Monterotondo, incubo mensa. Annullata la gara e servizio in modalità pasto domestico

Partirà in modalità pasto domestico il servizio mensa presso le scuole di Monterotondo. L’avvio del tempo pieno è previsto per lunedì 4 ottobre e la refezione scolastica prenderà il via contestualmente in questo modo a causa dell’annullamento della gara d’appalto. Lo comunicano l’amministrazione comunale e le dirigenze dei quattro Istituti della città, alla luce delle problematiche e delle relative valutazioni che stanno caratterizzando l’inizio dell’anno scolastico.

A breve nuovo bando

Non trovano pace le scuole di Monterotondo con il servizio mensa. Dopo i problemi di contaminazione dello scorso anno, il Comune ha deciso nuovamente di intervenire e avviare temporaneamente il servizio mensa in modalità pasto domestico a causa di due questioni tuttora aperte. La prima riguarda l’annullamento della gara d’appalto per l’assegnazione del servizio a un nuovo concessionario. Le competenze in questo caso erano state affidate agli uffici preposti di Città Metropolitana di Roma Capitale. A causa di un sostanziale errore di calcolo in una voce del capitolato, che avrebbe potuto inficiare il regolare esito della gara, il procedimento è stato annullato già prima della scadenza dei termini per la presentazione delle offerte. In questo momento si sta procedendo alla pubblicazione in Gazzetta di un nuovo bando e i tempi saranno più lunghi del previsto per completare le procedure e affidare il servizio al nuovo gestore per il successivo quinquennio. Nelle scorse settimane l’amministrazione ha esplorato la possibilità di un affidamento temporaneo del servizio, ma le indagini di mercato finalizzate ad individuare un possibile fornitore per un tempo limitato non hanno avuto, almeno per il momento, riscontri positivi. Il Comune sta comunque continuando a lavorare per individuare un interlocutore in grado di garantire i previsti standard del servizio e superare, nel più breve tempo possibile, la soluzione temporanea del pasto domestico.
Un altro ostacolo è costituito dalla difficoltà oggettiva degli Istituti comprensivi a completare gli organici del personale docente e di quello scolastico, con conseguente difficoltà a pianificare l’avvio dell’orario a tempo pieno, operazioni per le quali si attendono disposizioni e provvedimenti da parte del Ministero e dell’Ufficio scolastico regionale.

L’impegno dell’amministrazione

“Siamo consapevoli che la soluzione del pasto domestico non è ottimale e che può essere motivo di disagio per molte famiglie – afferma l’assessore alle Politiche educative Matteo Garofoli – posso però assicurare che stiamo esplorando tutte le possibilità alternative per superarla quanto prima, tenendo conto che la nostra prima responsabilità era ed è quella di assicurare serenità, trasparenza, sicurezza e regolarità nella gestione e soprattutto nella fruizione di un servizio così importante e delicato, tanto più dopo le inquietanti vicende dei mesi scorsi delle quali, ad oggi, sono ancora ignoti i moventi e sconosciute le responsabilità”.
Anche il primo cittadino ha assicurato che l’amministrazione è al lavoro per risolvere quanto prima la questione.
“L’impegno che prendiamo è quello di riuscire a superare quanto prima la soluzione temporanea del pasto domestico e tornare ad offrire il servizio mensa con tutte le garanzie possibili – aggiunge il sindaco Riccardo Varone – ringrazio i dirigenti scolastici degli Istituti comprensivi cittadini, coi quali continuiamo a confrontarci in maniera puntuale e costruttiva, per la sintonia e la collaborazione dimostrate in tutte le occasioni e rispetto ad ogni decisione da assumere. Sarà nostra cura fornire alle famiglie ogni informazione utile, anche rispetto ai passaggi amministrativi che verranno adottati da qui alla ripresa del servizio di refezione”.

Critiche dall’opposizione

Già nei giorni scorsi il problema era stato sollevato da Simone Di Ventura, consigliere di opposizione della lista Bene Comune.
“Sicuramente la giunta e il sindaco Riccardo Varone hanno sottovalutato la complessità della gara e i tempi per una sua utile conclusione – ha dichiarato Di Ventura –. Dal momento che fin dal luglio del 2019 sapevano che l’affidamento, già in proroga alla CirFood cooperativa, era scaduto e che avrebbero dovuto bandire una nuova procedura. Nonostante questa evidenza hanno invece aspettato fino al luglio del 2021 per affidare la documentazione della nuova gara alla Sua (Stazione unica appaltante) della Città Metropolitana di Roma, Ente convenzionato con il Comune per istruire e affidare gli appalti. Come mai queste lungaggini, di chi è la colpa?”.
L’ex candidato a sindaco afferma che “tutto è saltato per un errore di calcolo le cui responsabilità sono palleggiate tra il Comune e la Città metropolitana di Roma e che è stato scoperto, guarda caso, dai dirigenti della stessa CirFood durante la fase di preparazione dell’offerta economica. Cioè la stessa cooperativa partecipava di nuovo alla gara e segnalava la anomalia del bando poi annullato in autotutela. Davvero una strana storia su cui, credo, vada fatta chiarezza. Anche a tutela degli operatori impiegati nel servizio mensa, ad oggi una sessantina, coperti dalla clausola sociale nel nuovo appalto da rifare, ma che nella attuale situazione, in buona parte, rischiano un lungo stop senza stipendio”.