Home Politica Sentenza Terme, Ideazioni attacca: “Si rischia il dissesto, subito in Consiglio”

Sentenza Terme, Ideazioni attacca: “Si rischia il dissesto, subito in Consiglio”

Sentenza Terme, Ideazioni attacca: “Si rischia il dissesto, subito in Consiglio”

La “querelle Terme” non finisce qui. Dopo la pubblicazione della sentenza che nei fatti dà ragione al socio di minoranza della Acque Albule spa, che quindi può restituire al Comune il suo 40% delle azioni, gli animi della politica tiburtina si agitano da levante e ponente. A chiedere di fare subito luce sui prossimi passi che l’amministrazione civica intende fare è il gruppo di Ideazioni, capeggiato in aula dal candidato a sindaco, Giovanni Mantovani. Uno che di Terme, va detto, se ne intende, visto che nel Proietti I ricopriva l’incarico di presidente del consiglio di amministrazione della società per azioni. Oggi la compagine che siede alla sinistra del sindaco in aula consigliare, passa al contrattacco paventando quello che nei corridoi si osa solo sussurrare: la possibilità che l’ingente somma da sborsare in favore del Ragionier Terranova, patron della Fincres spa, titolare del pacchetto di minoranza, porti le casse comunali al dissesto. “Ideazioni, unione tra i riformatori e i progressisti di Tivoli indica nel sindaco Proietti e nella sua Amministrazione i responsabili primari della situazione attuale che potrebbe portare al dissesto finanziario il Comune e a far pagare ai cittadini le conseguenze di una gestione fallimentare della questione terme – fanno sapere in una nota diffusa a mezzo social -. Responsabilità primarie da condividere con quanti, negli ultimi anni, da Gallotti a Proietti, dalla violazione dei patti parasociali e al loro mancato rinnovo, datato 2011, fino ad arrivare all’incapacità dell’amministrazione Proietti (di cui fanno parte molti esponenti dell’allora amministrazione Gallotti) a trovare qualsivoglia soluzione, hanno omesso di fare, non adottando comportamenti coerenti ed efficaci per scongiurare i rischi legati ad una sentenza negativa, chiaramente annunciata”. Insomma il peccato originale risalirebbe all’ultimo governo di centro destra, quando l’allora sindaco Sandro Gallotti non ha rinnovato i patti parasociali, nati per regolare i rapporti tra pubblico e privato. Sulla bontà di quel documento, che nasce nel 2001 quando è stato portato a compimento il processo di privatizzazione parziale dell’azienda, si potrebbe parlare per giorni e giorni e questo giornale l’ha fatto, anno dopo anno, seguendo le azioni che di volta in volta i sindaci hanno messo in campo. Sicuramente ci siamo trovati di fronte al caso più unico che raro che vede il pubblico armarsi fino ai denti per tutelare gli interessi del privato. Tant’è. Nei fatti oggi il tema è diventato un altro: come uscire dal baratro dei conti che tremano senza portare il comune sull’orlo del precipizio. Su questo Ideazioni ha le idee, perdonate il gioco di parole, chiare:  “Chiederemo la convocazione di una seduta straordinaria del consiglio comunale, in modo da fare chiarezza su quanto accaduto e soprattutto per sapere cosa accadrà, considerando che, a breve, si dovrà approvare il bilancio e che ricadrà sui consiglieri l’onere di trovare la copertura finanziaria di questo enorme debito, con il rischio d’incorrere pure in eventuali danni erariali”. alc

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