Home Cronaca Papa Francesco a Setteville con “parole, cuore e mani”. La toccante visita a don Giuseppe

Papa Francesco a Setteville con “parole, cuore e mani”. La toccante visita a don Giuseppe

Papa Francesco a Setteville con “parole, cuore e mani”. La toccante visita a don Giuseppe

IMG_0028IMG_0026“Parole, cuore e mani” portati da Papa Francesco nella sua visita a Setteville di Guidonia, oggi pomeriggio, in quella stanza al primo piano dove il pontefice, chinato sul letto, ha sussurrato parole di conforto al viceparroco don Giuseppe Berardino, 50 anni, gravemente malato da due anni di sla. Per lui Bergoglio è tornato per la seconda volta in città, incontrando la comunità.
È’ arrivato intorno alle 15 e 40, nella chiesa di Santa Maria, nell’imponente servizio di sicurezza, ad attenderlo il cardinale vicario Agostino Vallini, il vescovo ausiliare del settore Nord monsignor Guerino Di Tora, il parroco don Luigi Tedoldi, il viceparroco don Leonel Alejandro Torres Lara, i parroci dell’XI prefettura e la comunità parrocchiale. Subito la visita a don Berardino, durata circa dieci minuti, Papa Francesco lo ha confortato, pregando poi in silenzio alla presenza di pochissime persone. Quindi il pontefice ha incontrato 30 ammalati e 200 giovani tra i 13 e i 18 anni. I ragazzi del percorso post-cresima hanno salutato Bergoglio, Cristina 15 anni, “la fede mi ha aiutata ad accettare me stessa e a capire che non contano solo le apparenze”, la diciottenne Maria, neocatecumenale, quinta di sette figli, il ventunenne Giorgio e poi Noemi del gruppo scout. “No ai cristiani pappagallo – ha detto il Papa ai ragazzi – la testimonianza cristiana si fa con le parole, il cuore, le mani” e ha risposto alle loro domande sulla fede, “a volte si perde, ma il Signore ci ritrova”, il perdono. “Il più grande dono è la fede, certo, e per me è la famiglia, parlate con i nonni sono la memoria della vita”. Quindi Bergoglio ha salutato 45 bambini, tutti battezzati nel corso del 2016, insieme ai loro genitori. Successivamente, si è svolto l’incontro con un centinaio di fedeli che aiutano il parroco, don Luigi Tedoldi, nell’opera pastorale. A loro, il pontefice ha dato diversi consigli, soffermandosi sull’importanza della missione. Il Papa si è allora spostato in sagrestia per confessare quattro persone: una giovane coppia che accudisce il viceparroco, un ragazzo del percorso post-cresima e il padre di un bambino ammalato. Nell’omelia a braccio Papa Francesco ha ricordato, “quello che distrugge una comunità sono le chiacchiere”, e alla fine lo ha ringraziato don Gino Tedoldi, “per questa visita straordinaria, qui siamo in periferia – ha detto il parroco – e c’era una fontanella chiamata negli anni ’70 la fontanella della povertà. Oggi non c’è più, c’è la parrocchia, fontana di Vangelo, pane e vocazione”. Quando Papa Francesco ha raggiunto l’esterno, scroscia negli applausi la folla che intanto aveva seguito, nonostante il freddo, la messa dal maxischermo. “Pregate, e non dimenticatemi”.
geape.

IMG_0023

IMG_0024IMG_0025

 

 

Leave a Reply