“Campolimpido abbandonata”. La lettera-sfogo di un cittadino al sindaco sulle periferie

Caro Sindaco ti scrivo e non per distrarmi un po’. Lucio Dalla non ce ne voglia da lassù se prediamo in prestito l’attacco di una delle sue canzoni più celebri cambiandone un po’ il significato, ma vista la modalità con cui continuano le richieste di aiuto da parte dei cittadini pare sia la strada migliore. A prendere in mano più o meno virtualmente carta e penna per parlare dei disagi di chi vive fuori dal centro cittadino, è un residente del quartiere di Campolimpido, che ha condiviso e fatto condividere, come social network comanda, la sua missiva di protesta.

Una lunga riflessione che riguarda le condizioni in cui vive un quartiere stanco di avere pochi servizi pur pagando le tasse come tutti, partendo dal controverso esito del Carnevale, a cui la periferia tiburtina ha partecipato attivamente. “Finalmente quest’anno si è organizzata una sfilata con tutti i carri a Campolimpido – racconta Vincenzo, che comincia così una dettagliata cronistoria fatta di ritardi e intoppi – sembrava un sogno, ma sin dall’inizio si è trasformato in un incubo”. Una giornata, secondo quanto ricostruito nello sfogo postato, caratterizzata da una lunga serie di sfortunati eventi che pare siano la regola per quella parte della città. “Ora signor Sindaco questa mia polemica è solo la punta di un iceberg dovuta al fatto che Campolimpodo è semplicemente abbandonata da questa amministrazione. Il parco giochi non c’è o meglio è inefficiente, il marciapiede inesistente anche per una semplice uscita per raggiungere quei pochi locali commerciali della zona, la chiesa sono anni che aspetta un progetto per ingrandirsi o per avere un campo dove poter far giocare i ragazzi -. Continua e aggiunge – Solamente la buona volontà dei cittadini permette ogni tanto di organizzare delle attività per la comunità. Qualcuno dice che Campolimpido è una repubblica dove vengono applicate leggi diverse rispetto alla città tiburtina. Questo mio sfogo spero che arrivi tramite condivisione a lei oppure a qualche suo collaboratore e se vuole ricevermi oppure farsi una passeggiata insieme a me qui sarò lieto di partecipare”. Insomma l’invito è quello di toccare con mano per credere. In fondo una passeggiata fa anche bene alla salute. alc