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Tivoli: alluvionati, i contributi per i danni finiscono in consiglio comunale

Tivoli: alluvionati, i contributi per i danni finiscono in consiglio comunale

Anna Laura Consalvi

Il 14 ottobre 2015 non è un ricordo lontano. Il giorno in cui la marea di acqua e fango si è abbattuta sulla Città dell’Arte colpendo violentemente case e attività commerciali è ancora vivo nella memoria collettiva. Dopo la mobilitazione iniziale ora inizia il braccio di ferro per prendere i contributi promessi e richiesti da parte di chi ha subito danni. Succede così che a seguito dello stanziamento da parte del comune di Tivoli di 150mila euro per aiutare concretamente gli alluvionati arrivino anche le prime richieste di delucidazioni su criteri e modalità di assegnazione. Ma facciamo un passo indietro. Atti alla mano il fondo per le vittime era stato stanziato con una delibera di giunta, la numero 208 del 2015, con cui l’amministrazione Proietti metteva sul piatto i soldi così suddivisi: 1.000,00 euro per nucleo famigliare e 1.500,00 euro per azienda fino ad arrivare ad un massimo di 30.000,00 euro, chiaramente il tutto previa valutazione dei danni subiti.

Il primo dicembre, un mese e mezzo dopo circa, stavolta con una determinazione della Segreteria Generale, viene nominata la commissione esaminatrice composta dall’architetto Giuseppe Petrocchi, presidente della stessa, e dai colleghi Roberto Baccante e Bruno Massucci. Terminato il lavoro arriva, con un comunicato dell’8 gennaio scorso, la graduatoria provvisoria dei beneficiari, in tutto 9 famiglie e 11 imprese, per la quale è possibile fare delle osservazioni o mandare memorie integrative.

A porsi il problema del motivo per cui qualcuno è stato escluso però è Massimiliano Iannilli, consigliere de L’Altra Città a Sinistra e La Città in Comune, che ieri (giovedì, ndr) ha presentato un interrogazione sull’argomento a risposta scritta indirizzata al sindaco, Giuseppe Proietti, e al presidente del consiglio comunale, in cui si chiede sia “il numero complessivo delle istanze pervenute tra famiglie e imprese” che “le ragioni che hanno portato la commissione esaminatrice all’esclusione dalla graduatoria di alcune istanze pervenute”. Le risposte non tarderanno ad arrivare.

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