Tivoli, caso commissioni: “Ci hanno mandato a quel paese”
Alberto Sordi, ormai tanti anni fa, cantava “Te c’hanno mai mannato a quel paese”, un motivetto che tutti almeno una volta nella vita hanno intonato, tra il serio e il faceto. Un modo per sottolineare qualcosa che non va o semplicemente per smorzare una discussione con un amico. A quel paese, proprio quello della canzone, sono stati mandati anche i membri delle Commissioni del Comune di Tivoli che si sono date appuntamento venerdì mattina. Prima quelle di Bilancio e Ambiente, riunite congiuntamente per valutare un appalto importante nei contenuti e nei numeri, poi quella dell’Urbanistica. L’appalto al centro della riunione è quello da mezzo milione di euro, 550mila per essere precisi, per la manutenzione del verde pubblico, che effettivamente molto bene non sta.
 
A generare la polemica, che ha portato al “fattaccio”, la presentazione della documentazione solo poche ore prima della seduta e non 48 ore (minime) come previsto dalla normativa vigente. Una situazione che non è piaciuta all’opposizione, che ha abbandonato la riunione  chiedendone una nuova per avere tempo di leggere le carte. La questione però si è trascinata fino alla seduta successiva, finendo nella bagarre. “Le leggi? Le regole? Il rispetto? Per qualcuno della maggioranza non esistono!”, ha raccontato sui social il consigliere leghista Andrea Napoleoni. “La maggioranza dei componenti della Commissione Bilancio ha abbandonato la seduta dando piena disponibilità ad una riconvocazione urgente e chiedendo la trasmissione di ulteriore documentazione necessaria per valutare la proposta di delibera. Per tutta risposta siamo stati letteralmente mandati a quel paese! Questi sono i compagni di viaggio di Proietti. Applausi!”.
 
Nessuna replica da parte del Municipio cittadino e in particolare della presidente della Commissione Bilancio, Federica Unisoni, che al momento preferisce non commentare, a differenza della collega di Commissione e di opposizione di Napoleoni, Manuela Chioccia (Pd), che raggiunta telefonicamente per un commento si è detta sgomenta per il trattamento ricevuto e concorde con le rimostranze del consigliere. Sicuramente la questione non finirà così: sia da una parte che dall’altra la promessa è quella di portare il “caso” direttamente in aula alla prima occasione utile.