Home Cronaca Rivoluzione asili nido nel Lazio: la riforma innovativa contro le disuguaglianze

Rivoluzione asili nido nel Lazio: la riforma innovativa contro le disuguaglianze

Rivoluzione asili nido nel Lazio: la riforma innovativa  contro le disuguaglianze

Una rivoluzione, dopo 40 anni il Lazio riforma i servizi educativi dell’infanzia con una legge ambiziosa e innovativa. Prima firmataria dell’impresa è la presidente di commissione Eleonora Mattia, democratica, impegnata in battaglie concrete contro le disuguaglianze. La materia era ferma a due leggi regionali del 1973 e del 1980, e il Lazio è il primo ad attuare le disposizioni del decreto la buona scuola. In 40 anni è cambiato se non tutto molto a livello sociale, nell’organizzazione delle famiglie. Quindi la riforma risponde a queste nuove e mutate realtà disciplinando, oltre ai nidi, ulteriori servizi integrativi per un percorso 0 – 6 anni capace di andare incontro alle esigenze dei genitori e soprattutto delle madri lavoratrici. Nella legge, in particolare, vengono identificati i servizi educativi per bambine e bambine di età compresa tra i tre mesi e i sei anni (nido e micronido; sezione primavera; servizi integrativi) e vengono definite in via generale le caratteristiche strutturali, inclusi gli arredi e i giochi, la refezione e i titoli di studio richiesti agli operatori nonché i loro percorsi di formazione. Se gli obiettivi sono alti, rendere i nidi gratuiti per tutti, tante sono le novità contenute nella legge: la possibilità di fornire servizi educativi anche nelle giornate festive, di sabato, durante le vacanze natalizie e pasquali, nel mese di agosto e anche in orario notturno; l’inserimento degli orfani di femminicidio tra i criteri che danno priorità all’accesso ai servizi educativi a offerta pubblica; i nuovi servizi integrativi dello spazio gioco, dei nidi domestici o tagesmutter e i centri per bambini e famiglie; la costituzione dei ‘Poli per l’infanzia’ e dei Coordinamenti pedagogici territoriali; l’istituzione del Coordinatore pedagogico.

I fondi

La legge ha una copertura finanziaria di 48,67 milioni di euro per il triennio 2020-2022 che servirà a finanziare vari interventi: voucher per le famiglie in condizioni di particolare fragilità per concorrere al pagamento delle rette di frequenza; sostegno ai Comuni per la contribuzione ordinaria al contenimento delle rette alle famiglie e per investimenti e manutenzioni delle strutture, nonché per la riqualificazione degli edifici e l’ampliamento dell’offerta sul territorio; promozione dei cosiddetti servizi educativi a carattere sperimentale (in natura, in orario notturno o nei giorni festivi), anche a carattere innovativo e di ricerca; progetti di continuità educativa, di sostegno ai poli educativi e ai coordinamenti pedagogici territoriali 0-6, comprese le sezioni primavera che, nell’ambito dei progetti di continuità educativa, operano in modo alternativo all’ultimo anno di nido o al primo della scuola dell’infanzia; rimborsi delle spese di viaggio sostenute dai componenti della Consulta regionale per i servizi educativi.

Eleonora Mattia: “Una legge contro le disuguaglianze”

“Si attua finalmente il passaggio da servizio sociale a domanda individuale a servizio di educazione e istruzione a offerta universale nella misura in cui si amplia il raggio di azione della normativa. Il sistema integrato – commenta Eleonora Mattia – garantisce la continuità educativa, anche attraverso la costituzione di Poli per l’infanzia, con un’offerta qualificata e all’avanguardia e individuando una serie di servizi educativi per l’infanzia, diversificati e adattabili alle esigenze di ciascuna famiglia e/o territorio, anche dando copertura legislativa a esperienze già avviate de facto. Oltre alle nuove norme per asilo nido, micro-nido e sezione primavera, si aggiungono i servizi educativi sperimentali in natura, come l’asilo nel bosco o l’agrinido, e nei luoghi di lavoro. Vengono inoltre regolamentati una serie di servizi integrativi quali lo spazio gioco, il nido domestico, il centro per bambini e famiglie”.

“Una legge contro le disuguaglianze che rappresenta uno strumento essenziale e irrinunciabile del fare comunità, tenendo insieme bambini, ragazzi, famiglie e istituzioni. La legge sullo 0-6 – conclude la presidente di commissione – è un vero traguardo che il Lazio raggiunge per una migliore crescita delle nostre bambine e bambini e per l’evoluzione della nostra società, grazie alla proficua collaborazione con le sigle sindacali e tutte le parti sociali nonché alla costante attenzione rivolta a questo delicato quanto prioritario settore dal presidente Nicola Zingaretti, dal capo di gabinetto Albino Ruberti e all’impegno delle assessore Troncarelli e Sartore e tutte le forze politiche presenti in Consiglio”.