Home città Guidonia Guidonia chiede aiuto allo Stato: prestito da 24 milioni da restituire in 10 anni. E taglio drastico delle spese

Guidonia chiede aiuto allo Stato: prestito da 24 milioni da restituire in 10 anni. E taglio drastico delle spese

Guidonia chiede aiuto allo Stato: prestito da 24 milioni da restituire in 10 anni. E taglio drastico delle spese

di Gea Petrini

Un Natale di conti in rosso a Guidonia Montecelio. Proprio a ridosso della vigilia, il commissario straordinario Giuseppe Marani ha pubblicato lo schema di Bilancio 2016 che, dopo mesi di verifiche sulle disastrate finanze, va in porto decretando l’inizio del decennio di sacrifici per i cittadini della terza città del Lazio.

Per evitare il default il commissario Marani ha scelto la strada del piano di riequilibrio, una sorta di dissesto guidato. Un decennio faticoso di risanamento delle casse pubbliche, con tributi al massimo e tagli. E allora per garantire l’equilibrio nei conti serve il sostegno dello Stato, il Comune accede al fondo di rotazione prendendo un “prestito” da 24.053.880,67 euro, da restituire in dieci anni a partire dal 2017, cioè 2.405.388,07 euro ogni anno. Il cambiamento è drastico, e se ne accorgeranno i cittadini.

Sul fronte delle spese correnti, cioè quelle della gestione ordinaria dell’ente, nel 2017 e 2018 si prevede un decremento di circa 10 milioni nonostante la restituzione del fondo di rotazione di quasi 2 milioni e mezzo di euro. Crollerà poi la spesa per l’acquisto di beni e servizi con una diminuzione, rispetto al 2015, di circa 3,5 milioni, dovuta essenzialmente alla voce “altri servizi” che passa da 15.556.073,04 euro del 2015 a 10.666.549,29 del 2016, per ridursi ancora nel 2017 (6.671.097,20 euro) e 2018 (6.433.258,17 euro).

E le entrate? Le entrate correnti di natura tributaria, contributiva e perequativa, rappresentano la principale fonte di entrata del Comune, ammontano a oltre 52 milioni nel bilancio 2016 e a circa 53 milioni nel 2017 e nel 2018. Sono composte principalmente dalla Iuc, nelle sue componenti Imu, Tasi (tassa sui servizi indivisibili) e Tari (tassa smaltimento rifiuti solidi urbani), nonché dall’addizionale comunale Irpef, dall’imposta sulla pubblicità e da altri tributi minori. Per l’Imu il Palazzo incasserà di più grazie (o per colpa) dell’aumento, si passa dal 7,6 per mille all’8,6 per mille per effetto del piano di riequilibrio che prevede l’aumento di tutte le aliquote fino al loro valore massimo.

Meglio poi non avvicinarsi all’argomento investimenti e opere. Nelle previsioni messe nero su bianco nel 2015, ottimiste, l’importo complessivo degli investimenti risultava essere di 16.439.590,56 euro per il 2016, di 12.190.073,00 per il 2017 e di 8.499.813,00 per il 2018. Con l’apocalisse conti il Comune ora deve chiudere rubinetti e speranze: quindi si passa a 1.376.062,46 euro oggi, 2.646.627,54 nel 2017 e 5.612.829,56 per il 2018.

Leave a Reply