Gli si irrigidisce la voce quando ricorda le elezioni amministrative del 2016, “le peggiori di sempre”, e altrettanto forte è la percezione che i cittadini questa volta abbiano scelto la credibilità delle proposte territoriali, le alleanze a trazione democratica, l’autorevolezza a Roma di Roberto Gualtieri. Sono le ore del post vittoria e Rocco Maugliani parla di dati “straordinari” emersi dalle comunali, basti pensare a Roma certo, ma anche a Latina. Il segretario del Pd della provincia di Roma è convinto che l’intesa con i cinque stelle sia la prospettiva a ogni livello, anche a Guidonia Montecelio dove non risparmia il civico Aldo Cerroni e apre alle “vere” forze civiche per costruire un’alleanza politica per le elezioni del 2022 quando “la scelta sarà tra noi e la destra con gli eredi di Rubeis”.
Le elezioni amministrative in Italia hanno visto la vittoria del centrosinistra, del Pd. Oltre le vostre aspettative?
Alle amministrative abbiamo ottenuto un risultato straordinario al netto del problema dell’astensionismo, in parte fisiologico a causa di questa fase del covid, ma che sicuramente preoccupa. Penso però che sia stata premiata l’offerta politica del centrosinistra e del partito democratico che ha messo in campo alleanze il più possibile larghe. È stata premiata la coerenza nella gestione della pandemia e nel governo Draghi, una coerenza che non ha avuto il centrodestra che non ha le idee chiare su nulla.
Tutte vittorie importanti per il centrosinistra da Milano a Cosenza, ma sicuramente la partita di Roma era molto delicata, per l’importanza anche simbolica sul piano nazionale che rappresenta la capitale d’Italia e perché a Roma dopo il governo Raggi c’erano forti aspettative sul centrodestra, in particolare su Fratelli d’Italia con un candidato sindaco, Michetti, voluto proprio da Meloni. Che cosa è successo?
Intanto una lettura superficiale che il centrodestra dà di Roma. Roma è una città progressista con una destra sociale forte che riesce a governare se intercetta un elettorato diverso con un certo tipo di candidature, e non è avvenuto. Noi abbiamo puntato su una figura di prestigio, Roberto Gualtieri, che è stata sottovalutata. Roberto Gualtieri è stato eletto tre volte al Parlamento europeo con risultati importanti proprio nella capitale, è di Roma, conosce la città, è stato sostenuto da molti sindaci europei, Michetti forse ha dimenticato il ruolo che Gualtieri ha avuto nel governo Conte per portare risorse in Italia che in parte saranno investite su Roma. Gualtieri è una figura mite e competente che ha portato al risveglio del nostro elettorato tornato a casa in queste elezioni.
Se è vero che il centrodestra è uscito sconfitto da questa tornata, c’è però un’altra forza politica che perde consensi, il Movimento 5Stelle che in diverse città italiane è ormai vostro alleato. Che prospettiva c’è con i 5Stelle di Conte?
Una prospettiva strategica. Che il movimento uscisse ridimensionato a livello di consenso si poteva prevedere per le molte difficoltà registrate dalle amministrazioni comunali guidate dai 5Stelle elette nel 2016. Il movimento ha attraversato una fase di definizione, e quando esci dall’ambiguità è naturale che paghi un prezzo elettorale ma i sondaggi nazionali li danno sempre a percentuali importanti. Il movimento oggi è sicuramente una forza politica più solida.
In provincia di Roma com’è andata?
Su 39 comuni che andavano al voto abbiamo vinto in 23 comuni, e in tre dei quattro maggiori in termini di popolazione: Bracciano, Frascati, Mentana.
Nei territori avete messo in campo schemi di alleanze diversi, in alcune realtà con i 5Stelle, in altre con i movimenti civici.
Sicuramente l’alleanza con i 5Stelle avrebbe premiato anche a Marino dove il sindaco uscente ha perso al ballottaggio con il centrodestra, avremmo vinto anche lì. L’intesa con le forze civiche è stata premiata a Bracciano dove il candidato sindaco ha messo insieme un’alleanza politica che ha spazzato via l’amministrazione uscente. A Mentana avevamo un partito in difficoltà che si stava ricostruendo e siamo entrati in un’alleanza a sostegno del sindaco civico Marco Benedetti, è vero non abbiamo presentato il simbolo del partito ma lo abbiamo fatto senza nasconderci, dicendo agli elettori che eravamo noi, e questo ha permesso a Benedetti di vincere al primo turno. A Frascati ha premiato la candidatura di Sbardella in un’alleanza che vede centrale il partito democratico in un centrosinistra che in alcune liste ha saputo attrarre pezzi dell’elettorato moderato. È stata una vittoria complicatissima perché al ballottaggio non c’era il centrodestra ma un candidato sindaco civico, che poi è d’Italia viva, un osso duro.
E poi c’è stato il risultato di Latina.
Un dato straordinario insieme alla vittoria di Cisterna. La vittoria a Roma, la guida della Città Metropolitana di Roma con Gualtieri, il rapporto con il Movimento 5Stelle e le forze civiche, la vittoria a Latina, potranno far rivincere il centrosinistra alle regionali del Lazio. Oggi governiamo a Roma, a Latina e a Guidonia Montecelio, le tre città più importanti della regione.
A proposito di Guidonia tra il primo e il secondo turno di queste amministrative che non hanno interessato la città che andrà al voto nel 2022, il partito democratico è entrato nel governo locale con i 5 Stelle. Un fatto politico importante che ha generato molte reazioni. Ci si chiede come sia possibile governare insieme dopo il giudizio così negativo di questi anni che il Pd ha avuto sull’inefficienza dei cinque stelle. Ci si chiede anche come concretamente in questi pochi mesi che restano fino alle elezioni possano esserci dei risultati concreti dalla nuova gestione. Così glielo domando in maniera diretta, è davvero un’alleanza per governare e fare qualcosa per la città oppure è solo una tattica di posizionamento pre-elettorale?
Mi piacciono le domande dirette perché consentono risposte dirette. Io ho consacrato la mia vita politica a una frase che ha detto Pietro Nenni, cioè che la politica si fa con i sentimenti e non con i risentimenti. Tante cose ci hanno diviso dal Movimento 5Stelle anche a livello nazionale ma nella pandemia proprio nel Governo abbiamo condiviso l’idea di un Paese e nel Lazio l’idea di una Regione. Come diceva lei, a Guidonia Montecelio non abbiamo fatto sconti di fronte agli errori amministrativi ma abbiamo anche riconosciuto le enormi difficoltà che l’amministrazione si era trovata a gestire. Un Comune ridotto allo scempio dopo le eclatanti vicende che hanno riguardato il centrodestra a Guidonia, un Comune in cui si era profondamente incrinato il rapporto con i cittadini. Ricordiamo che i 5Stelle hanno vinto al ballottaggio con un astensionismo record. Hanno portato la loro inesperienza al Comune ma anche la loro onestà e la voglia di cambiamento. Una onestà e una voglia di cambiamento che noi abbiamo visto realmente quando abbiamo iniziato a collaborare su alcuni temi di carattere anche regionale. Così quando il sindaco Michel Barbet ha rivolto un appello mettendo in discussione anche la sua ricandidatura, io ho visto un profondo atto di amore che ha fatto alla città. Per noi sarebbe stato più facile restare all’opposizione, invece ci siamo messi in gioco per costruire una coalizione e un’offerta politica che sia larga, credibile e inclusiva. È bene ricordare che i problemi di Guidonia Montecelio non si risolvono partendo dalla sindrome di autosufficienza.
L’evento al Car di lancio della nuova alleanza 5Stelle e Pd ha generato diverse reazioni. Il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti dopo qualche ora, in un post su Facebook, ha sottolineato l’importanza di questa nuova fase politica per Guidonia che è in sintonia con quanto avviene già in Regione dove si governa da Italia Viva e Azione fino ai 5Stelle. Questo post di Zingaretti ha scatenato molti commenti, tra cui quello di Aldo Cerroni che è un autorevole esponente del mondo civico di Guidonia Montecelio. Cerroni ha in qualche modo rimbrottato Zingaretti di non essere bene formato sui fatti di Guidonia perché in città sia Italia Viva che Azione non appoggiano questa alleanza che i civici bocciano senza appello. C’è molta tensione a quanto sembra.
Ho trovato questa uscita un errore e un autogol. Vorrei che Cerroni ritrovasse un po’ della serenità perduta, perché io Aldo lo stimo davvero e penso di averlo ampiamente dimostrato. Nel 2017 ho cercato in tutti i modi di fare l’accordo con lui e il Polo civico sia al primo turno sia dopo al ballottaggio e nel 2018 ho caldeggiato la sua candidatura alla Camera dei deputati per il centrosinistra. Ritenevo che potesse essere un punto di partenza per costruire un percorso comune. Per lui evidentemente era un punto di arrivo e dopo la sua mancata elezione è finita lì. Non avremmo avuto problemi a dialogare in questo frangente ma mi è parso che le loro priorità fossero altre. Abbiamo fatto le nostre scelte. Penso però che ultimamente sia troppo nervoso. L’attacco che ha mosso a Zingaretti l’ho trovato scomposto, persino inelegante data la sua funzione in Regione. Io mi sarei astenuto, l’ho scritto anche alla Tidei. Nicola è stato coerente con se stesso e con la sua storia di leader politico che ha sempre lavorato per costruire coalizioni larghe e inclusive al punto da sacrificare persino la possibilità di diventare sindaco di Roma per non mettere in discussione l’accordo in regione coi 5Stelle. Magari qualche problema di coerenza ce l’ha Aldo che nel 2017 era candidato sindaco di un polo civico, nel 2018 ha accettato la candidatura alla Camera del centrosinistra per il Pd, poi è tornato civico, e oggi sta in regione in Italia Viva al governo con Pd e 5Stelle, ed è civico a Guidonia contro Pd e 5Stelle, un giorno atteggiandosi a leader di un Polo moderato alla Calenda e il giorno dopo strizzando l’occhio a Fratelli d’Italia e a qualche listarella No Vax. Ad Aldo e a tutte le forze civiche, quelle vere, che in questo momento sono su Guidonia, anche a quelle moderate, vorrei dire che quando finirà il tempo della propaganda che appartiene giustamente alla liturgia della politica chiediamo di essere giudicati per quello che faremo. Abbiamo un programma ambizioso da avviare in questi pochi mesi e vogliamo correre perché quando ci saranno le elezioni e la competizione sarà fra noi e la destra ciascuno dovrà scegliere da che parte stare, se fare una battaglia di testimonianza, confrontarsi con noi oppure scegliere la strada della destra che temo non sarà quella dell’amico Sassano al quale, nella diversità ideale, ho sempre riconosciuto una grande onestà intellettuale e la condivisione di valori di fondo sulle istituzioni. Avremo temo a che fare con una destra a trazione sovranista caratterizzata purtroppo da una forte presenza degli eredi di Rubeis. Noi saremo pronti a confrontarci per rendere la nostra visione più avanzata. Dopo di che ognuno farà le sue scelte.
Nella nuova alleanza per fare sintesi serve un leader di coalizione. Che caratteristiche deve avere il candidato sindaco secondo il suo punto di vista?
Deve essere una figura capace e competente, un profilo giusto per federare un’alleanza vasta. Noi stiamo partendo però dall’offerta politica, dalla costruzione di un’alleanza, da quello che vogliamo fare e insieme sceglieremo un candidato sindaco che rappresenterà al meglio questo percorso e una visione nuova della città.
La scelta per il Pd non è stata indolore, Paola De Dominicis ex capogruppo è uscita dal partito in rottura con la decisione di allearvi con i 5Stelle e secondo i rumors dovrebbe aderire al Polo civico. Il Pd perdendo Paola De Dominicis è un partito più debole a Guidonia?
La scelta di Paola De Dominicis è una scelta rispettabile e le faccio i miei migliori auguri per quello che verrà dopo, magari ci rincontreremo. Siamo in democrazia e in un partito si sta se si condividono valori e posizioni, Paola era disagio da tempo, anche prima dell’accordo con i 5Stelle che comunque ricordo essere nel solco nazionale della linea del Pd. È vero quindi ci siamo persi qualcuno ed è un dispiacere, è accaduto anche a Mentana. La situazione a Guidonia e a Mentana ha un altro punto in comune: il fatto che ora governiamo queste due città e lo facciamo perché abbiamo avuto il coraggio di scegliere. Quindi non solo non siamo indeboliti, ma negli ultimi anni non siamo mai stati così forti come oggi.