Giunta Barbet appesa a un filo: Caruso è il voto decisivo

Il destino dell’amministrazione di Guidonia Montecelio è nelle mani di Claudio Caruso: il consigliere cinque stelle è il voto decisivo per mandare a casa il governo di Michel Barbet. Sindaco e maggioranza sono sotto i riflettori per il caso delle assunzioni. Una bagarre che ha investito la Regione Lazio con tanto di dimissioni del presidente del consiglio regionale Mauro Buschini. In sostanza la Regione ha assunto una serie di esponenti politici, di matrice Pd, Cinque Stelle e anche Lega attingendo alla graduatoria del Comune di Allumiere tra gli idonei che non avevano vinto il bando. Una questione diventata rovente dalle parti della Pisana e che sarà scandagliata da una commissione trasparenza, se ne dovrà occupare di sovrintendere le operazioni il neopresidente del consiglio regionale Marco Vincenzi. Intanto il tavolo è sempre più traballante a Guidonia Montecelio. La terza città del Lazio a guida cinque stelle, infatti, ha attinto alla medesima graduatoria di Allumiere per rimpolpare la propria forza lavoro con l’entrata nel palazzo sempre di nomi noti della politica provinciale.

Il caso Guidonia sta volando per conto proprio, come era facile immaginarsi, la questione s’intende essere molto politica. Così dopo 48 ore di lavoro trasversale tra le forze di minoranza è stata sottoscritta la mozione di sfiducia, partita dall’iniziativa di Attiva Guidonia, e che conta oggi dodici firme. I quattro del Pd, Paola De Dominicis, Emanuele Di Silvio, Simone Guglielmo, Mario Lomuscio, i tre del Polo civico Mario Valeri, Mauro De Santis e Mario Proietti, Fdi con Giovanna Ammaturo, Arianna Cacioni della Lega, Claudio Zarro del gruppo misto, Anna Checchi e Lorena Roscetti per Attiva Guidonia. Nella mozione di sfiducia che dovrà essere votata in consiglio, l’opposizione inchioda il sindaco a una serie di responsabilità politiche. Il diretto interessato ha già replicato con una nota stampa dicendosi anzi “parte lesa” e auspicando una verifica seria e veloce della magistratura che certifichi la correttezza delle procedure di Guidonia.

La partita delle assunzioni non è scoppiata da un giorno all’altro. I primi carteggi tra l’opposizione e il sindaco risalgono al 14 ottobre 2020 quando i consiglieri chiedevano un’assise straordinaria per affrontare il nodo del piano assunzioni. Non ne è seguito niente. Intanto hanno chiarito tra dichiarazioni pubbliche e pezzi di carta la contrarietà ad attingere alle graduatorie di altri enti. Meglio un concorso aperto e indetto del Comune, così da offrire l’opportunità anche ai giovani del territorio, il senso era questo. Pescare tra gli idonei dei concorsi di altri comuni è consentito dalla norma, ma l’opposizione oggi punta il dito contro le tempistiche e le modalità.

A dicembre, infatti, l’amministrazione decide di procedere prendendo i nomi dalla lista di Allumiere. Avviene tutto in pochi giorni e sotto Natale: la graduatoria di Allumiere in cui ci sarebbero diversi collaboratori di consiglieri regionali, esponenti politici, viene approvata il 14, poi il 29 il Comune di Allumiere invia l’elenco degli idonei al Comune di Guidonia e a un soffio da Capodanno, il 31 dicembre, Guidonia approva la determina con i neoassunti.

Con questa impalcatura di accuse, l’opposizione punta a far cadere l’amministrazione cinque stelle. I firmatari sono dodici, in maggioranza sindaco incluso invece tredici. Serve un voto solo per far calare il sipario sull’esperienza dei pentastellati al timone della città. Un consigliere soltanto: diplomazie tutte concentrate a sondare le intenzioni di Claudio Caruso. Il giovane consigliere, presidente di commissione, è l’unica reale speranza sulla quale possono contare dall’opposizione per la sfiducia. Caruso, infatti, ha maturato ormai da tempo una posizione critica nei confronti dei metodi della maggioranza: il cerchio magico con le decisioni prese nel gruppo ristretto intorno a Barbet, la mancata collegialità, la denuncia dello scarso coraggio su scelte importanti di cambiamento, incluso lo sport, fino al recente caso dell’hub vaccinale che ha portato Caruso a criticare pubblicamente l’operato del sindaco. Sulla decisione di Caruso gravano molti elementi, consegnare la città a un anno di commissariamento, e il famoso tema della responsabilità. Intanto per il momento è l’ora del pressing.