Scoppia il caso della cena “nera”, Lombardo: “Non ho partecipato ad alcun saluto fascista”

“Tutto normale?” è la domanda finale del giornalista Paolo Berizzi nella sua rubrica Pietre sul quotidiano Repubblica di oggi dedicata al sindaco di Guidonia Montecelio Mauro Lombardo, e dal titolo “Avambraccio”. Il primo caso ad alta temperatura che il civico si trova a gestire che riguarda direttamente la sua figura. Nella breve nota pubblicata a pagina 25, viene raccontato un incontro organizzato lunedì sera in una enoteca del centro città che sarebbe avvenuto alla presenza di Lombardo, il tutto in odor di neofascismo tra saluti romani e “polo nere”. Il notista per dare il background richiama il lancio di finocchi a Luxuria, l’episodio dal quale d’altronde proprio Lombardo sta cercando di prendere le distanze rafforzando la sua figura manageriale e adesso istituzionale. Tutto lo sforzo finisce nella Terrazza Lanciani? Lombardo è fermo nel commentare che il caso non esiste perché lunedì la serata non è andata in quel modo. “Lunedì sono uscito dall’ufficio al Comune e sono passato a salutare degli amici che si vedevano da Lanciani. Sono salito in terrazza e non sono rimasto più di quindici minuti per poter raggiungere la mia famiglia e cenare a casa con loro”. Lombardo quindi non è rimasto per la serata in terrazza – fatto verificato da chi scrive – e poi smentisce di aver preso parte ad alcun ritrovo neofascista. “In quei quindici minuti che sono rimasto non ho partecipato ad alcun saluto fascista”, non aggiunge altro, d’altronde non mancano le questioni scottanti delle quali andare ad occuparsi, dal Tmb al servizio di riscossione tributi.