Home città Guidonia Guidonia, manifesti del Comune imbrattati e denunce: volano accuse. Di Silvio: si condiziona il voto. I 5S: ci vediamo in tribunale

Guidonia, manifesti del Comune imbrattati e denunce: volano accuse. Di Silvio: si condiziona il voto. I 5S: ci vediamo in tribunale

Guidonia, manifesti del Comune imbrattati e denunce: volano accuse. Di Silvio: si condiziona il voto. I 5S: ci vediamo in tribunale

Una croce su Barbet e sul simbolo del Movimento in ogni manifesto istituzionale affisso dal Comune. Scoppia la bagarre a Guidonia Montecelio nel sabato del silenzio elettorale, a poche ore dall’apertura dei seggi quando si decreterà il nuovo sindaco. Emanuele Di Silvio grida allo scandalo e va a denunciare: l’operazione notturna è mirata – dice il democratico – a influenzare il voto di domani. Ma è stata un’escalation di tensione, ieri sera i social segnano temperature bollenti. Mentre si consumano le due chiusure, i pentastellati in pineta e il centrosinistra a Villanova, il primo degli eletti del movimento, Giuliano Santoboni, pubblica una foto su facebook, l’immagine ritrae il deputato Pd Andrea Ferro a Villanova che parla con Adriano Mazza, l’ex assessore del governo Rubeis al centro della querelle di questi giorni per il sostegno a Di Silvio. Quando è scoppiato il caso, il candidato di centrosinistra ha negato la presenza di Mazza alle trattative sugli apparentamenti, dicendo che l’ex uomo delle Finanze era passato solo a riprendersi il caricabatterie del cellulare nella sede. Così la foto pubblicata da Santoboni ha tanto di scritta sopra: “Ma non è che ti ritrovi un caricabatterie?” e sotto Ferro e Mazza a parlare. Un pezzo di satira insomma, che strappa qualche risata anche ai più ortodossi, inutile negarlo, e che genera però la risposta nel post dello stesso deputato democrat: “Ah Santobo’, che te ritrovi un Sindaco? No non ce l’hai! Te lo diamo noi! Vota Di Silvio”. L’aria è frizzante. Altro capitolo, la chiusura del centrosinistra a Villanova tra musica e colori, diventa questa mattina oggetto di una gallery fotografica dei cinque stelle: la piazza è lasciata sporca, chiazzata a colori. Ma facebook ormai è far-west di accuse, fino al culmine massimo per i manifesti imbrattati: il piddì fibrilla per il tiro mancino, è un sabato nero. Durante la notte, a campagna quindi chiusa, qualcuno ha avuto la pazienza di andare in giro e manomettere scientificamente i manifesti istituzionali del Comune. Sono quelli, per intendersi, con cui il Palazzo annuncia che domani si vota, con tanto di nomi sotto dei due sfidanti al ballottaggio e rispettivi simboli. Con un pennarello è stata segnata una “x” sul nome di Barbet e su quello della lista cinque stelle. Un pandemonio. Chat impazzite, telefoni roventi, l’accusa vola dritta verso gli avversari. In questo clima da mille e una notte Di Silvio decide di andare a denunciare: “Ad essere imbrattati con palesi indicazioni di voto sono stati i manifesti istituzionali, usati come scheda elettorale con il chiaro intento di influenzare il ballottaggio di domani. Siamo sconcertati, non solo si tratta di un gesto facilmente e palesemente stigmatizzabile, ma il certosino lavoro notturno di qualche fidato amanuense prezzolato viola la legge in modo chiaro”. Così è partita la richiesta al Comune di rimozione dei manifesti, finita nel vuoto perché è sabato, e “allo stesso tempo abbiamo fatto un esposto alla Polizia Municipale e stiamo andando a sporgere denuncia presso le autorità competenti”. Sono “bassezze da Prima Repubblica – scandisce – non ci faremo intimidire da chi prima grida legalità e poi si presta a simili giochi, non abbiamo paura di sepolcri imbiancati che tentano di vincere falsando le regole democratiche”. Su facebook è guerra aperta tra i sostenitori delle diverse fazioni, un cinque stelle scrive: “Se avete le prove di quello che affermate andate in Procura, altrimenti, e quindi non si gioca, state ledendo l’onorabilità di un gruppo di attivisti, e per queste cose si risponde in Tribunale”. E domani si vota.
Gea Petrini

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