Olivieri, la preside: “Ridateci la didattica in presenza”

Giovedì mattina, ore 9 del mattino. Al telefono Anna Vicidomini, dirigente scolastico dell’Olivieri di Tivoli, è già da un bel po’ alle prese con le mail che ininterrotte le arrivano. Per lei, e per la scuola che guida, questo doveva essere l’anno del ritorno alla normalità dopo la patata bollente della Didattica a distanza, ma il destino – e non solo – l’hanno riportata indietro nel tempo. L’edificio, che sorge a due passi dalla Stazione ferroviaria di Tivoli, è rimasto chiuso a causa di seri problemi di stabilità. In sintesi le verifiche condotte dai tecnici di Città Metropolitana, sotto la cui egida si trovano le scuole superiori, l’hanno condannata alla chiusura e alla ricerca di una soluzione alternativa per fare in modo che le lezioni continuino.

Il problema però, oltre ai dubbi sollevati un po’ da tutti sui tempi con cui è arrivata la documentazione, riguarda proprio il tipo di insegnamento che si svolge lì: si tratta infatti di materie che necessitano di laboratori in cui mettere in pratica quello che si impara e questo rende davvero difficile trovare un piano B su due piedi.

La dirigente scolastica: “Servono i moduli laboratoriali”

“Si tratta di una scuola di 5 piani che ora dovrebbe svilupparsi su uno solo – racconta Vicidomini -. Ieri (martedì, ndr), ho fatto un nuovo sopralluogo con il consigliere comunale e consigliere delegato di Città metropolitana, Carlo Caldironi e abbiamo inviato già qualche giorno fa una relazione dettagliata dei laboratori sia a Città Metropolitana stessa che al mio Dirigente. In prima battuta avevamo ipotizzato di spostare le classi nella sede di Guidonia ma le famiglie si sono opposte”. Il problema infatti è anche di natura logistica, visto che il 40% degli alunni che frequentano l’istituto sono pendolari e molti vengono dall’Abruzzo.

“A noi servono moduli laboratoriali – continua Vicidomini – , ma soprattutto chiedo di darmi la didattica in presenza. Questo doveva essere l’anno in cui recuperavo gli allievi, invece ci troviamo così. Ringrazio il Comune per la vicinanza ma trovate una soluzione”.

Nuovo appello del Pd

Nuovo appello anche dal Pd di Tivoli, che in una nota ha rimarcato la necessità di sbrogliare la matassa il prima possibile. “L’ennesimo edificio pubblico Tiburtino che chiude per fatiscenza e degrado. La nostra città cade a pezzi, letteralmente. Il pensiero va subito anche alla Scuola del Gesù, e a tutti gli altri edifici pubblici e comunali, quanti altri sono in queste condizioni? – fanno sapere di dem – Quante altre scuole chiuderanno? Ma soprattutto è normale fare le verifiche di stabilità su un edificio scolastico a pochi giorni dalla riapertura, soprattutto dopo aver avuto mesi di chiusura estiva e addirittura un periodo di chiusura totale per la pandemia? Poi vedi chi amministra Tivoli e chi governa Roma, e quindi la città metropolitana da cui sono direttamente gestiti gli edifici delle scuole superiori, e non è difficile dare una risposta al perché di questo sfacelo”. Polemiche anche sulla soluzione-tampone che prevede il posizionamento di moduli di edilizia scolastica a Villa Adriana, accanto alla caserma dei Vigili del Fuoco. “Inoltre, ovviamente, oltre il danno c’è sempre la beffa: per ovviare alla chiusura dell’edificio saranno posti dei moduli (capannoni prefabbricati), che dovrebbero restare il tempo necessario alla ristrutturazione della scuola. E dove saranno messi? A Villa Adriana, tra la caserma dei vigili del fuoco e la Tiburtina. Praticamente nella zona più congestionata e intasata dal traffico in tutte le ore del giorno ci metteranno una scuola (capannoni) da 700 alunni”, concludono. E la soluzione? Non c’è.