Home Cronaca Guidonia, Pucci ai giudici: “Nessuna bustarella, era un prestito. Ho perso tutto, non ho più nulla”

Guidonia, Pucci ai giudici: “Nessuna bustarella, era un prestito. Ho perso tutto, non ho più nulla”

Guidonia, Pucci ai giudici: “Nessuna bustarella, era un prestito. Ho perso tutto, non ho più nulla”

“Onorevole Presidente, non ho più nulla, ho perso tutto, dignità, famiglia, lavoro”. Non mancano note amare sotto il profilo privato e personale nelle sette pagine di memoria depositata dall’avvocato Alfredo Scaccia per conto di Gilberto Pucci, l’ex dirigente del Comune, ai domiciliari per corruzione e associazione per delinquere nell’inchiesta sul “sistema Guidonia”. In carcere dal 20 aprile, esattamente cinque mesi dopo ottiene la sostituzione della misura cautelare, Pucci adesso da Frosinone in vista del processo che si aprirà il 18 ottobre, firma i fogli con cui si rivolge ai giudici e alla procura, l’obiettivo è fornire elementi sull’episodio che lo ha fatto finire nei guai, la presunta mazzetta da 4mila euro, e il suo ruolo nell’associazione che ha unito colletti bianchi e politica nella rete del malaffare. Quei soldi non erano “una tangente” ma un “prestito chiesto all’architetto De Paolis”, come confermato dallo stesso ex collega, “prova provata della mia più totale innocenza”, ribadisce l’ex uomo delle Finanze mentre si fa strada in lui la convinzione di essere stato usato in ogni modo da chi gli era vicino in Comune.

Le difficoltà economiche. “Ho necessità di guardare al futuro con ottimismo perché la mia vita è stata devastata da una problematica che sopporto e sopporterò sempre con alto senso del dovere e profondo rispetto delle istituzioni che mai ho inteso offendere né utilizzare per finalità illecite”. Scrive così l’ex dirigente alle Finanze, descrivendo la sua situazione. “Non ho più reddito alcuno”, e 300 euro di assegno mensile per la figlia dovuto alla separazione alla moglie, 650 euro di mutuo, 500 di finanziamento della banca, 3mila dovute quale residuo del decreto di sequestro emesso dal gip di Tivoli. Tre i processi nei quali è coinvolto Pucci, il primo quello sulle spese folli del Comune, quindi un procedimento insieme all’ex sindaco Eligio Rubeis e adesso il sistema Guidonia.

I 4mila euro. C’è un’intercettazione e soldi in contanti che il dirigente ha avuto da De Paolis, allora a capo del settore tecnico, e oggi ai domiciliari. Secondo l’accusa, una bustarella di 4mila euro che sarebbe stata pagata da un’azienda dei lavori pubblici per ottenere il pagamento. La bustarella sarebbe stata materialmente data da De Paolis. “E’ vero che nell’occasione mi fu consegnata la somma di euro 4.000, questa circostanza non l’ho mai negata né ai Pm né al Gip in sede di interrogatorio di garanzia. Ebbi questa somma dall’architetto De Paolis a titolo di prestito. Giammai potevo immaginare che allo stesso fosse stata consegnata con un modus operandi altamente illecito (così parrebbe essere) dal quale prendo le distanze perché come provato in atti, non ho mai avuto rapporto diretto con la ditta”. E ancora scrive Pucci: “In 11 anni, tanto il tempo che ho lavorato nell’Ente, ammontano a oltre 110.000 pagamenti in favore di imprenditori, professionisti e altri. Con 110.000 pagamenti mi sarei rovinato la vita locupletandomi in danno dell’ente intascando una mazzetta di 4.000,00 euro? Oltre a ciò mi preme evidenziare che per ben nove mesi sono stato attenzionato dalla Procura della Repubblica di Tivoli, dopo l’evento di cui all’intercettazione, che mi ha portato nelle patrie galere. Quindi nove mesi dopo, e per nove mesi, nessun altra contestazione è stata potuta elevare in mio danno”. Aggiunge quindi l’ex dirigente, la stessa ditta ha confermato di non aver “mai versato alcunché al sottoscritto” nemmeno tramite altri, “ragion per cui non si potrà mai contestare a me il reato di corruzione”, senza considerare che la tesi del prestito è stata confermata dallo stesso De Paolis.

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