesta
R: si può parlare magari con Giuseppe Nardecchia per quest’altra storia
De Paolis: Giuseppe Nardecchia può essere pure in qualche modo coinvolto, hai capito?! Con il gruppo suo, che poi è chiaro che al gruppo Nardecchia qual’ cazzo gli devi portare! Perché quello lavora all’ippodromo, quell’altro è disoccupata! La figlia del poro Cipriani, quindi, però questo è un discorso successivo, però col gruppo dell’urbanistica la cosa fatta bene.

La vicenda però subisce una battuta d’arresto perché cade il governo, arriva il commissario prefettizio e De Paolis viene tolto dall’urbanistica. Secondo gli inquirenti quel giorno di marzo durante l’incontro De Paolis avrebbe ricevuto una somma di denaro (non quantificabile appunto) quale anticipo per il favore accordato per l’affare che l’imprenditore voleva concludere con il comune ma poi bloccato dallo scatenarsi della crisi politica. Marini viene chiamato in ballo anche in un’altra intercettazione, dove traspare invece l’interesse intorno alle attività imprenditoriali dell’ex consigliere che ha un asilo privato. Si tratta di una conversazione del 22 settembre scorso tra Andrea Di Palma e Massimo Egidi, entrambi oggi in carcere, quest’ultimo per le vicende di corruzione relative all’appalto del trasporto pubblico. Al centro del dialogo ci sono appunto le questioni della Sap, a un certo punto Egidi chiede: “Ma Gigi Marini che cazzo com.. che cazzo sta a fa co le scole?”, e Di Palma risponde: “Perché che te cambia?”, e l’altro farebbe notare: “Tutte le proposte scuole sta a fa… a tutte scuole… sta a fa lui i servizi…”. E Di Palma: “Eh può darsi che si è infilato…”, a quel punto Egidi conferma, “sì è lui…”, con il commento dell’ex vicesindaco, “meglio lui che altri” e Egidi aggiunge: “Mi ha detto che se c’è da collaborà… eh quello… (inc)… so mie, mica le faccio lavorà per lui… mica so scemo… ma vaffanculo…”.

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