di Alessandra Paparelli
Abbiamo intervistato Annarita Masullo, una delle coordinatrici e responsabili del coordinamento “La Musica che Gira”, piattaforma di confronto tra lavoratori e imprenditori, professionisti della musica e dello spettacolo (www.lamusicachegira.it) per il settore musicale (live, concerti, eventi e tutto l’indotto) nato durante l’emergenza Covid-19. Manager, produttori, artisti, lavoratori del settore, consulenti, promoter, tecnici, uffici stampa, agenzie di booking, proprietari di live club, festival. Il coordinamento ha scritto un documento programmatico rivolto al Governo, vista la forte crisi del settore, sulla necessità di paracaduti e tutele sociali, supporto agli imprenditori e volto a un ripensamento completo del sistema, a partire proprio dalla crisi generata dal lockdown. Il documento impegna il Governo a riscrivere le regole di un comparto che va riorganizzato anche dal punto di vista legislativo. Come da decreto, si riparte dunque il 15 giugno prossimo per gli spettacoli dal vivo, cinema, teatro, concerti; tutti seduti con capienze da mille persone all’aperto e duecento al chiuso, con distanziamenti di 1 metro (pubblico, artisti, maestranze) e naturalmente l’utilizzo di mascherine e termometri per prendere le temperature obbligatorie.
Annarita, il mondo della cultura è colpito duramente: come nasce il coordinamento “La Musica che Gira”?
Nasce dall’esigenza di avere ora voce, perché come lavoratori, come management e staff non eravamo rappresentati. Il coordinamento è nato spontaneamente, ci siamo confrontati, messi insieme come gruppo attivo e con un obiettivo preciso. La Musica Che Gira è dunque un coordinamento nato durante la pandemia, la quarantena, composto da lavoratori del settore musicale, artisti, imprenditori e professionisti della musica e dello spettacolo che hanno voluto far sentire la propria voce, hanno deciso di fare rete per riformare l’intero sistema. Non limitarsi nel fare un semplice appello ma avanzare proposte, in maniera unitaria (tutta la musica è finalmente riunita intorno allo stesso tavolo, dai big al panorama emergente e indipendente, i “piccoli” e i “grandi”). Proprio l’emergenza Coronavirus ha portato a galla anche altri problemi preesistenti, irrisolti, che arrivano da lontano e che colpiscono soprattutto quella grande mole di lavoratori “invisibili” ma determinanti. La musica era già in crisi molto prima dell’emergenza Covid-19 e del Lockdown, le note misure di confinamento per contenere il virus. Un dato importante che voglio ricordare – ci dice ancora Annarita – è la percentuale dei cosiddetti “concertini”, perché non possiamo ricordare solo i grandi eventi musicali e i live dei big ma esiste ìtutto un panorama musicale che va dai festival ai piccoli concerti; ebbene, i “concertini”, quelli per intenderci sotto alle 1.000 persone, producono un indotto di 7milioni di presenze l’anno.
Come si compone e si articola il documento programmatico rivolto al Governo?
Il documento proposto si compone di quattro punti essenziali. Le richieste che rivolgiamo al Governo sono specifiche e molto chiare: per arginare le conseguenze negative della crisi è fondamentale innescare una cooperazione tra addetti ai lavori e tecnici del nostro settore, una rete con le Istituzioni. Il coordinamento ha proposto 4 punti: il primo e il secondo punto sono dedicati alle tutele sociali per tutti, il terzo e quarto punto sono invece dedicati alle riforme: quindi, garantire a tutti l’accesso alle tutele social, supportare le attività imprenditoriali del settore, dare slancio e stimolare produzione ed infine – cosa importantissima – incentivare gli investimenti green su tecnologia e innovazione, dato che abbiamo completamente dimenticato e messo da parte la tutela e la cura dell’ambiente. Quindi, essenziale la riforma del settore e gli investimenti “green”.
Arriviamo al punto 8 dell’allegato, si parla dell’indotto, ossia il divieto di consumo e vendita di cibo e bevande in occasione e durante gli eventi. Questa chiusura, “uccide” ogni possibile sostenibilità, priva il settore di “linfa”?
Certamente, ci priva di tutto un indotto a sostegno delle attività culturali. Non viene considerata la specificità degli spazi; non possiamo essere considerati (e non lo siamo) come ristoranti o discoteche. Con questo punto 8 del decreto, non veniamo considerati. Con quelle capienze e con i nuovi costi per le sanificazioni e i sistemi di sicurezza, solo con i biglietti venduti e senza ricavi di bevande e cibo, il sistema non potrà reggere. Noi siamo a sostegno – vale la pena ripeterlo – delle attività culturali, non ristoranti. Certamente cinema, teatri e fondazioni, spettacoli di musica classica, che avevano già finanziamenti pubblici, saranno gli unici a poter fare qualcosa. La loro sostenibilità non è mai stata un problema. Ma tutti gli altri?
Cosa ti auguri, dal punto di vista emozionale e personale?
Mi auguro che la compattezza da noi raggiunta con questa crisi, non vada dispersa e non si torni mai più indietro. E’ importante sottolineare la compattezza e l’urgenza di riunirsi tutti insieme: per la prima volta – e vale davvero la pena sottolinearlo – tutta la musica (big e indipendenti, emergenti, “grandi” e “piccoli”, tutto il settore e il comparto unito) si è finalmente riunita intorno a un tavolo. Voglio inoltre sottolineare l’onestà e la trasparenza, la compattezza di questa proposta.
Vogliamo ricordare che il coordinamento La Musica che Gira ritiene indispensabile che tutte le categorie che compongono la filiera del mercato della musica “vengano consultate prima che il Governo decida quali misure adottare”. Inoltre, il coordinamento richiede di poter “mettere a disposizione il capitale di conoscenza e di competenze che ognuno rappresenta”, di grandissima importanza quindi “per affrontare l’emergenza lavorativa, economica e sociale che il fermo del settore ha provocato”. Tra i numerosi artisti firmatari che si aggiungono via via che scriviamo (non li nominiamo tutti ma tanti altri colleghi si stanno aggiungendo in queste ore) hanno aderito moltissimi big della musica quali: Irene Grandi, Roy Paci, Levante, Roberto Dell’Era, Niccolò Fabi, Daniele Silvestri, Cosmo, Claudio Coccoluto, Lodo Guenzi voce della band Lo Stato Sociale, Piotta, Mannarino e i Selton, i Pinguini Tattici Nucleari con Riccardo Zanotti, Giuliano Dottori, Niccolò Carnesi, Antonio Di Martino, Massimo Zamboni, Piero Pelù, Calibro 35, Teresa De Sio, Aimone dei Fast Animals and Slow Kids, Eugenio, Emanuele, Paolo e Lorenzo (del gruppo Eugenio in via di Gioia), Alberto e Roberta dei Verdena, Rodrigo d’Erasmo e Xabier Iriondo degli Afterhours con anche Roberto Dell’Era, Brunori Sas.
Ringraziamo tutto il coordinamento de La Musica che Gira, in rigoroso ordine alfabetico: Valentina Aiuto (ufficio stampa), Michele Annechini (Gibilterra Management), Ester Apa (Picicca), Nora Bentivoglio (Fleisch ufficio stampa), Laura Beschi (Ja.La Media Activities), Ilaria Boccardi (Taiga), Camilla Caldarola (Astarte), Stefania Campanella (Manager), Paola Carocci (Libellula), Paolo Catalano (Avvocato), Paolo Ceresoli (Manager), Daniele Citriniti (The Goodness Factory), Emiliano Colasanti (42 Records), Katia Costantino (Eco Reverb), Giacomo Coveri (Neverending Mina), Teo Cremonini (Collettivo HMCF), Paola Cuniberti (Manager), Gianrico Cuppari (Tuttomoltobenegrazie), Giulia Di Giovanni (GdC), Erica Gasaro (Ufficio Stampa), Stefania Giuffrè (Taiga), Claudia Felici (Big Time), Andrea Marmorini (Woodworm), Maria Grazia Marsico (Libellula), Manuela Martignano, Annarita Masullo (The Goodness Factory), Paco Mengozzi (Mengo Music Fest), Lussorio Piras (Manager), Andrea Ponzoni (Doc Live/Freecom), Jambo Praticò, Alessandro Ricci (Bomba Dischi), Roberto Riva, Giovanni Romano (Spaghetti Unplugged), Fabio Tiriemmi (Big Time), Federica Torchia (Machete Productions), Nicolò Zaganelli (Exploding Bands), Luca Zannotti (Musiche Metropolitane), Matteo Zanobini (Picicca).
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