Home Cronaca Procura Tivoli, reati di maltrattamenti in famiglia aumentati del 50% nel 2017

Procura Tivoli, reati di maltrattamenti in famiglia aumentati del 50% nel 2017

Procura Tivoli, reati di maltrattamenti in famiglia aumentati del 50% nel 2017

I reati di maltrattamenti in famiglia sono aumentati del 50 per cento nel 2017. E’ un altro dato che emerge dalla relazione presentata ieri dalla procura di Tivoli, diretta da Francesco Menditto. Erano 247 l’anno prima e somo arrivati a 354. Frutto (positivo) di un aumento delle denunce come diretta conseguenza dell’azione della procura che ha anche istituito un apposito sportello per l’accoglienza delle vittime vulnerabili. In un contesto in cui continuano ad essere “diffusi sul territorio, seppur di difficile emersione” i delitti di natura sessuale e stalking. Complessivamente sono drammaticamente stabili: 300, di cui un sesto contro ignoti. Rispetto all’anno precedente sono aumentate le violenze sessuali: da 39 a 47. Ma i dati rivelano numeri più pesanti negli anni precedenti: andando a ritroso 82, 81, 74, 70, 90. “Va precisato – spiegano dalla procura – che l’ultimo intervento legislativo, con la previsione di una nuova tipologia di persona offesa in condizioni di particolare gravità richiede un maggiore impegno da parte dell’autorità giudiziaria nei procedimenti ai danni di tali soggetti. Per tale ragione è stata adottata apposita direttiva alla polizia giudiziaria circa le modalità di assunzione di sommarie informazioni da minori e persone particolarmente vulnerabili”.

Il caso. La procura di Tivoli ha anche contribuito ad adottare nuovi strumenti di tutela della donna vittima. In vista della scarcerazione di un uomo condannato a due anni e sei mesi per gravissimi maltrattamenti ai danni della moglie sono stati segnalati i rischi che correva la donna che viveva nel terrore di essere aggredita. E non c’erano provvedimenti da adottare nell’ambito del codice di procedura penale se non la commissione di un nuovo reato, “con evidenti effetti devastanti – sottolinea la procura – per la credibilità delle istituzioni”. Così, allestito di un approfondimento da cui il pericolo imminente emergeva dal comportamento dell’uomo in carcere, la procura ha chiesto e ottenuto dal tribunale di Roma in soli due giorni un provvedimento provvisorio di divieto di soggiorno nei luoghi frequentati dalla donna ai sensi dell’articolo 9 del codice antimafia, notificato prima della scarcerazione. Successivamente il provvedimento è diventato definitivo. Una operazione che ha rappresentato un precedente importante, poi utilizzato da altre autorità giudiziarie. RedCro

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