Home città Mentana L’affondo di Petrocchi: “Fondi per i portaborse ci sono per la sagra no, Benedetti umilia Mentana”

L’affondo di Petrocchi: “Fondi per i portaborse ci sono per la sagra no, Benedetti umilia Mentana”

L’affondo di Petrocchi: “Fondi per i portaborse ci sono per la sagra no, Benedetti umilia Mentana”

Partendo dai numeri: 60mila euro l’anno per due portaborse, e 2mila per la Sagra del’uva, anzi no Festa perché ora si chiama così. Francesco Petrocchi mira dritto a colpire l’ultima scelta dell’amministrazione civica targata Benedetti che ha stravolto – è la tesi del consigliere di opposizione – la più importante manifestazione di Mentana. Togliendole risorse, carri e spettacoli, e cambiando anche nome. Il risultato, “svilita la tradizione” e l’evento – dice Petrocchi – scomparirà.

C’era da immaginarsi qualche reazione, quando si va a toccare uno degli appuntamenti simbolici della cittadina. E Petrocchi non si spaventa di subire a sua volta attacchi, è il lavoro dell’opposizione, vigilare. Un “segno di discontinuità” per l’assessore Bravi il cambio di nome, via sagra e avanti festa, perché in sostanza fa più Europa e più modernità. “La sagra è stata ribattezzata festa esclusivamente per un vezzo capriccioso ed infantile, ma questo svilisce la tradizione – dice Petrocchi – a Siena la partenza del palio si chiama ‘mossa’ perché è tradizione ed a nessuno verrebbe in mente di cambiarla”.

E c’è poi l’aspetto cruciale dei fondi, “vantarsi di spendere solo 2mila euro per l’unico evento che raccoglie da sempre la partecipazione popolare della città, unica tradizione ancora forte, volano economico per i commercianti nonché richiamo culturale che ci lega indissolubilmente ai nostri nonni ed alla nostra terra è semplicemente umiliante. I soldi pubblici sono quelli che versano i cittadini e vanno spesi in maniera oculata e responsabile. Ma vanno spesi. E ritengo che la sagra dell’uva avrebbe meritato di più. Non averlo fatto è frutto di una precisa e netta scelta politica tesa ad offuscare le tradizioni e ad avviare la sagra ad una lenta ma inesorabile eutanasia”.

La dimostrazione? “L’imposizione ai Rioni di Mentana, da sempre protagonisti assoluti della sagra, di non fare carri e la assenza di spettacoli serali la domenica. Risparmiare sulla sagra non ha senso se poi si spendono 60mila euro l’anno per assumere due portaborse. In questo caso non si è deciso di risparmiare ma di non fare. Ed è la dimostrazione che quando si vuole i soldi ci sono”. E non manca l’ironia a Petrocchi: “Ed in ultimo la obiezione di alcuni, ma l’uva non c’è più. Vero, non ci sono più neanche gli antichi egizi ma non per questo a qualcuno è venuto in mente di abbattere le piramidi. Le sagre sono la memoria ed il retaggio culturale di un popolo che va tramandato e non vilipeso”.

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