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Intervista doppia a Langiotti e Bravetti: nemici sul campo ma grandi amici fuori

Intervista doppia a Langiotti e Bravetti: nemici sul campo ma grandi amici fuori

di Alessandro Galastri

A sinistra Federico Bravetti, a destra Marco Langiotti domenica all'uscita dal campo

Davanti Langiotti dietro Bravetti

(nella foto subito sopra Langiotti in primo piano, Bravetti dietro. Nella foto in alto a sinistra Bravetti e a destra Langiotti all’uscita dal campo domenica scorsa)

Ci sono storie da raccontare che vanno al di là del campo di gioco e che fanno parte dei veri valori della vita. Uno di questi è sicuramente l’amicizia e il profondo legame che unisce da sempre Federico Bravetti, portiere della Tivoli 1919, e Marco Langiotti, difensore del Villalba. Domenica si sono ritrovati contro a Campo Ripoli nel derby, finito 4-0 in favore della compagine guidata da De Filippo. Nonostante la sconfitta, Federico non ha perso il suo consueto sorriso e durante l’intervista si diverte molto a raccontare aneddoti e curiosità, con Marco che, da vincitore, lealmente ammette la bravura e le doti umane del suo grande amico.

Cosa pensi dell’altro?
Federico: A livello calcistico Marco Langiotti è uno dei terzini sinistri più forti con cui ho mai giocato, la sua esperienza e la sua tranquillità quando scende in campo fanno sì che per un portiere come me sia molto più facile giocare bene, dalla sua parte gli avversari arrivano molto difficilmente. A livello umano è uno dei miei migliori amici. Aggiungere altro sarebbe superfluo.
Marco: L’amico di sempre, un fratello vero e proprio. Ho condiviso insieme a lui momenti belli e brutti, ci siamo sempre confrontati e aiutati a vicenda. Federico fa parte della mia vita quotidiana.

Chi è il più bello e chi il più bravo?
Federico: Senza dubbi il più bello è lui, anche perché io sono brutto, ma il più forte sono io. Addirittura sia più bello che bravo sarebbe stato troppo (ride).
Marco: Il più bello sicuramente io, il più forte lui.

Un aneddoto che vi accomuna.
Federico: Domenica abbiamo giocato contro, però effettivamente ancora non riusciamo a trovarci faccia a faccia a centrocampo per i saluti del pre partita. All’andata lui era fuori per infortunio e io giocavo, mentre al ritorno lui era in campo e io ero in panchina (ride).
Marco: Di aneddoti particolari non ce ne sono, basta ogni volta girarmi verso di lui e vederlo negli occhi per capirci e intenderci con un solo sguardo. La complicità è sempre stata la nostra vera forza.

Cosa ruberesti dell’altro?
Federico: All’altro ruberei il ciuffo (ride). A parte gli scherzi in campo ruberei la tranquillità con cui gioca e l’attenzione che mette in qualsiasi momento della partita, difficilmente va in difficoltà durante una gara.
Marco: Poi te lo dico a taccuini lontani, sottovoce (ride). Scherzi a parte, gli invidio il suo essere naturalmente buono, mentre dal punto di vista calcistico la sua grande imprevedibilità tra i pali.

Cosa invidi all’altro?
Federico: La bellezza e la classifica attuale (ride).
Marco: Di un amico vero, un fratello, non si invidia nulla, anzi da lui si può solo che imparare.

Un pregio dell’altro.
Federico: Il pregio più importante a livello calcistico è la calma che ha quando gioca, in uscita non perde e non butta mai un pallone. E quindi oltre alla calma per fare questo servono anche importanti doti tecniche che lui assolutamente possiede nel suo bagaglio personale.
Marco: Come detto, oltre alla sua bontà e all’imprevedibilità, di lui ammiro tantissimo la sincerità e la sua estrema genuinità.

Un difetto dell’altro.
Federico: È difficile trovare difetti in Marco. Ancora non so quali sono, ogni volta che l’ho visto giocare è sempre stato perfetto.
Marco: Mi collego alla domanda di prima, forse l’essere troppo buono a volte può rappresentare un fattore negativo. Deve imparare a dire anche di no in alcune situazioni, sia nella vita di tutti i giorni che nel calcio.

Sognate di incontrarvi ancora nella stessa squadra in futuro?
Federico: Ancora spero di poter giocare insieme a lui, più che altro sogno che possa venire a Tivoli insieme a me.
Marco: Certo. È una promessa che ci siamo fatti. Sarebbe fantastico vincere qualcosa assieme.

Cosa vi siete detti prima della partita e come vi siete salutati dopo?
Federico: Prima della partita gli ho fatto solo un grande in bocca al lupo. A fine partita gli ho fatto complimenti per la partita e per la prestazione che ha fatto.
Marco: Soprattutto io aspettavo tanto questa partita perché all’andata ero infortunato, ci siamo scambiati messaggi di in bocca al lupo per tutta la settimana, dal lunedì al sabato. La prima cosa che ho fatto una volta concluso il match è stata quella di andare da lui per abbracciarlo.

Fai una particolare dedica all’altro.
Federico: Marcolino sei un mostro, spero di non giocare più contro, ma insieme a te. In bocca al lupo per il proseguo della stagione. Ciao amico mio.
Marco: “Bragna” mancava solo essere “nemici” per 90 minuti e fare un’intervista doppia (ride). Adesso possiamo dire che abbiamo fatto proprio tutto insieme, ti auguro tutto il meglio per il futuro. Un forte abbraccio e un bacio grande.

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