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Calcio, Vittorio Marini e la ricetta per uscire dalla crisi: “Villalba, serve umiltà”

Calcio, Vittorio Marini e la ricetta per uscire dalla crisi: “Villalba, serve umiltà”

di Alessandro Galastri

Momento davvero buio in casa Villalba Ocres 1952, a seguito dell’ennesima sconfitta in campionato, la quarta in sette partite giocate, dei ragazzi guidati da De Filippo. Domenica scorsa è arrivato anche il primo passo falso casalingo, con il Poggio Fidoni che si è imposto per 2-0 su Petrucci e compagni. Troppi giocatori molto attesi ancora sottotono, gioco a sprazzi, mal di trasferta e un sistema difensivo non certo irreprensibile. Questi sono alcuni dei fattori di una crisi che nessuno si aspettava a inizio anno, anche se la vetta del girone B di Promozione è distante solo 7 lunghezze, niente di irreparabile. Bisogna però cambiare mentalità e atteggiamento in campo. Abbiamo scambiato due chiacchiere con l’attaccante Vittorio Marini, uno degli acquisti più interessanti fatti dalla società in estate, per ora poco utilizzato e ancora a secco di reti in stagione.

Vittorio, quali sono i motivi di questa crisi e quali i rimedi per uscirne?
Sì è vero, non siamo partiti con il piede giusto. Abbiamo perso punti in campi difficili, dove forse non meritavamo di uscire sconfitti, purtroppo il calcio è questo e non possiamo farci niente. Siamo però un gruppo forte ed unito, che ha un grande rapporto sia con il mister che con la società. Ci siamo confrontati tutti insieme e non possiamo fare altro che rimboccarci le maniche e lavorare di più in allenamento. Una cosa però è certa, qui ho trovato giocatori dal grande potenziale tecnico, e aiutandoci l’uno con l’altro possiamo rialzarci alla grande. Possiamo fare bene ma dobbiamo essere umili, faticare tantissimo in settimana e rimanere sempre concentrati sui nostri obbiettivi. La rosa è numerosa e composta da giocatori di alto livello, ma non sempre basta per arrivare dove si vuole.

Stai giocando molto poco, anche a causa della folta concorrenza soprattutto a centrocampo e in attacco.
Sì, la concorrenza è veramente tanta. Siamo numerosi e tutti molto bravi in ogni reparto, potrebbe giocare chiunque. Dobbiamo farci sempre trovare pronti, allenamento, perché non sono ammessi cali di concentrazione. Questo è un aspetto positivo, perché ogni giocatore è costretto a dare il massimo in allenamento per convincere il mister. Inoltre penso che sia fondamentale avere dei giocatori validi che possono subentrare a partita in corso, molte volte sono la chiave della partita. Per quanto mi riguarda sto dando il massimo a ogni allenamento e in quei pochi minuti giocati la domenica. Ancora non sono al top della condizione, ma sono sicuro che presto arriverà questo momento e lo saprò sfruttare al meglio.

Che tipo di giocatore sei e quale ruolo preferisci in campo?
Diciamo che in questi anni ho ricoperto più ruoli. Mi piace lottare su tutti i palloni, spezzare il gioco, ma anche spingermi in avanti. Posso comunque ricoprire tutti i ruoli a centrocampo, anche se all’evenienza posso giocare anche più avanti. Il mio ruolo naturale è quello di mezz’ala, ma per giocare mi adatto ovunque.

Come descriveresti il rapporto con tuo fratello Lorenzo, anche quest’anno al tuo fianco con la stessa maglia?
Il rapporto con mio fratello è bellissimo. Siamo fortunatamente opposti, ma andiamo abbastanza d’accordo. Calcisticamente siamo molto legati, perchè abbiamo sempre giocato con la stessa squadra. Ci conosciamo e ci intendiamo alla perfezione in campo, pur avendo caratteristiche opposte. Una cosa particolare che mi è capitato di notare in questi anni è che i suoi momenti migliori coincidono con i miei, cioè se io in campo sto bene lui gira alla grande con la sua velocità, se invece io non sto bene stenta anche lui. Detto questo non nego che un giorno mi piacerebbe trovarci in campo l’uno contro l’altro.

Raccontaci qualcosa di te e della tua carriera.
Nella mia carriera, finora, non ho giocato a grandi livelli, nè ho vinto tanto. Ma non posso lamentarmi perché quelli passati sono stati anni importanti che mi hanno fatto crescere tanto sotto tanti punti di vista, conoscere gente meravigliosa e fatto divertire veramente tanto. Ho iniziato la mia carriera a Villanova per poi passare quattro anni molto positivi nella Vigor Perconti, dove sono rimasto fino agli Allievi. Poi due stagioni bellissime a Villanova, con mister Volpe nella Juniores Elite. A seguire il primo vero campionato di Eccellenza, categoria che già avevo conosciuto proprio negli anni precedenti grazie a mister Cristiano Di Loreto, che mi aveva convocato più volte facendomi anche giocare. Proprio questi due anni sono stati fino ad oggi gli anni più belli in assoluto a livello personale. Eravamo veramente un grande gruppo, ci volevamo bene. Questo è stato il motivo per il quale il primo anno siamo arrivati quarti e il secondo terzi. Qui ho avuto la fortuna di giocare con l’ex Roma Giordano Meloni, un vero professionista capace di prendere per mano una banda di ragazzini e farli crescere. A seguito dei noti guai societari, malconsigliato mi sono rivolto alle persone sbagliate, e da un possibile approdo in Serie D sono tornato alla Vigor Perconti in Promozione proprio negli ultimi giorni di mercato della passata stagione. Qui sono stato fermo per 6 mesi a causa di problemi alla schiena che tuttora mi perseguitano in campo.

Un tuo segreto e il tuo sogno nel cassetto per il futuro, calcistico e non.
Diciamo che non ho un segreto in particolare, ma penso che un pizzico di follia non fa assolutamente male, anzi. Sono sempre stato affascinato da giocatori un po’ “folli”, perché in campo erano imprevedibili e decidevano spesso la partita con una giocata geniale. Non ho neanche un idolo in particolare, forse il giocatore che più mi affascina per il modo di giocare e Busquets del Barcellona, ma ho sempre cercato di prendere spunto dai consigli dei compagni più grandi che facevano il mio stesso ruolo e scendevano in campo con me, come per esempio il mio amico Luca Saporetti e Luca Petrella, che mi hanno aiutato tanto. Inoltre cerco di non guardare troppo al futuro e di vivere alla giornata, godermi il momento. Spero di giocare ancora molto e di prendermi delle grandi soddisfazioni.

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