Home Cronaca Al Majorana Pisano a scuola alle 7 con “l’ora zero” di Ciccotti: studenti motivati

Al Majorana Pisano a scuola alle 7 con “l’ora zero” di Ciccotti: studenti motivati

Al Majorana Pisano a scuola alle 7 con “l’ora zero” di Ciccotti: studenti motivati

Nel 2010 ereditò il Liceo Scientifico Majorana di Guidonia Montecelio, l’unico liceo della terza città del Lazio, che, nei precedenti cinque anni, era passato di preside in preside, senza trovarne uno fisso. Gli allievi erano precipitati dai 1200 dei primi anni Duemila agli 850 del 2010.  Il neo-preside, Eusebio Ciccotti, vincitore di concorso ordinario, professore di secondaria superiore dal 1987, con in più venticinque anni di docenza universitaria e di giornalismo sulle spalle, si rimboccò le maniche e iniziò a riportare “un po’ di educazione e di rispetto delle regole”.  E parte il flashback del preside Ciccotti.  “Ragazzi e docenti fumavano tranquillamente seduti sulle scale di emergenza, a ogni ora. Le sirene delle porte allarmate suonavano in continuazione, perché tutti aprivano le ante e le chiudevano a loro piacimento.  Per poter parlare bisognava alzare il tono di voce per coprire il sibilo delle sirene. Era una allegra casba, senza offesa per il Maghreb. Un ininterrotto rumore e vocio nei corridoi e sulle scale, continue camminate e capannelli lungo i corridoi, trasformati in piccole vie del passeggio, durante le normali ore di lezione. Mi ci vollero sei mesi, correndo di piano in piano, facendo rientrare i ragazzi in classe, chiudendo le porte, parlando, spiegando a cosa serviva una scala di emergenza, e, al caso, comminando qualche sanzione per i più ostinati. Molti docenti, sfiniti, avevano gettato la spugna. Alcuni ragazzi avevano difficoltà a passare sei ore in classe”. Oggi invece sono pronti a entrare alle sette a scuola con l’ora zero, iniziativa che li porterà in aula con anticipo, dal 2 maggio per recuperare in diverse materie.

Mi pare che non fu facile risalire la china. 

“Tutti i presidi di Tivoli di allora furono contro: ‘Perché vuoi un liceo linguistico a Guidonia? Ne abbiamo due a Tivoli! Con venti minuti i ragazzi di Guidonia sono a Tivoli!’. E simpatiche menate del genere. La nostra pratica di richiesta del Liceo Linguistico firmata dal Collegio Docenti e dal Consiglio di Istituto, approvata dalla Provincia si “perse”, improvvisamente, nel passaggio dalla Provincia alla Regione. Dovetti redarre di nuovo, in mezz’ora, un riassunto della richiesta e rispedire tutti i documenti in copia autenticata, poco prima che si riunisse la Giunta regionale. Alla fine, come anticipavo, ottenemmo il Liceo Linguistico. Misteri d’Italia… Da allora nessun nuovo indirizzo di studio …”

Fuori il sassolino, Preside, parli liberamente.

Lontano da me la polemica politica. Ma desidererei soffermarmi sulla politica culturale. Negli ultimi anni la Regione Lazio ha trattato con più attenzione la città di Tivoli che non la città di Guidonia Montecelio, circa gli indirizzi di studio. Non si può non riconoscere che Tivoli è storicamente e culturalmente “superiore” a Guidonia Montecelio. Ma, mi passi il paragone: se Tivoli è la Gran Bretagna, Guidonia Montecelio sono gli Stati Uniti d’America. I cittadini di Guidonia Montecelio non debbono venire “dopo” i tiburtini nelle scelte scolastiche regionali. Non vogliono essere dimenticati dalle agende politiche degli enti pubblici, del Parlamento, dei Ministeri.  In un futuro non lontano, ogni abitante di Guidonia Montecelio vorrà usufruire di un ospedale, di un tribunale, di una facoltà universitaria, di una diocesi. E di tutti gli indirizzi di studio superiori cui una città di centomila abitanti ha diritto.  Purtroppo dal 2015 al 2019, ci sono stati bocciati sia al Miur Lazio, sia in Regione, gli indirizzi chiesti dal Collegio dei Docenti e dal Consiglio di Istituto, ossia dal territorio: bocciato il liceo delle Scienze Applicate; bocciato il Liceo Artistico Multimediale, bocciato il Liceo Musicale, bocciato il Liceo Classico. La città di Tivoli, contemporaneamente, invece, ha ricevuto ogni anno nuovi indirizzi, o articolazioni di indirizzo, arrivando al doppio degli indirizzi di studio rispetto alla città di Guidonia Montecelio, con il rapporto di popolazione che tutti conoscono. Costringendo così molti abitanti di Guidonia Montecelio e Sant’Angelo Romano a viaggiare su Tivoli. Non si può far finta di non vedere tutto ciò. Però, per onestà intellettuale, debbo dire che quando Massimiliano Smeriglio, scrittore e assessore regionale alla scuola, ha scoperto la bella realtà del polo Majorana-Pisano ci ha fatto i complimenti. Ci ha incoraggiati.  

Mi scusi, ma il suo Istituto raccoglie già ben sei indirizzi. O no?

Spieghiamo. Su richiesta delle famiglie e degli organi collegiali, nel 2013-14, il MIUR accorpò la sezione staccata del Liceo delle Scienze Umane, allora dipendente dall’Isabella d’Este di Tivoli, da alcuni anni presente a Guidonia Montecelio.  Successivamente, sempre su richiesta delle famiglie, i docenti dell’ex Pisano, chiesero al Collegio dei Docenti del Majorana, di unirsi al Polo Liceale, poiché il Pisano, in reggenza, perdeva cinquanta ragazzi ogni anno, e divenne sottodimensionato. La fusione con il Polo liceale, sempre proposta dagli organi collegiali, e poi sancita dal MIUR, era inevitabile. Fusione che ha dato e dà i suoi frutti.  Ecco dunque i sei indirizzi: tre liceali e tre tecnici. Ma ripeto: a parte il Liceo Linguistico gli altri cinque indirizzi di studio erano da anni presenti nella nostra città.  

Insomma, perché lei vorrebbe altri indirizzi di studio?

La questione degli indirizzi va spiegata al lettore. Non è che aumentando gli indirizzi immediatamente aumentino gli allievi, come qualcuno teme.  Gli abitanti del territorio, per il momento, sono quelli. Gli spazi quelli.  Invece si offrirebbe semplicemente una scelta più variegata alle famiglie, una opzione più ampia per i nuovi iscritti al fine di evitare molte bocciature al biennio. Infatti, diversi ragazzi, per esempio, si iscrivono al liceo scientifico perché avrebbero voluto frequentare un liceo musicale o multimediale che non trovano sul territorio, ma poi rallentano il percorso. Sarebbe opportuno che, in un prossimo futuro, con una town in rapida crescita demografica, si introducessero nuovi percorsi formativi per i nostri adolescenti, e non si soffocasse il loro desiderio di studiare nuove discipline sul proprio territorio. Il cittadino-elettore, in sostanza, chiede alla politica di pensare al futuro dei propri figli, innanzitutto sul piano della formazione. 

Parliamo dell’ora zero, una sua invenzione.

A esser sincero, non è una mia totale invenzione. La vidi adottata in un liceo di Budapest, nel dicembre del 1995, quando fui invitato lì come conferenziere. È un’ora facoltativa che inizia alle 7 e gli studenti ungheresi la usano principalmente per le materie alternative/complementari. Mi colpirono i ragazzi che con il cielo buio, la neve e la temperatura a meno 10°, venivano a scuola sereni e motivati. Tornato in Italia, ero docente di lettere al Pisano, con il permesso del preside di allora, l’adottai per le mie due classi quinte, alfine di prepararle bene per la maturità. Tra quegli allievi e allieve vi era Karen Trentini, la futura moglie di Riccardo Fogli, che ancora oggi mi rimprovera scherzando quelle levatacce. Quest’anno l’ora zero partirà, in via sperimentale, per le materie di matematica, fisica e inglese. Cerchiamo di far recuperare agli allievi le insufficienze ed evitare loro, se possibile, la bocciatura. Sono grato alle docenti Maria Serena Baione, Pinella Migliore e Annalisa Abbondanza, per la loro disponibilità, grazie alle quali parte de facto l’«ora zero»: dal 2 maggio, ore 7.10.  E, ovviamente, grazie ai ragazzi che hanno aderito. Naturalmente, accetto il suo consiglio: dopo l’«ora zero» ci riposeremo con le iniziative, per non esagerare.

Il giudice Giancarlo Caselli, quando venne a Guidonia, due anni fa, al Majorana-Pisano, per il convegno contro le mafie, vedendo le molteplici attività della scuola, la definì “preside vulcanico”. Non è che facendo troppe cose poi il vulcano si spegne?  

Può succedere. Ma bisogna essere realisti e ottimisti. Nel primo caso, prima o poi le idee mancheranno e pure l’energia, l’età avanza. Nel secondo caso, chi verrà, a fine mio incarico, saprà sicuramente fare meglio. 

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