Home Politica La Regione c’è ma non si vede: tra il rebus delle commissioni resta appeso pure il Bilancio

La Regione c’è ma non si vede: tra il rebus delle commissioni resta appeso pure il Bilancio

La Regione c’è ma non si vede: tra il rebus delle commissioni resta appeso pure il Bilancio

Una convention non fa primavera. Ne sa qualcosa il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, che pur mantenendo salda in mano la qualifica di unico uomo del piddì in grado di vincere qualcosa su scala nazionale non riesce a dare l’avvio ai motori della Regione Lazio. Per carità la kermesse di sabato scorso all’ex Dogana (location glamour per gente cool che piace alla Roma che piace) ha registrato numeri importanti, e la giunta è operativa ma a stentare, se così si può dire, sono le attività consigliari, che aspettano come manna dal cielo l’approvazione del documento di bilancio. Il faldone con i conti serve a più cose tra cui a sciogliere i nodi dei gruppi, che senza fondi non possono far partire a pieno regime le attività. Una necessità, dunque, che con il passare dei giorni – anzi delle settimane – sta diventando un’urgenza. C’è da dire che i fogli non possono arrivare all’attenzione del parlamentino di via della Pisana senza aver fatto tappa nella commissione preposta, che ad oggi ancora non ha un presidente. Una sorta di “effetto-domino” che non lascia dormire sonni tranquilli praticamente a nessuno.

Il rebus delle commissioni infatti è ancora in una fase non proprio definitiva: a pesare sulla definizione ci sono da una parte i malumori dei dem, che si contendono la guida proprio del Bilancio, per cui in lizza ci sarebbe il tiburtino Marco Vincenzi, dall’altra la costituzione di un gruppo misto decisamente pesante dopo la fuga degli azzurri Giuseppe Cangemi e Giuseppe Simeone e l’espulsione dalla Lega di Enrico Cavallari. La scelta dei due forzisti di lasciare baracca e burattini a molti non è piaciuta, soprattutto per Cangemi che già volubile lo è stato non molto tempo fa, quando ha lasciato la casa madre per andare in Ncd per poi tornare di nuovi nei lidi azzurri. Quello che è sicuro è che per tutti loro si apre una nuova partita, che consolida la posizione traballante di Nicola Zingaretti rendendo potenzialmente meno zoppa la sua anatra e aprendo scenari nuovi in cui anche i Cinque Stelle potrebbero essere ridimensionati. Fatto sta che nell’ipotesi di un voto nazionale praticamente dietro l’angolo la possibilità di vedere il Governatore spiccare il volo verso altri lidi si assottiglia. Il rischio di fare il botto senza avere certezze è decisamente troppo alto.

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