Home Parentesi Quadra Ostia e Guidonia, la vittoria per Di Maio è merito della Raggi. Ma l’astensionismo è record

Ostia e Guidonia, la vittoria per Di Maio è merito della Raggi. Ma l’astensionismo è record

Ostia e Guidonia, la vittoria per Di Maio è merito della Raggi. Ma l’astensionismo è record

L’effetto Raggi c’è ed è positivo, vista la vittoria a Ostia e a Guidonia Montecelio. L’analisi che affianca i due risultati è di Luigi Di Maio, aspirante premier dei cinque stelle. I pentastellati festeggiano, “i romani sono con noi” dice Virginia Raggi mentre l’ombra dell’astensionismo record diventa gigantesca pronta a inghiottire tutti. Il movimento sul litorale, decimo municipio romano che viene da un commissariamento dopo lo scioglimento per mafia, ha visto la 55enne Giuliana Di Pillo battere 60 a 40 la competitor di FdI portata dal cartello delle liste di centrodestra, Monica Picca. Nel clima tossico, con l’aggressione alla troupe di Nemo, l’arresto, le manifestazioni tra primo e secondo turno, i seggi presidiati dalle forze dell’ordine, il ballottaggio si chiude con l’affermazione politica di un partito silenzioso che macina consensi nel distacco dalla classe dirigente. Su 185mila e rotti aventi diritto sono andati alle urne a Ostia 62mila elettori, il 33,6%. “Prima di tutto complimenti a tutto il gruppo per l’impresa. Complimenti, perché dopo un anno e mezzo di demonizzazione della Giunta Raggi continuiamo a vincere a Roma, come abbiamo vinto qualche mese fa nel terzo comune più grande del Lazio, adiacente alla capitale, Guidonia. L’effetto Raggi esiste, ma è positivo. Il risultato di oggi dimostra che i cittadini non credono più alla propaganda contro le nostre giunte e contro il Movimento”. Così commenta Di Maio sul blog di Beppe Grippo e sui social questa mattina alle otto. Ma il vero parallelismo che Di Maio però non fa tra Ostia e Guidonia è proprio in quel dato feroce della sfiducia, nella marea di elettori che è rimasta a casa, a giugno scorso nella terza città del Lazio, ieri nel municipio romano. A prescindere dall’entusiasmo che sprizza in Campidoglio e dalle rituali accuse che muove la sconfitta Picca sui voti di CasaPound che sarebbero andati alla neo presidente, resta a suonare forte e chiaro in vista delle elezioni politiche e regionali, il messaggio potente degli scontenti.
Gea Petrini

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