Guidonia sempre più a destra, Bertucci fa il pieno di voti

Guidonia Montecelio non è mai stata così a destra negli ultimi decenni, il nuovo presidente della Regione Francesco Rocca prende nella terza città del Lazio il 60.54% ben sopra il risultato complessivo (intorno al 53.9%). Nelle elezioni che decretano l’astensionismo record, Guidonia anche in questo fa scuola: 35% di affluenza, contro il 70% del 2018. Ma a destra si festeggia senza e senza ma d’altronde Fratelli d’Italia in città è primo partito con il 39% dei voti grazie alla forte spinta della candidatura locale di Marco Bertucci che in base ai dati parziali generali corre per essere tra i primi degli eletti in Regione per Fdi. A Guidonia Montecelio con 1.791 preferenze è di sicuro il più votato della città, subito dietro Micol Grasselli da Fonte Nuova che potrebbe essere in testa a livello regionale con Giancarlo Righini (a Guidonia lui prende 599 voti superato da Emanuela Mari la donna in ticket con Bertucci a 1004 voti). Per restare dentro casa FdI Antonello Aurigemma si attesta a 477, Fabrizio Ghera a 463, Roberta Angelilli a 351 e Massimiliano Maselli a 331 preferenze.

FdI marcia sicura (senza riferimenti, per carità) anche grazie all’apporto arrivato in blocco dalla lista Il Biplano che fa riferimento al sindaco civico Mauro Lombardo. I biplanisti si sono impegnati per Bertucci in modo pubblico. FdI prende un paio di punti in più rispetto alle recenti politiche e cresce in maniera esponenziale dal 2018 quando il partito della Meloni era all’8.4%. Un’altra era geologica, in soli cinque anni. La Lega va bene attestandosi sopra l’11% con Laura Cartaginese consigliera uscente che tornerà in Aula, che prende a Guidonia Montecelio 899 preferenze portata (anche) dal gruppo del consigliere comunale civico di maggioranza Andrea Mazza. Il suo risultato nella Lega si appresta a essere uno dei migliori a livello complessivo. Dietro Giuseppe Cangemi con 734 voti e Paolo Della Rocca con 475. Quarto invece (sempre in città) Daniele Giannini con 461 voti, il candidato portato dal consigliere comunale della Lega Alessandro Messa.

Forza Italia passa dal 16% delle regionali di cinque anni fa, all’8.9% di adesso, in termini di schede da 5.900 voti a 1.800. La più votata al consiglio regionale è Arianna Cacioni, l’altra candidata espressione della città, consigliera comunale di maggioranza (la casa civica è popolata) che ha garantito in coppia 391 preferenze anche a Giorgio Simeoni. La performance abbastanza buona della Cacioni (a livello territoriale) doppia quella di Sandro Gallotti, ex sindaco di Tivoli, portato dai vertici del partito cittadino che hanno preso le distanze da lei per via del suo impegno diretto nell’amministrazione civica di Lombardo. Forza Italia, infatti, è all’opposizione. Le preferenze sembrano dare ragione a lei.

La candidata alla presidenza dei Cinque Stelle a Guidonia prende 11.28%, con il Movimento al 9.5%. Peggio che alle politiche (16%) a conferma di un trend che vede uscire sconfitti i pentastellati dalla competizione regionale. L’effetto Conte sbiadisce e il sorpasso sul Partito democratico si allontana. Il consigliere uscente dei cinque stelle Valerio Novelli a Guidonia prende 135 voti.

La coalizione di centrosinistra va male e non raggiunge nemmeno il 30%. Alessio D’Amato a Guidonia infatti prende il 26.45%, mentre a livello regionale viaggia intorno al 33% con il Pd che sta al 20%. l risultato locale invece vede il Pd al 16.9,% come si dice in questi casi i democratici reggono e confermano il dato delle politiche, perdendo tre punti dalle regionali del 2018. Inutile dirlo che in un quadro in cui la sconfitta del centrosinistra a livello regionale era più che annunciata, a causa della mancata alleanza con i cinque stelle, i popcorn sono scattati per le preferenze. Nel centrodestra il focus era su Bertucci che ha confermato di essere golden man dei voti, e dall’altra parte sui risultati delle coppie rispetto alle componenti interne.

Così nel Pd il più votato a Guidonia (ma il trend è generale) risulta essere Daniele Leodori. Uomo forte dell’uscente Giunta Zingaretti, fino a pochi mesi fa declinato come un astorriano doc, oggi forse meglio dire solo di area Franceschini, è stato il papabile candidato alla presidenza del campo largo. Poi l’alleanza allargata non c’è stata e Alessio D’Amato l’ha spuntata. D’altronde con la prospettiva di una sconfitta certificata dai numeri già due mesi fa. Tant’è che Leodori prende a Guidonia 759 preferenze sostenuto dalla componente che fa capo in città al consigliere Emanuele Di Silvio e che oggi conta anche sulla consigliera Rossella Nuzzo. In sostegno a Leodori c’era anche Mario Lomuscio, consigliere comunale della componente che fa riferimento a Rocco Maugliani, il segretario provinciale del partito. Nel 2018 Leodori aveva preso a Guidonia 169 preferenze ma era, è il caso di dirlo, un altro mondo visto che era candidato Marco Vincenzi, e che come astorriana si puntava su Michela Califano che arrivò seconda con 836 preferenze. Il Pd non riesce a portare nessuno a 1.000 preferenze (furono i voti di Vincenzi) soffrendo da una parte il clima di sconfitta annunciata, dall’altra la mancanza del candidato locale. Vincenzi è di Tivoli ma è un nome forte anche a Guidonia. L’ex consigliere regionale che per ora ha interrotto la sua carriera elettiva dopo la sconfitta al Parlamento prendendo incarichi di prestigio, si è legato in alleanza con la componente del partito romano dove gravita il sindaco Roberto Gualtieri, Claudio Mancini e che ha candidato la coppia Eleonora Mattia e Mario Ciarla. A Guidonia quindi sono stati portati da Vincenzi, dal consigliere comunale Simone Guglielmo, e dai gruppi che fanno riferimento a Pino Saccà (forte a Villalba) e Alfredo Maceratesi (forte all’Albuccione). Saccà e Maceratesi teoricamente fanno parte della componente di Lomuscio, è da capire se la separazione in fase elettorale regionale sia un inciampo oppure lo sfaldamento di un asse politico nel Pd. Fatto sta che Mattia è la seconda più votata della città 723 voti e va verso elezione certa, terza Emanuela Droghei in ticket con Leodori che prende 686 voti e quarto Mario Ciarla con 672 voti. Quinto Massimiliano Valeriani con 171 voti e sesto Mauro Alessandri con 79 preferenze. A tirare le somme, tutti tengono considerata la partita persa, ma nessuno brilla.

Sempre in casa D’Amato, la lista Azione Italia Viva prende 5.5% con il risultato di Marietta Tidei 763 voti che farà crescere e di tanto la forza contrattuale dei suoi sostenitori di Guidonia nel tavolo regionale. Il Terzo Polo a livello di liste è quello che insieme ai Cinque Stelle esce con qualche riflessione da fare, perché il progetto politico si arena nella condanna del 5% a quanto pare senza possibilità di crescere. Ma chi sono a Guidonia? Aldo Cerroni, uno dei fondatori del civismo che ha portato Lombardo a fare il sindaco, Mauro De Santis suo consigliere comunale che macina voti e consensi. Un’area che va oltre questi nomi e che coinvolge oggi anche il vicesindaco Paola De Dominicis.