Tivoli, il Fondo immobiliare torna in Commissione

Come in un grande gioco dell’oca si ritorna sulla casella del via. La storia del Fondo immobiliare che ieri doveva essere votato in consiglio a Tivoli, ha vita più difficile di quello che forse qualcuno poteva pensare. Ieri l’aula, riunita per discutere di questo e molto altro, ha visto lo stesso sindaco, Giuseppe Proietti, prendere la parola per cambiare le carte in tavola: ritiro della delibera e nuovo passaggio in commissione Bilancio, dove in realtà era già transitata. Motivo? La ricerca di una maggiore collegialità su una scelta che andrà a pesare sulle casse pubbliche del presente e molto più su quelle del futuro, quando questa maggioranza a occhio e croce non ci sarà più, almeno non con questo primo cittadino giunto al suo secondo mandato consecutivo.

Una decisione arrivata come un fulmine a ciel sereno per qualcuno ma che Proietti spiega proprio con la necessità di giungere ad un accordo con le opposizioni, che hanno presentato documenti sul tema in ordine sparso. “Il Comune di Tivoli è proprietario di un patrimonio immobiliare considerevole e si è sempre evidenziata la necessità di valorizzarlo anche con un ritorno finanziario. In tutti questi decenni non si è mai fatto concretamente nulla. In un solo caso si è proceduto ad una valorizzazione, con la Acque Albule, per cui il comune ha ceduto il 40% del valore azionario con risultati positivi”, commenta il Sindaco raggiunto telefonicamente.

Tornando al fondo, che una volta costituito avrebbe all’attivo sette pagine di beni di varia entità, tra cui i lastrici solari delle scuole utili all’installazione di pannelli fotovoltaici da cui ricavare energia, aggiunge: “È stata data la possibilità ai comuni di istituire fondi immobiliari, come è successo per Venezia e in provincia di Roma a Civitavecchia, proprio perché i bilanci comunali devono cercare di trarre benefici economici dal proprio patrimonio e dall’altra perché non intervenire configura una sorta di danno erariale: se il comune ha un bene che non produce benefici per la collettività è un danno. Quindi abbiamo pensato di instituirne uno secondo i canoni previsti dalla Banca d’Italia. Naturalmente lo abbiamo fatto in tempi celeri: c’è da approvare il bilancio e vogliamo che questa previsione di costituzione sia già nel Dup (Documento unico di programmazione, ndr) – continua -. Tutto questo, ad onor del vero, ha comportato delle difficoltà di coinvolgimento delle forze politiche anche in consiglio comunale per questo è opportuno raccogliere i suggerimenti di tutti. Questa è una scelta che deve essere la più larga possibile e ho ritenuto di dover sospendere la discussione in consiglio e prendere il contributo di tutti, in modo particolare dell’opposizione. Non hanno avanzato preclusioni alla costituzione del ma fondo è bene che si arrivi alla delibera in tempi brevi”.