Home città Guidonia Primo summit del centrodestra, a spaccare è il governo Rubeis. Noi con Salvini: “Discontinuità”. I forzisti: “Non rinneghiamo”. Intanto si apre alle civiche

Primo summit del centrodestra, a spaccare è il governo Rubeis. Noi con Salvini: “Discontinuità”. I forzisti: “Non rinneghiamo”. Intanto si apre alle civiche

Primo summit del centrodestra, a spaccare è il governo Rubeis. Noi con Salvini: “Discontinuità”. I forzisti: “Non rinneghiamo”. Intanto si apre alle civiche

 

 

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Alle 18 sono i primi ad arrivare, da una parte della strada l’azzurro Stefano Sassano, dall’altra Maria Rosaria Iasevoli di Noi con Salvini, l’avvocato e l’architetta tengono alla puntualità, ma le riunioni politiche si sa come vanno, almeno una canonica mezz’ora di ritardi. Così man mano la piccola traversa parallela a via Roma si anima dei big del centrodestra in conclave per la prima volta dopo la caduta dell’amministrazione di Guidonia Montecelio: lunedì pomeriggio c’è la riunione indetta da Fratelli d’Italia e ospitata nella sede forzista. L’obiettivo è costruire una coalizione unita per le prossime elezioni: all’uscita, intorno alle 20, c’è la solita soddisfazione generale per essere riusciti quanto meno a sedersi intorno al tavolo, ora i partiti hanno il compito di riunire ciascuno i propri dirigenti e poi si tornerà a incontrarsi. Il nodo è come andare avanti, una linea di demarcazione tracciata dal segretario provinciale di Noi con Salvini, Marco Mercante (coordinatore anche a Guidonia), chiede “discontinuità” rispetto al governo Rubeis, altrimenti “noi saremo fuori”. E su questo si apre lo scontro con una parte di Forza Italia, quella fedele all’ex sindaco ai domiciliari e rappresentata nella stanza da Andrea Mazza e Michele Venturiello, “se ci viene chiesto di rinnegare non se ne fa niente”.

Intanto il parterre. Quattro simboli, l’organizzatore del summit è Marco Silvestroni, segretario provinciale di Fratelli d’Italia che ha preso in mano anche la guida del partito a Guidonia. Ma la delegazione è a due, insieme a lui a sorpresa c’è Mario Pozzi coordinatore regionale dei giovani meloniani, niente Messa e nemmeno Bertucci. Gli azzurri di governo sono gli ultimi ad arrivare, il capogruppo uscente Michele Venturiello, quindi il segretario provinciale Adriano Palozzi insieme all’ex assessore Massimo Cacciotti e al coordinatore cittadino Andrea Mazza. Nella delegazione di Forza Italia, Sassano che ha sciolto il consiglio è in minoranza. Noi con Salvini, c’è il provinciale Mercante, e la vice di Guidonia Iasevoli e poi per i Conservatori Riformisti Alfio Tangredi che dopo un paio d’ore commenterà, “speriamo che si riesca ad andare avanti”. In effetti serve speranza.

Un’ora e mezza di vertice. Il mantra che ripetono un po’ tutti quando ormai è sera e scendono le scale, è “riunione interlocutoria”. Un primo appuntamento, quelli da cinema e ristorante senza parlare del passato, e invece qualcuno è andato proprio lì. A toccare il nervo scoperto, l’argomento tabù, l’impronunciabile questione che divide più del derby. La caduta del governo Rubeis. Nel chiuso del palazzo dove campeggia la scritta Forza Italia, è Marco Mercante a esigere il giro di boa, la “discontinuità” da quell’amministrazione per fondare su nuove basi la coalizione. Inutile dirlo, l’opposizione dura è arrivata da Venturiello e Mazza.

Scordiamoci il passato, anzi no. Polo verde – non sarà casuale – il segretario di Noi con Salvini racconta: “Abbiamo ragionato per creare un centrodestra unito, noi siamo di questa idea su tutta la provincia. Ma Guidonia Montecelio è un caso particolare, quindi abbiamo chiesto discontinuità politica: qualcosa non ha funzionato. E con i metodi di gestione di prima noi non possiamo stare dentro”. Sono “inevitabili divergenze” per Sassano, “emerse rispetto al percorso da seguire, che potranno essere superate se ci sarà impegno da parte di tutti”. L’organizzatore è sorridente quando sta per andare, “una riunione proficua” dice Silvestroni, “abbiamo gettato le basi per iniziare un lavoro che dovrà prevedere un allargamento ad altre forze politiche, noi non chiudiamo a nessuno. Ora convocherò il partito”. Fratelli d’Italia è stata al timone del Palazzo fino all’ultimo, il tema della rottura con quel passato è dolorosa anche lì, dove – come ha detto un giovane forzista a riunione – ci sono due anime, cioè Messa (filo governativo) e Bertucci (che si era dimesso da tempo). “E’ un tema che oggi noi non poniamo – dice Silvestroni – e il fatto che siamo stati al governo non significa che la discontinuità sia un problema, ma è prematuro parlarne adesso quando dobbiamo creare le motivazioni per programmare il futuro di Guidonia Montecelio”.

Mondo forzista. Va di fretta, mille impegni, trova un minuto per commentare il summit Palozzi: “Un incontro positivo, abbiamo messo in piedi un tavolo fondamentale per analizzare gli errori del passato e ripartire insieme. C’è la volontà di andare al voto uniti – dice il segretario provinciale degli azzurri – oggi è emerso un percorso comune e ognuno creerà le condizioni dentro il proprio partito, per noi il lavoro è nelle mani del coordinatore cittadino”. Cioè Andrea Mazza. L’ex consigliere vede bene il “dialogo” ma avverte: “Per quanto riguarda la posizione di Noi con Salvini, con Venturiello abbiamo specificato che il tavolo non si può improntare sulla discontinuità, rinnegando l’esperienza di governo. Adesso riunirò il partito e intanto allarghiamo ad altre realtà”. Un aspetto questo sul quale insiste molto il capogruppo uscente, che subito dopo il vertice si incontra con pezzi dell’ex staff di Rubeis: “Questa riunione è stato un primo approccio, positivo ma va allargato ad altri soggetti”. Per l’avvocato Venturiello si deve cominciare subito “dalla lista civica Rubeis, e da Marini e Lombardo, e ci sono anche altre esperienze che si affacciano e vanno coinvolte”. Sul fronte caldo della discontinuità è netto, “se abbiamo bisogno di un bagno purificatore per andare avanti allora questa esperienza non può esserci. Io mi impegno al massimo su un progetto nuovo basato sulla competenza, se devo camminare con il torcicollo allora rifletterei su cosa fare”. D’altronde aggiunge, gli attacchi anche sul buco di bilancio sono strumentali (“la colpa è del centrosinistra”). Diversi mesi davanti, con un quadro politico tutto da definire, “a maggio del 2017 mancherà meno di un anno alle regionali e alle politiche e avrà una sua influenza”. Senza contare l’uscita di Eligio Rubeis. Ma questo, l’avvocato, non lo dice.

Gea Petrini

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