Setteville Nord in rivolta contro la mega antenna

Monta la protesta a Setteville Nord per l’installazione di un’antenna alta 30 metri che svetta a poca distanza da case, scuole, negozi e parrocchie. “Il ripetitore va rimosso” dicono senza se e senza ma i cittadini che si sono riuniti in un comitato di quartiere per dare battaglia contro l’ennesimo schiaffo all’ambiente e al territorio. Denunciano l’assenza dell’amministrazione di Guidonia Montecelio alla quale chiedono adesso di intervenire.

“L’obiettivo primario è che venga tutelato il nostro benessere e quello dei nostri bambini – scrive il comitato Setteville Nord in una lettera per il sindaco Michel Barbet – Sappiamo bene, come d’altronde voi, quanto lItalia sia in ginocchio per la questione salute, in quanto ogni singolo essere umano ha una o più ferite aperte per la pandemia ancora in corso, quindi confidiamo nella vostra professionalità e comprensione”. L’antenna è stata collocata in via Valle dellAniene angolo via Tivoli, per i residenti un pericolo reale per la salute e l’ambiente. “Mettiamo in coda laspetto economico perché al momento meno rilevante – aggiungono – tuttavia la svalutazione immobiliare, e il conseguente screditamento dellintero quartiere sarà un altro effetto negativo”.

A causa delle normative permissive, denunciano, Setteville Nord si sta trasformando. “Il quartiere é costituito prevalentemente da abitazioni singole e piccoli condomini orizzontali e chi vive qui ha scelto un luogo pulito, arioso, senza traffico, con una qualità di vita migliore rispetto ai centri urbani chiassosi e deleteri delle grandi metropoli. La scelta di vivere in un contesto più salubre, non può essere deturpata da colossi di metallo alti come grattacieli, installati a pochi passi dalle finestre delle abitazioni le quali saranno irradiate da onde elettromagnetiche costanti”. Tra l’altro la più recente non è nemmeno l’unica, visto che un’altra antenna è a 177 metri su via Marco Simone angolo via Valle dell’Aniene.

“Siamo consapevoli della pubblica utilità di un servizio – scrivono ancora – ma ci sono degli equilibri da considerare e soprattutto da rispettare per il bene comune. Se la pubblica utilità mette a repentaglio la salute, lambiente e leconomia di una comunità vi é uno squilibrio. Se non ci preoccupiamo degli altri fattori che determinano tale equilibrio, la questione non é più pubblica, il popolo si sente abbandonato, incapace di reagire ai soliti poteri forti che possono imporre le grandi compagnie e le negligenze dei silenzi assenzi delle istituzioni. Impedire linstallazione equivale non solo ad una vittoria ma al contributo delle istituzioni al vero benessere e alla salute dei cittadini”. E tutto – concludono – è avvenuto senza che il sindaco mettesse piede nell’area scelta per l’installazione: l’unica valutazione è stata quella tecnica e economica.