Home Cronaca Pedofilia, allerta della procura dopo il caso choc di Guidonia. Appello alle famiglie: “Attenti. Non trascurate i segnali e denunciate”

Pedofilia, allerta della procura dopo il caso choc di Guidonia. Appello alle famiglie: “Attenti. Non trascurate i segnali e denunciate”

Pedofilia, allerta della procura dopo il caso choc di Guidonia. Appello alle famiglie: “Attenti. Non trascurate i segnali e denunciate”

“Attenti, attenti, attenti”. Lo ha ripetuto tre volte il procuratore capo di Tivoli Francesco Menditto per sottolineare quanto sia importante non trascurare ogni minimo segnale che possa arrivare dai bambini vittime di pedofilia. E’ un appello rivolto ai genitori in particolare ma anche agli insegnanti e a quanti per lavoro sono a contatto con il mondo dell’infanzia quello che ieri mattina la procura di Tivoli ha voluto lanciare in maniera ufficiale. Al fianco di Francesco Menditto i pm del pool dedicato in particolare ai reati contro le persone più vulnerabili (Stefania Stefanìa, Andrea Calice, Gabriele Iuzzolino), il dirigente del commissariato di Tivoli Orlando Parrella, vicequestore aggiunto, e Davide Sinibaldi coordinatore del team speciale antiviolenza del commissariato chiamato a svolgere una indagine lampo per chiudere il cerchio intorno al 48enne di Guidonia che per anni avrebbe approfittato dei bambini, “reclutandoli” tra quelli frequentati durante la sua attività di organizzatore di feste e talent scout di piccoli artisti.

La ricostruzione dell’indagine – Tutto è partito dal coraggio di un ragazzo, oggi sedicenne. Ha deciso di tirare fuori quanto gli era successo presentandosi in un consultorio Asl accompagnato da un familiare. Il primo anello di una catena di protezione sociale che in 15 giorni è arrivata all’ordine di custodia cautelare per il presunto pedofilo. La psicologa, accortasi della gravità, ha prodotto in tempi record la relazione per il commissariato. E qui il pool dell’ispettore Sinibaldi in poche ore è stato in grado di mettere insieme la prima informativa per la procura, la quale ha potuto dare immediatamente il via alle indagini coordinate dal pm. Ai super poliziotti il compito di svolgere le attività investigative che hanno permesso di chiudere il cerchio. L’uomo è finito in carcere e per la procura c’era motivo di ritenere che in quel momento abusi su altri bambini fossero in corso. Le indagini continuano e, a breve, potrebbero arrivare altre contestazioni.

L’appello del procuratore – “Chi è in situazioni di difficoltà abbia coraggio di denunciare. Noi interverremo tempestivamente, siamo in grado di interrompere queste attività criminose. Questa procura ci tiene ad intervenire contro i reati nei confronti di persone vulnerabili. Ci sono tre magistrati che dedicano la metà del loro tempo a questi crimini. Siamo pronti all’intervento ma servono le segnalazioni”.

I pubblici ministeri – Hanno chiesto a tutti di prestare grande attenzione anche ai dettagli i pm della procura indicando la via della sinergia con tutte le istituzione come chiave per combattere questi crimini. “Genitori ed insegnanti – le parole del pm Stefania Stefanìa – sono i primi a captare qualcosa che non va. I minori coinvolti rimangono traumatizzati e restano delle tracce. Si modifica, quindi, il comportamento, hanno sbalzi d’umore, il rendimento scolastico precipita, sono tristi, hanno disturbi del sonno. Proprio per questo quando viene segnalato anche solo uno di questi particolari bisogna cercare di acquisire informazioni direttamente dal minore, ma con tutte le cautele del caso. Un consiglio: se c’è qualcosa di strano andate all’Asl, nei centri pubblici. Poi i centri sanno come attivarsi e noi siamo in grado di tutelare le vittime”.

La sinergia – “Per intervenire tempestivamente – ha aggiunto il pm Andrea Calice – è molto importante la sinergia tra gli uffici competenti, quindi servizi asl e forze di polizia”. E anche ha aggiunto il sostituto Gabriele Iuzzolino: “C’è un quadro legislativo molto evoluto per contrastare questi reati. Si tratta di applicarlo e renderlo operativo. Si può fare anche favorendo la capacità delle vittime di far emergere questi fenomeni. Il rischio è di non riuscire ad acquisire le notizie di reato perché contesti familiari e locali possono ostacolare, o comunque rallentare, queste notizie. Perciò è importante diffondere conoscenza di questi strumenti di tutela delle persone offese. Le vittime sin dalla denuncia possono essere assistite”. RedCro

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