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Guida galattica per cittadini, quando ritirare una multa diventa un’odissea

Guida galattica per cittadini, quando ritirare una multa diventa un’odissea

Ho preso una multa. Cioè, ne ho presa un’altra che si aggiunge ad un lungo e triste elenco di contravvenzioni rimediate per motivi vari e vasti in più di dieci anni di guida diciamo “sportiva”. Il motivo nel 99% dei casi è legato al dramma del parcheggio che non c’è: Tivoli è piccola e le macchine sempre troppe rispetto al numero di stalli in cui poterla lasciare senza incappare nel rischio di finire sotto l’occhio vigile del vigile. Più di due mesi fa è successo di nuovo: ho lasciato la mia autovettura alla bell’e meglio e ora, giustamente, pago. Ma per farlo, visto che il tagliando della sanzione è andato via con il vento, ho dovuto penare un po’, migrando di ufficio in ufficio. La vicenda comincia qualche settimana fa, quando nella mia cassetta delle lettere è apparso un invito a presentarmi presso l’ufficio “Messi comunali” per ritirare un atto, operazione consentita solo dalle ore 7.30 alle ore 9.30. Un orario impossibile per chi svolge un lavoro di ufficio e da pendolare. Per questo motivo due settimane dopo nella stessa cassetta ci finisce l’avviso di ritiro di una raccomandata, che non si rivela altro che una lettera con il Messo di cui sopra certifica la mia assenza temporanea da casa e comunica lo spostamento della documentazione da consegnarmi all’Ufficio Relazioni con il Pubblico. Qui, in piazza del Governo numero 2, tappa numero quattro del percorso, finisce questa breve storia triste, con un bollettino da 49 euro da pagare entro 60 giorni. Ora una domanda sorge spontanea: invece di passare da casa mia al comune, tornare a casa mia, fare tappa all’ufficio postale per poi tornare di nuovo al comune non si poteva trovare un modo per tagliare i tempi e arrivare al sodo? Per dire.
alc

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