Home Cronaca Guidonia, l’umido a Viterbo fino a gennaio poi “speriamo”. Consiglio hot sui rifiuti

Guidonia, l’umido a Viterbo fino a gennaio poi “speriamo”. Consiglio hot sui rifiuti

Guidonia, l’umido a Viterbo fino a gennaio poi “speriamo”. Consiglio hot sui rifiuti

Non solo i bidoni dell’umido sono ancora zeppi in molti punti della città, ma la soluzione di portare l’organico di Guidonia Montecelio a Viterbo è fino a gennaio, poi non si sa cosa accadrà. È la voce dell’assessore Manuela Bergamo a spiazzare il consiglio comunale ad alta tensione sull’emergenza rifiuti, dopo che ha ripercorso i passi delle ultime due settimane, pungolata dall’opposizione che aveva attaccato, ha chiarito i contorni dell’attuale situazione. Guidonia porterà i rifiuti di umido all’Ecologica Viterbo, nel Tmb quindi fuori provincia e ambito territoriale, tanto che è servita l’autorizzazione regionale. Con la strada per Viterbo “arriviamo a gennaio serenamente” ha spiegato l’assessore, e poi? “Speriamo di trovare ulteriori alternative”, insomma non c’è niente di certo, il problema è regionale “non ci sono impianti”, le responsabilità “di anni” ma l’assessore ammette: “Non so cosa fare di altro per smaltire l’umido”. Quindi nessuna certezza, considerando che anche in queste ore la raccolta stenta a ripartire perché ci sono i camion di Tekneko pieni, che i costi saranno salati (di parla di 220 euro a tonnellata o poco di meno), e che c’è chi coltiva forti perplessità che l’impianto di Viterbo possa ricevere la quantità prodotta da Guidonia. Così nelle nubi nere, la versione dell’amministrazione ha scatenato ancora l’opposizione che era arrivata in aula con una mozione unitaria sull’argomento, anche se la giornata era partita con un inedito centrodestra unito a parlare insieme post vertice di ieri.

Il centrodestra unito prima del consiglio attacca: “Fallimento totale”

Dopo gli appelli, gli inviti, le meline, alla fine il dado è stato tratto e il centrodestra si è incontrato ieri con Maurizio Massini coordinatore di Forza Italia a fare gli onori di casa, i segretari di Lega e Fdi, Alessandro Messa e Mario Pozzi, e le consigliere dei rispettivi partiti, Arianna Cacioni e Giovanna Ammaturo. Hanno rotto il ghiaccio sull’affaire caldo dei rifiuti, sferrando colpi a destra e manca anzi, ai cinque stelle nell’asse Guidonia – Roma e alla Regione di Zingaretti per il quadro generale relativo al piano dei rifiuti e al ciclo. “La grave situazione di emergenza che vive Guidonia Montecelio, per il fallimento totale dell’amministrazione 5 Stelle sui rifiuti, dimostra la totale incapacità ed arroganza di una compagine che in due anni mezzo ha messo in ginocchio la città. La totale assenza di programmazione ha reso Guidonia una pattumiera a cielo aperto”, hanno tuonato Lega, FdI e Forza Italia. “La gestione di chi strillava in piazza a favore dell’ambiente e, poi, si è opposto a qualsiasi gestione e governo del ciclo dei rifiuti – con la complicità di un Partito Democratico inerte – tanto in Regione Lazio, quanto nella Città metropolitana e, infine, nella nostra città, si è rivelata suicida”. La compagine ha poi rivendicato una storica programmazione “d’avanguardia” per concludere, “i guidoniani sono esausti”.

E poi si va in consiglio

In consiglio la minoranza, che va dal Pd a Lega e FdI passando per i tre eletti del Polo civico, dopo aver tirato le somme sui dieci giorni di straordinaria follia nella gestione dell’emergenza da parte del l’amministrazione, di fronte alle tesi della Bergamo e alle incertezze delle prospettive tra venti giorni, è tornata a strillare (metaforicamente parlando). “L’assessore ha sconfessato la linea sui rifiuti dei 5S” ha detto il civico Mauro De Santis, “a salvarvi è stata Tekneko che vi ha fornito questa soluzione per un breve periodo sopperendo alla vostra incapacità” ha attaccato il democrat Emanuele Di Silvio, “oltre a essere un disservizio è una sconfitta” ha concluso Mario Lomuscio (Pd) promotore della mozione, Cacioni attacca Zingaretti e parla di “politica scellerata di Roma, la provincia non è un feudo”. E poi si passa all’Inviolata, altro giro di corsa durata poco: manca il numero legale.

Gea Petrini

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