Stacchini, bomba ecologica e politica. Il caso

Se qualcuno pensava fosse arrivato il giorno della fine per la triste storia dell’ex polverificio Stacchini si sbagliava di grosso. A mettere in discussione la sorte dei 60 ettari di terreno che si trovano a pochi passi dalla via Tiburtina, che secondo il progetto avallato dal Comune di Tivoli dovrebbero diventare un polo logistico, è stata la commissione congiunta Urbanistica-Ambiente del consiglio regionale del Lazio che si riunita ieri pomeriggio. Un ring dove si è consumato un primo match che ha visto contrapposte le ragioni del Municipio cittadino, rappresentato dall’assessore all’Ambiente, Eleonora Cordoni, a quelle dell’associazione Ambiente Trasparente Onlus, che ha chiesto alla Pisana di aprire formalmente un dibattito con l’obiettivo di bloccare il progetto. Nodo del contendere l’aumento della cubatura, che passerebbe da 900mila metri cubi ai 2.100.000, e l’eliminazione dei siti di interesse comunitario che pendono sul terreno, atto propedeutico alla bonifica dell’area in nome dell’interesse pubblico, area passata alla storia per essere diventata negli anni baraccopoli e discarica a cielo aperto. Una soluzione che ha visto infiammare l’aria della seduta di commissione anche per via della presenza dei due consiglieri regionali tiburtini, la leghista Laura Cartaginese e il dem Marco Vincenzi che hanno preso posizioni diverse sulla questione.

La bocciatura di Vincenzi e il tavolo di monitoraggio proposto da Cartaginese

All’ex sindaco di Tivoli, oggi capogruppo del piddì in Regione, la proposta del governo dei civici infatti non è piaciuta per niente e in un lungo intervento ha difeso la posizione dell’associazione, rappresentata da Giorgio Schiavon a cui è spettato l’onore di aprire le danze, legata ad un’altra figura storica della politica locale, Antonio Picarazzi. “C’è un raddoppio della volumetria, l’utilità pubblica dove sta? Il rispetto della legalità passa per l’ottemperanza delle ordinanze da parte della società e l’eliminazione del degrado”, ha commentato Vincenzi entrando a gamba tesa sui dettagli del progetto anche in vista della realizzazione, sempre in quella zona, del futuro Polo ospedaliero tiburtino. Sulla stessa linea il collega pentastellato Valerio Novelli, “In mancanza di fondi adeguati per la bonifica da parte della Regione Lazio il Comune di Tivoli sta tentando di cedere l’area ad un privato che, previa bonifica, costruirebbe un polo industriale. La Regione Lazio non può avallare questa ipotesi ma, al contempo, deve essere vicina all’amministrazione locale per finanziare la bonifica e mettere finalmente sotto tutela l’area”. Diversa la posizione della concittadina che siede all’opposizione del governo Zingaretti, Laura Cartaginese, che ha proposto l’attivazione di un tavolo di monitoraggio per controllare la situazione. “Da quando sono nata ho visto queste periferie nel degrado, bisogna mettere da parte i colori politici e trovare una soluzione nel rispetto del territorio e della legalità e per farlo sarebbe opportuno pensare anche alla creazione di un tavolo di monitoraggio che si riunisca con cadenza periodica e che abbia il compito di controllare passo dopo passo lo sviluppo di tutti i progetti dell’area”, ha commentato in una nota diffusa a margine della riunione. Nota che ha prodotto anche il consiglio regionale stesso anticipando un responso negativo che ora dovrà essere suffragato dai fatti. Responso che sarebbe determinato dalla mancanza del parere del Ministero competente e della Regione stessa che “si prospetta decisamente negativo”. Cosa accadrà adesso non è altrettanto decisamente chiaro.

La replica del Sindaco Proietti: la Regione sapeva e ha avallato il progetto, ci sono i verbali

L’unica certezza, se vogliamo parlare di fatti concreti, è che venerdì il consiglio comunale di Tivoli discuterà proprio della “proposta Stacchini”, in particolare voterà il documento con cui si riconosce la proposta come di “rilevante interesse pubblico” e si invia all’organo deputato, proprio la Regione Lazio, il carteggio per procedere alla VIA (Valutazione di Impatto Ambientale). La palla quindi passerebbe comunque ai piani alti ma lo stesso sindaco, Giuseppe Proietti, raggiunto al telefono oggi, ha tenuto a precisare che in realtà gli uffici regionali non solo conoscono il tema ma hanno anche caldeggiato la soluzione. “Ci sono i verbali delle due conferenze dei servizi, la prima del 2018 in due sedute e la seconda del 2019, fatte proprio su “Stacchini” sulla riqualificazione ambientale e sul Polo logistico”, dice il primo cittadino precisando che erano presenti sia gli uffici dell’urbanistica che quelli delle politiche ambientali e ciclo dei rifiuti e che gli stessi hanno avvallato le proposte fatte. “Se ci vorrà un piano B in caso di bocciatura ce lo dovrà dare la Regione”, conclude. Tornando al consiglio e alla proposta che sarà posta in votazione ipotizzare una mancanza dei numeri da parte della maggioranza che sostiene il governo Proietti 2 è quantomeno difficile da immaginare, vista la solidità granitica del gruppo che non ha mai registrato defezioni dalla notte dei tempi. Capire se l’opposizione cercherà di fermare in qualche modo i colleghi sarà un altro aspetto da valutare: non hanno brillato per coesione e per decisionismo ma questa potrebbe essere la volta buona, considerando anche la frizione interna alla giunta che sarebbe stata determinata dal rifiuto dell’assessore competente, Gianni Innocenti, a farsi promotore della proposta, passata così nella mani e nelle responsabilità della collega Cordoni. Certo è che i comitati cittadini decisamente attivi in zona mal digerirebbero un rimpallo pericoloso per il futuro di una zona già particolarmente compromessa.