Una storia poco conosciuta o forse, è più corretto dire, volutamente dimenticata che viene ricordata in tutta la sua complessità grazie ad una analisi lucida spinta dall’amore per la verità e per la Storia nel suo significato più profondo. Si intitola “ll boia di Stalin: vita di Lavrentij Berija” l’ultima opera di Riccardo Luciani, storico nato e cresciuto a Tivoli, autore già di due saggi, che oggi torna nelle librerie con la sua ultima fatica letteraria, edita da Idrovolante. La penna di Luciani ci riporta indietro nel tempo, nell’Unione Sovietica stalinista raccontando la vita di un visionario, come lui stesso lo descrive, ambiguo, freddo e spietato quando si trattava di uccidere ma lungimirante in politica. Delfino dell’ “uomo d’acciaio” e figura sicuramente complessa, l’autore racconta gli anni che vanno dal 1938 al 1953, mettendo in luce i crimini e le ambiguità arrivando ad ipotizzare e considerare alcune scelte decisamente azzardate avvenute alla morte del dittatore, tentativi di destalinizzazione già prima di Nikita Kruscev. Berija sarà condannato a morte come traditore dell’URSS, le sue ceneri disperse in mare e il suo nome cancellato ufficialmente dalla storia dell’Unione Sovietica. Questo libro restituisce alla memoria collettiva un personaggio che la Storia del suo paese voleva dimenticare. alc
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