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A tu per tu con Il Paradiso delle signore

A tu per tu con Il Paradiso delle signore

di Alessandra Paparelli

Intervista doppia alle attrici Elisa Cheli e Mariavittoria Cozzella, rispettivamente Paola e Dora, le “Veneri” della serie tv, daily, Il Paradiso delle Signore, Rai Uno.    

Mariavittoria e Elisa, avete due ruoli molto simpatici e accattivanti nell’amatissimo daily Il Paradiso delle Signore 4 (come il precedente n.3) ruoli che sono molto cresciuti nel tempo, fino a farvi diventare due beniamine del pubblico. A cosa si deve il grande successo della serie? E ora che il set è fermo, come tutte le produzioni di tv e cinema per l’emergenza Covid-19, avete già una data per la ripresa?

Mariavittoria Cozzella: A mio avviso il successo del daily è da attribuire alla cura dei dettagli nella riproduzione dell’epoca: vestiti, trucco, parrucco, scenografia, linguaggio, movenze degli attori. Tutto questo, unito alla rappresentazione di sentimenti ed emozioni sincere e “all’antica”, richiama alla memoria gli anni vissuti da molti italiani ed italiane e allo stesso tempo fa sognare i più giovani attraverso gentilezza e moderazione, valori quasi sconosciuti al giorno d’oggi. Purtroppo, a causa dell’emergenza Covid-19 e la Fase 2, non abbiamo ancora notizie certe; speriamo di riprendere a girare il prima possibile, magari entro fine giugno.

Elisa Cheli: Devo dire che è stato molto gratificante vedere la crescita che mano a mano, con il corso della storia di tutto il Paradiso, è avvenuta con il mio personaggio. Sono contenta perché è stato anche il frutto dell’impegno, della costanza, di idee (che si sono piano piano sviluppate insieme anche ai registi) e soprattutto della passione che ho per la recitazione. Posso dire che il mio ruolo, Paola, è cresciuta un po’ insieme ad Elisa. Insomma, un bel percorso anche a livello personale. Purtroppo, insieme alla “crescita” del mio personaggio, ci siamo bloccati tutti per l’emergenza Coronavirus e non è stato facile accettare il tutto. So che non è un “addio”, ma solo un temporaneo “arrivederci”, anche perché ci sono tante persone che attendono il ritorno del Paradiso! A proposito del successo del daily, questo, infatti, la dice lunga sul successo e soprattutto sull’affetto e sull’impatto che questa fiction ha avuto sul pubblico. Un successo dovuto a molti fattori. Ma la prima cosa che penso è che il pubblico ha bisogno di vedere “umanità”. Mi spiego meglio: personalmente cerco sempre di fare questo “esercizio” prima di girare una scena, mi chiedo: “se tu fossi il pubblico, cosa vorresti che ti arrivasse da questa scena?”.  E’ questo il punto e l’obiettivo: entrare nei loro cuori, anche solo per magari lasciare loro un ricordo che li riporti alla loro vita e non solo a quella dei personaggi: i protagonisti per quei 40 minuti di puntata devono diventare loro. Per quanto riguarda la ripresa, purtroppo sappiamo ancora poco. Attendiamo notizie e incrociamo le dita!

Come avete gestito la quarantena da casa?

Mariavittoria: ho avuto diverse fasi del lockdown. Inizialmente mi sono riposata, mantenendo le buone abitudini come svegliarmi presto e fare sport (dentro casa o al massimo nella terrazza condominiale); quando mi affacciavo alla finestra e ascoltavo le persone cantare nei famosi ‘flashmob’ – l’Italia dei balconi – mi emozionavo, ogni volta. Pian piano hanno però perso significato anche quelli e ho iniziato a cercare un equilibrio tra la voglia di non abbattermi e le difficoltà, le incertezze del caso. La fase due mi ha permesso di rivedere i miei familiari, genitori e fratelli, e ho accolto con gioia questa possibilità: mi faccio bastare le “piccole cose”. Ogni piccola cosa ora è una conquista. Devo dire che essere abbastanza costante con l’attività fisica mi ha aiutato a tenere alto il buon umore. Ma più di tutti il mio ragazzo mi ha aiutata e sopportata! Affrontare la quarantena da sola sarebbe stato molto più difficile.

Elisa Cheli: devo dire che per quanto sia stato ed è tutt’ora un periodo che va oltre la possibile immaginazione umana (sembra di stare in un film di fantascienza alla “Kubrick”) non ho mai sentito la necessità impellente di dover uscire per andare al bar con gli amici, o altre cose. Mi è bastata la mia amatissima bicicletta, qualche km di pista ciclabile (deserta e rigorosamente sotto casa), musica, cuffiette e via! Mi rendono felici piccole cose e semplici. Ovviamente questo è stato possibile più negli ultimi giorni, da quando si è iniziato piano piano a tornare alla normalità. All’inizio di questo periodo mi ha tenuto molta compagnia sempre la musica. Suono il flauto traverso da quando avevo 10 anni e, mai come in questo periodo, ho avuto modo di dedicarmici. Ho riscoperto tantissime colonne sonore di film meravigliosi! Prima fra tutte la colonna sonora del mio film preferito “Il Favoloso mondo di Amélie” (musiche eccezionali di Yann Tiersen), poi la colonna sonora di “Nuovo cinema Paradiso” di Ennio Morricone, “The sound of silence” del “Laureato”…e potrei continuare ancora, ma poi non finisco più!! Ho avuto anche il piacere di partecipare ad una challenge partita da alcune persone dello spettacolo, in cui chi voleva, con i mezzi che aveva a disposizione poteva creare una scena di un film a suo piacimento da casa. Ovviamente ho scelto la scena iniziale del “Favoloso Mondo di Amélie”; inoltre ho continuato, grazie alle mie insegnanti di canto e di danza, a fare lezioni online.

Siete entrambe molto brave, frizzanti, fresche e talentuose con ruoli molto simpatici. Ma quando è iniziata, per entrambe, la passione e l’esigenza di recitare? Quali le vostre esperienze prima del grande successo su RAI Uno?

Mariavittoria: personalmente, la passione per la recitazione è iniziata nel teatro dell’oratorio di Terni. Avevo sei anni e le mie due insegnanti erano appassionate e bravissime. Da lì l’occasione di partecipare per due anni alla serie tv “Sei Forte Maestro”, accanto a Emilio Solfrizzi. Poi dopo varie peripezie e una laurea in Relazioni Internazionali (con 110&lode, mia madre ci tiene tantissimo quindi devo dirlo) ho trovato la mia strada come attrice. Ho iniziato a studiare e gradualmente sono arrivate le prime soddisfazioni: pubblicità (ne ho nel cuore un paio, girate con due importanti registi come Luca Lucini e Gabriele Muccino), web serie, clip musicali, spettacoli teatrali a Roma e in giro per l’Italia, ruoli in serie tv, come “Una pallottola nel cuore” con Gigi Proietti e al cinema, nel film “Uno di famiglia” di Alessio Maria Federici. Infine sono approdata al Paradiso delle Signore. 

Elisa: Intanto grazie per le belle parole! Ed è una bellissima domanda. Personalmente, da quando sono piccola, ho sempre amato la libertà di potersi esprimere. Ho iniziato piccolissima, radunavo tutti i miei amichetti dell’asilo per raccontare loro delle barzellette e mi divertivo tantissimo! Per non parlare di quanto mi piaceva – e mi piace ancora –  imitare. Penso che la mia passione per la recitazione sia nata quando, ad uno dei miei saggi di musica (avrò avuto circa 9 anni) conobbi Virginia Raffaele che al tempo non era ancora molto nota. Era la presentatrice del mio saggio e io rimasi colpita dalla sua energia e dalla sua comicità. Lì feci la grande scoperta che potevo stare sul palco, non solo suonando, ma anche recitando o presentando: capii, insomma, che potevo esprimermi in maniera diversa che con la musica. Dopo esperienze teatrali giovanili e liceali, ho proseguito gli studi dopo il liceo al Teatro Euclide, con il musical, e ho frequentato successivamente la scuola di recitazione Action Pro diretta da Angelo Longoni, in cui ho avuto modo per la prima volta di “interagire” con una macchina da presa. Ho frequentato inoltre dei corsi più mirati ai laboratori del Teatro La Scaletta, dove mi hanno insegnato tanto. Devo dire che con loro ho avuto un bel punto di svolta a livello recitativo. Mi hanno insegnato il vero valore di questo mestiere e che non ci si deve sentire mai arrivati, perché è un mestiere di continuo apprendimento. E devi essere curioso, tanto curioso, se desideri farlo veramente. 

Ci siamo incontrate in radio, nella trasmissione Parole & TV, con Gloria Radulescu: è stata una esperienza molto formativa, bellissima, il pubblico e gli ascoltatori hanno apprezzato. Vi piace la radio? Che emozioni avete ricevuto?

Mariavittoria: la radio mi piace da morire! Mio zio mi ha trasmesso la passione per la radio e devo ammettere che qualche anno fa ero stata presa per condurre un programma in una radio romana, ma poi a causa di altri impegni lavorativi dovetti rinunciare. Ma spero ci saranno altre occasioni in futuro, credo sia un mondo appassionante, che potrebbe stimolare corde artistiche diverse dalla recitazione. Partecipare al programma Parole e TV a Radio Italia Anni 60 con Gloria, con te Alessandra e con Maurizio è stata davvero una bella esperienza.

Elisa: E’ stato veramente molto interessante capire come funziona una trasmissione radiofonica ed ero molto curiosa di capire, anche se, ammetto ero agitatissima! Di certo è molto diverso da quello che può essere un set, per qualche verso somiglia al teatro. Lì sei in diretta, o la va o la spacca. Non puoi dire “STOP! FACCIAMONE UN’ALTRA!”. Penso ci voglia molta grinta, preparazione e anche una bella conoscenza musicale. Il che mi incuriosisce dato quanto amo la musica. Due anni fa cercai di fare un corso di preparazione per la radio, ma poi, presa da altri impegni non sono riuscita ad andare in fondo alla cosa. Insieme al doppiaggio è uno degli aspetti del mondo dello spettacolo che mi incuriosisce e mi sono promessa di approfondirli il prima possibile. 

La familiarità è l’elemento essenziale per il successo del Paradiso delle Signore? Ci sono altri elementi che ne decretano – a vostro parere –  l’amore e il successo da parte del pubblico? Molti amano la fiction per un ritorno ai valori perduti quali rispetto, affetti, educazione e gentilezza ma anche per il momento storico e culturale straordinario del nostro Paese. Cosa ne pensate? 

Mariavittoria: penso che sia tutto vero: famiglia, amore, amicizia, sono sentimenti che appartengono ai personaggi del Paradiso e che sono raccontati con semplicità e onestà. Gli spettatori si accorgono di questo e ci premiano continuando a seguirci tutti i giorni.

Elisa: Sì, come già accennato prima, uno tra gli ingredienti fondamentali del Paradiso è proprio la familiarità e il fatto di arrivare, con eleganza e leggerezza nei cuori delle persone. La cosa più bella, per quanto mi riguarda, quando vedo una serie tv o un film è, appena finito, dire “Certo che quella scena mi ha ricordato proprio quando…” o anche “Mi sono riconosciuta in quel momento del film quando il personaggio…”. E il Paradiso delle Signore penso riesca a fare questo e a differenza di un film, lo fa quotidianamente. 

Nel daily si toccano molti temi sociali: voglia di emancipazione femminile, il diritto al lavoro, si è parlato di 25 aprile e di partigiani, si parla di divorzio che arriverà soltanto nel dicembre 1970. 

Mariavittoria: il mio personaggio, Dora, è una sognatrice: sogna l’amore, il principe azzurro, la famiglia. È una ragazza semplice che rappresenta molto bene i valori degli anni ’60. A questo aggiunge un senso di indipendenza: lavora per aiutare la famiglia e non esserle di peso e senza sgomitare o scalciare è riuscita anche a scoprire e a valorizzare il suo talento come truccatrice. Dora è la migliore amica che si possa avere, generosa, altruista, dolce, non conosce invidia e gioisce dei successi altrui come fossero suoi. Io le auguro di trovare un amore folle!

Elisa: Infatti, quello che secondo me distingue il Paradiso delle Signore dalle altre fiction-daily, è proprio questa attenzione per il racconto storico. Il Paradiso racconta, tutti i giorni, in maniera fresca, eventi che hanno fatto parte della nostra storia. Ed è questa particolarità che attrae un pubblico vasto, che va dai nostri nonni (emozionati nel rivedere cose che loro stessi hanno vissuto) ai nostri coetanei (curiosi di capire come si viveva in quegli anni). Che poi, alcuni temi, come l’emancipazione femminile, anche se in termini diversi sicuramente, fanno ancora parte della nostra storia; c’è ancora strada da fare. Quindi il Paradiso risulta anche molto attuale.

Speranza, leggerezza, sogno: sono gli elementi chiave della fiction e dei vostri personaggi? Descriviamo Paola e Dora, chi sono e che cosa sognano per sè?

Mariavittoria: del ruolo di Dora si è già detto, una sognatrice, una ragazza che incarna perfettamente la donna negli anni ’60: semplice ma con una indipendenza economica. 

Elisa: Paola è una ragazza, una donna, pacata, generosa, paziente (tanto paziente!!). Non ha grandi ambizioni, se non quelle di stare bene con suo marito Franco. Farebbe di tutto per lui. Ma, dietro a questa immagine di “donna perfetta per suo marito”, nasconde, secondo me, anche una gran voglia di evadere dai “canoni” imposti in quegli anni. Lo abbiamo visto come alle volte, parlando del marito o dei genitori del marito, si sentisse quasi costretta a rientrare in certe regole. Sai, in realtà, c’è qualcosa di lei che ancora non è chiaro neanche a me, ma sento che è come se dovesse darsi la possibilità di sentirsi libera (chiaramente per quello che gli anni potevano “permettere”) per potersi poi riscoprire sotto altre vesti, non solo quelle di moglie. Spero di poterla continuare a conoscere sempre di più. 

Chi sono invece, Elisa Cheli e Mariavittoria Cozzella? Dove vanno e dove vogliono arrivare? Vi chiedo anche di dirmi un regista italiano e internazionale dai quali vorreste essere dirette al cinema. 

Mariavittoria: Mariavitoria attrice, persona, vuole arrivare sugli schermi dei cinema. Mi piace il teatro da morire ma il mio sogno nel cassetto resta il cinema. In Italia mi piacerebbe lavorare con Gabriele Muccino (si ho avuto la fortuna di lavorarci ma ahimè solo per una pubblicità) e Ferzan Ozpetek. Tra i registi stranieri amo Martin Scorsese e Christopher Nolan. Una parentesi: sarebbe stato un sogno lavorare con registi come Bernardo Bertolucci e Francois Truffaut.

Elisa: Difficile rispondere! Ma ti dico in maniera molto sincera che quello che vorrei è arrivare a fare questo mestiere e basta, senza dovermi sentire costretta a fare altri mestieri per “arrotondare”. Perché sento che questo è quello che so e che voglio fare. So che è difficile ma ce la metterò tutta per fare in modo che questo si avveri. Prediligerei comunque un film introspettivo, un film delicato che racconti la vita nei suoi dettagli più nascosti; per quanto riguarda i registi con cui mi piacerebbe lavorare, ce ne sarebbero tanti. Diciamo, per l’Italia, Paolo Virzì. Mi piace come tocca i temi della fragile psicologia umana. Internazionale, senza alcun dubbio: Woody Allen, è l’esempio di chi, invece, dalla fragile psicologia umana ha saputo cogliere il lato prettamente più ironico. Per me, un genio assoluto. 

Siamo nella famigerata Fase 2, dell’emergenza Covid-19: qual è stata la cosa, a livello di libertà personale, che avete fatto dopo la quarantena forzata? 

Mariavittoria: l’unica cosa che ho fatto nella fase due è stata quella di  andare a casa di mia madre. Per il resto sto iniziando pian piano a fare qualche passeggiata ma devo dire che voglio iniziare a re-impossessarmi della mia vita con gradualità. Credo che andando avanti riuscirò a vivere tutto quanto con maggiore serenità, per ora ho bisogno di tempo. 

Elisa: la prima cosa che ho fatto, come già anticipato, è stata prendere la mia amata bicicletta, ripitturarla di verde e farmi un bel giro per Roma (sempre con la mascherina, eh!) e anche rivedere dopo due mesi la mia migliore amica.

Fare spettacolo, equivale a fare arte, cultura: ci voleva una pandemia globale per capire che la cultura, nel nostro Paese, sia fondamentale e importante?

Mariavittoria: forse ci voleva una pandemia globale per iniziare a discutere e a parlare di artisti. In Italia viviamo il mestiere in totale solitudine. Dallo scoppio della pandemia è iniziato a sentirsi il bisogno di un riconoscimento collettivo. Ad ogni modo non mi piace lamentarmi, preferisco essere propositiva, per cui auguro a tutti noi di uscire da questa crisi con maggiore consapevolezza e forza, come individui ma più di tutto come categoria professionale.

Elisa: evidentemente sì. E forse, sarò schietta, neanche questa pandemia servirà fino in fondo a capire l’importanza della Cultura. Certo, è ovvio non sarà di certo un film o un telefilm a salvarti la vita (in termini di salute). Per forza di cose lo Stato ha dovuto dare precedenza ad altri settori. Ma, in questo periodo ci sono stati altri due campi che, se così possiamo dire, hanno tenuto “in piedi”, o comunque hanno aiutato a sopportare meglio il tutto: gli insegnanti (con il grande lavoro che hanno fatto da casa pur di far continuare a studiare i ragazzi) e lo spettacolo! Perché vorrei veramente sapere se non ci fossero stati, appunto, film, serie tv e successivamente tutti gli spettacoli teatrali che sono stati messi online, le persone come avrebbero gestito i loro momenti di “vuoto”. La cultura, la musica,  sono la cura dell’anima. Poche ore fa ci ha lasciati Ezio Bosso e per quanto mi riguarda, per me lui è stato l’esempio vivente di come la musica lo abbia “tenuto in piedi” (proprio perché gli ha “curato” l’anima) forse più di quanto il suo fisico avrebbe retto. Il punto è che si fa ancora fatica, purtroppo, a percepirla come un vero e proprio lavoro, con tanti lavoratori dietro. Ma non voglio pensare che la “colpa” venga solo dai “vertici”.

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