Home Cronaca Pedaggi, stangata di buon anno sull’A24: per andare da Tivoli a Roma 2,50 euro. “Boicottatela”

Pedaggi, stangata di buon anno sull’A24: per andare da Tivoli a Roma 2,50 euro. “Boicottatela”

Pedaggi, stangata di buon anno sull’A24: per andare da Tivoli a Roma 2,50 euro. “Boicottatela”

Sembra un film già visto, purtroppo, e racconta di un salasso che ripetutamente viene proiettato sugli schermi dei migliori cinema nostrani. La trama è semplice: per far alzare la sbarra del casello della famigerata A24 ci vuole sempre qualche soldo in più e nel 2018, per essere precisi, occorreranno ben 2 euro e 50 centesimi di pedaggio se si parte da Tivoli direzione Capitale. La cifra, decisamente importante, che prevede un rincaro quasi del 13,6% rispetto al 2017, ha fatto balzare sulla sedia gli automobilisti che ogni giorno affrontano traffico e ora pure batoste economiche per andare verso Roma, nella maggior parte dei casi per motivi di lavoro. Così, come accennato sopra, chi deve andare da Tivoli a Roma, prima di uscire dalla manciata di chilometri che separano la sbarra in entrata da quella in uscita, dovrà tirare fuori non più 2 euro e 20 centesimi ma 2 euro e 50 centesimi. Il tratto che va da Castel Madama a Roma, invece, passa da 3 euro e 40 centesimi a 3 euro e 90 centesimi e quello da Vicovaro e Roma da 4 euro e 30 centesimi a 4 euro e 90 centesimi. Le petizioni per riportare la situazione ad una condizione più umana neanche a dirlo si sono moltiplicate e anche le iniziative politiche. A proporre il primo manifesto social il gruppo di Alleanza per Tivoli, che ha esordito con un messaggio piuttosto chiaro “Tartassati”, dedicato ai “pendolari, cornuti e mazziati”. Sulla stessa linea anche il Pd tiburtino, con il segretario Piero Ambrosi: “Se davanti agli insopportabili rincari dei pedaggi autostradali della Roma/L’Aquila/Pescara le istituzioni dovessero alzare ancora una volta bandiera bianca, per via delle convenzioni del passato, allora ai cittadini non resta che una forma di protesta civile: rinunciare all’utilizzo dei caselli autostradali, ingolfare fino alla saturazione le strade consolari da e verso Roma, determinare incolpevolmente il collasso della mobilità ad est di Roma”, dice in una nota. Al piano A, che quindi prevede la possibilità di boicottare l’asfalto d’oro, si aggiunge pure un piano B, forse più percorribile e sicuramente più giusto: “Le istituzioni prevedano misure di compartecipazione ai costi dei pedaggi a carico dei numerosi lavoratori, pendolari tra Roma, la Val d’Aniene e l’Abruzzo, senza vere alternative di viabilità”. alc

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