Caso Olivieri, la protesta sbarca sui social

La brutta notizia con cui è iniziato l’anno scolastico per l’istituto Olivieri continua a scatenare polemiche. Sul piede di guerra ci sono soprattutto i diretti interessati, dalle famiglie agli insegnanti passando chiaramente per gli alunni, che si sono visti arrivare lo “sfratto” tra capo e collo con Didattica a distanza come prima conseguenza. Uno spauracchio che alla fine non si è riusciti ad allontanare, perché dove non è arrivata la pandemia è arrivata la relazione di Città Metropolitana, che ha valutato negativamente la stabilità dell’edificio disponendone la chiusura.

Una doccia fredda per tutti, considerando che una parte dei ragazzi arriva anche da fuori regione e che quel “ritorno alla normalità” di cui tanto si è parlato, e si parla, all’atto pratico per loro si allontana. Così per ricordare quello che è stato e mantenere alta l’attenzione dell’opinione pubblica, sono nati due gruppi facebook, “L’Olivieri c’è” e “Salviamo l’istituto Olivieri di Tivoli”.

“Il gruppo nasce con lo scopo di fare chiarezza in merito alla decisione improvvisa di far evacuare e chiudere definitivamente l’istituto Olivieri, a causa della motivazione di Vulnerabilità sismica e staticità”, dicono nel post in cui si spiega il motivo della nascita del secondo gruppo social, sottolineando a più riprese la volontà di fare luce su quanto accaduto e dovrebbe accadere, anche perché oltre le aule ci sono anche delle abitazioni. Insomma va bene chiudere se è per la tutela della salute pubblica ma vedere le carte è una necessità su cui non intendono trattare. Intanto sul tavolo delle proposte avanzate resta quella di utilizzare dei moduli di edilizia scolastica leggera da mettere nel terreno accanto alla caserma dei Vigili del Fuoco di Villa Adriana. Una soluzione-tampone certo, ma salverebbe almeno in parte questo anno scolastico così anomalo.