Home Cronaca Acqua non potabile, Guidonia e altri Comuni avvisati dopo tre giorni. Ammaturo: “Il sindaco non ha avvertito la città in modo adeguato”

Acqua non potabile, Guidonia e altri Comuni avvisati dopo tre giorni. Ammaturo: “Il sindaco non ha avvertito la città in modo adeguato”

Acqua non potabile, Guidonia e altri Comuni avvisati dopo tre giorni. Ammaturo: “Il sindaco non ha avvertito la città in modo adeguato”

Otto Comuni senza acqua potabile, basterebbe questo a creare il caso invece ci sono fax inviati in tempi diversi, a Guidonia un’ordinanza firmata “senza la dovuta pubblicità”. E’ con una interrogazione di fuoco che Giovanna Ammaturo, consigliere di Noi con Salvini, alza il polverone sul disservizio che sta coinvolgendo i municipi che fanno capo al Consorzio idraulico sabino. Tra questi c’è la terza città del Lazio, appunto, per la zona che comprende Montecelio, Casette e l’area delle Cementerie, il resto infatti è in mano a Acea. Tutto si è scatenato lunedì anche se a Moricone l’ordinanza è stata firmata tre giorni prima.

Il lunedì dei fax. E’ l’undici settembre che esplode il putiferio, ma è solo grazie al Comune di Palombara che la questione inizia a circolare. Un malfunzionamento alle cloratrici ha portato alla mancata disinfezione dell’acqua erogata dal Consorzio, che con una lettera invita quindi i comuni a emettere ordinanza per vietare l’utilizzo. La nota ha in indirizzo Montorio Romano, Montelibretti, Moricone, Palombara Sabina, Sant’Angelo Romano. Inoltre va all’Acea per i Comuni di Guidonia Montecelio, Marcellina e San Polo dei Cavalieri. Oltre a due recapiti militari: Cepolispe di Montelibretti e il Centro Militare di Equitazione a Montelibretti.

Ordinanze in tempi diversi. “Di questi Comuni – scrive Ammaturo nell’interrogazione – tre all’una di notte del 12 settembre non avevano emesso alcuna ordinanza: Montorio Romano, Marcellina e Sant’Angelo Romano”. In effetti a Marcellina sarà firmata e pubblicata martedì, a Sant’Angelo viene firmata il lunedì e pubblicata il giorno dopo, a Montorio il sito internet invece non ne dà traccia. A Montelibretti lunedì, lo stesso a Palombara Sabina, anzi nell’ordinanza si indica anche l’ora in cui è arrivata la nota del Cis: ore 13 e 08 e ben evidenziando che dal prelievo effettuato da Arpa risulta “la non conformità dei coliformi in assenza di cloro”. A San Polo dei Cavalieri la data è sempre di lunedì 11, “la nota del Cis era arrivata alle 13,32 – dice la consigliera – il sindaco ha chiesto al Consorzio e Acea di fornire ulteriori e dettagliate notizie. Alle 18 e 58 Acea ha rappresentato al sindaco le condizioni necessarie all’emissione di apposita ordinanza di divieto di potabilità dell’acqua”.

Moricone, la nota arriva tre giorni prima. Non tutte le ordinanze sono dell’11 e a seguire, a Moricone infatti la firma è dell’8 settembre. Nell’ordinanza si legge che in quel giorno infatti arriva la segnalazione della Asl relativa agli esiti su campioni di acqua prelevata il 5 settembre sulle fontanelle pubbliche di Moricone con le quali l’Arpa Lazio comunica la non conformità di coliformi totali. Poi sempre l’8 settembre c’è la nota del Consorzio Idraulico Sabino che “rappresenta il malfunzionamento dell’impianto di clorazione delle acque e quindi il verificarsi di disservizi considerato che è stato comunicato alle 16 il ripristino dell’impianto di clorazione – dice l’ordinanza stessa – ritenuto che in attesa di risultati di nuove analisi è necessario vietare l’uso dell’acqua per uso umano”. Per gli altri Comuni però serviranno altri tre giorni in cui i cittadini continuano a bere acqua non potabile.

ammaturoLe denunce di Ammaturo. Ecco quindi che la consigliera vuole vederci chiaro sulle “differenti valutazioni ed azioni intraprese, anche con 72 ore di anticipo, nei Comuni sebbene facenti parti di unica organizzazione: il Consorzio Idraulico Sabino”. E su Guidonia c’è il riflettore, qui l’ordinanza è di lunedì sera: “Questa amministrazione non ha avvertito per tempo la città e nei modi più adeguati – rimprovera Ammaturo – Una ordinanza sindacale di grave effetto per la salute va divulgata in maniera capillare con utilizzo di tutte le risorse possibili per evitare rischi e contagio e non solo attraverso la pubblicazione online o i like sui social a cui il suo gruppo politico è genuflesso. E’ mancato lo spirito di comunità verso chi a sua insaputa ha utilizzato, bevuto, lavato con acqua che è un bene primario, non sapendo a cosa andasse incontro. È venuto meno il principio della pubblicità e della massima conoscibilità”.

Le domande a Barbet. Ma non finisce qui, la consigliera chiede al sindaco Barbet “perché ha taciuto sulle varie fasi ben evidenziate dal sindaco di Moricone”. E ancora di conoscere le motivazioni e i giorni della mancata clorazione e chi sono i responsabili dell’errore e “se si vuole procedere per attentato alla salute pubblica”. Sui controlli “perché la contaminazione è stata evidenziata da Arpa Lazio e non dal Consorzio”, quanti sono i monitoraggi effettuati dal Cis, e dove sono pubblicati. “Perché ci sono stati Comuni avvertiti prima di Guidonia Montecelio e perché pur appartenendo al medesimo Consorzio si sono evidenziati diversi modus operandi che fanno ritenere che irresponsabilmente non esiste un protocollo di sicurezza ed una sola cosa da fare in certi casi uguale per tutti i Cittadini mettendo in pericolo tante vite umane oltre ai danni sociali che può comportare una infezione di massa”. A non suonare alla Ammaturo è perché la nota originaria sia stata firmata dal direttore finanziario del Cis e non dal presidente e dal direttore che vanno convocati “per chiarire i troppi punti oscuri”. A questo punto il consiglio dovrebbe occuparsi del caso, valutando – è opinione della Ammaturo – se continuare o abbandonare il consorzio. geape.

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