Home città Guidonia E’ rottura tra Di Silvio e Pauselli, fine dell’alleanza in casa Pd: il ticket implode

E’ rottura tra Di Silvio e Pauselli, fine dell’alleanza in casa Pd: il ticket implode

E’ rottura tra Di Silvio e Pauselli, fine dell’alleanza in casa Pd: il ticket implode

di Gea Petrini

C’era stata persino l’investitura ufficiale nell’ultimo intervento del consiglio comunale notturno, quello dello scioglimento, dell’addio al governo degli scandali, del sipario sui sette anni di centrodestra. Emanuele Di Silvio dal banco del Pd in quella sera di giugno, dove aveva perso da un po’ lo scettro da capogruppo, guardando verso la platea aveva sperato a voce forte, si rivedeva seduto in maggioranza tra un anno e accanto a Michela Pauselli. Lei, l’altra metà di un ticket elettorale che tra mille incertezze era diventato un mantra. Inseparabili pubblicamente, una efficace macchina da guerra i due insieme nella politica: giovani, molto determinati, capaci di far drizzare i capelli a fior di maggiorenti del partito. Eppure qualcosa è andato storto: l’alleanza è finita, il duo si è sciolto, il ticket non esiste più.

Chi conosce Di Silvio sa che al ragazzo classe ’82 certo non manca lo spirito organizzativo, l’approccio idealista e concreto insieme, il piglio di una certa sinistra ma senza eccedere per carità, sarà stata la scuola di Leonetti, il percorso difficile poi in un grande partito dove girano squali come nei mari australiani, una bella palestra, la vicinanza a Domenico De Vincenzi e poi il brusco allontanamento. Da quel momento la fase in solitaria, secondo degli eletti Pd nel 2014 con 912 preferenze, il patto lo ha stretto fuori dall’Aula con la giovane Pauselli, figlia di Claudio consigliere per poco, anzi pochissimo, ai tempi di Novacco, imprenditore, di area centrosinistra da sempre. Michela è diventata la metà politica di Di Silvio. Preparata, attenta, con il tempo è esplosa di attivismo, d’altronde imprenditrice anche lei, non hanno mancato insieme un evento. Seduta dall’altra parte del vetro durante i consigli comunali, scientifica sui social, impegnata sul fronte della pari opportunità, non si è intimidita di fronte alla super donne del Pd, epiche liti in odor di consulta. Una delle uscite memorabili dell’anno, poi, quando ha affibbiato a due consiglieri di maggioranza la targhetta di “sessisti”, e ancora a portata di flash accanto a Di Silvio quando il consigliere con troppo anticipo ha inaugurato una sede che sapeva di candidato sindaco tra big di ogni dove, sempre con lui a capitanare le mamme in piazza. Poi è arrivata l’estate dell’addio.

Dicono i bene informati che si siano separati senza rancori, che alla fine non esistano motivi scatenanti. Più che altro la necessità di proseguire divisi. Due personalità troppo forti vicine? Magari il momento per Pauselli di camminare sulle sue gambe senza contrattare ogni singola mossa, insomma il patto non funzionava più. E le conseguenze ci sono. Di Silvio non sembra particolarmente destabilizzato dalla rottura, il colpo c’è ma almeno apparentemente non si vede. Perde Pauselli e inutile nasconderlo perde un pezzo di elettorato, ma il tempo per rimediare non manca da qui alle prossime elezioni del 2017. Senza contare che Di Silvio è ancora un nome in gioco per la candidatura a sindaco. Sia chiaro, nel Pd il tema è come un tabù. Occhi sbarrati, facce confuse, telefonate retrosceniste, papi stranieri che al momento non si vedono, il giovane a oggi una chance ancora ce l’ha, chiaramente passando dalle primarie e vincendole. Non è semplice, ma ancora più ardua è la strada per Pauselli, rimasta sola nel Pd, anche se alcuni malevoli suggeriscono che sia stata avvicinata anche dal centrodestra. Più facile pensare che diventi una possibile nuova alleata invece per altre componenti democrat. A meno che non decida di tentare la volata in solitaria. E lì diventa questione di numeri.

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