Home Cronaca Monterotondo, 19enne uccise il padre: fu legittima difesa. Caso archiviato

Monterotondo, 19enne uccise il padre: fu legittima difesa. Caso archiviato

Monterotondo, 19enne uccise il padre: fu legittima difesa. Caso archiviato

Fu per legittima difesa se, il 19 maggio dello scorso anno, una 19enne durante una colluttazione uccise il padre, a Monterotondo, dopo l’ennesima esplosione di violenza dell’uomo che ancora una volta aveva picchiato la compagna e l’anziana madre cieca, portando ancora una volta in casa il terrore, un clima che si respirava da anni. Caso chiuso per il tribunale di Tivoli, che ha accolto la richiesta di archiviazione avanzata dalla procura nei confronti della giovane donna.

“E’ stato escluso l’omicidio volontario – è la ricostruzione degli elementi che hanno portato il gip all’archiviazione – per assenza di elementi alla luce dei fatti accertati. Quello accaduto appare piuttosto un inatteso epilogo all’esito della condotta violenta dell’uomo. Avendo la ragazza tentato di interrompere l’assalto del padre, appoggiandogli il coltello all’orecchio, si potrebbe configurare al più una condotta imprudente, in quanto, la 19enne, minacciandolo con la lama in un fase di tale concitazione in cui tutti i corpi erano aggrovigliati, e dove erano in atto disperati tentativi di difesa contro l’aggressione dell’ex pugile che a scatti si muoveva qua e là e colpiva la compagna”. Quindi “la ragazza ha commesso il fatto costretta dalla necessità di difendere un diritto proprio od altrui contro il pericolo attuale di un’offesa ingiusta”. L’uomo, infatti, “nel momento in cui è stato ferito era in stato di totale alterazione ed ubriachezza, più violento che mai, con gli occhi spiritati. Già furioso dall’alba, in un evidente crescendo, aveva inseguito le congiunte per strada e le aveva strette a sé costringendole a seguirlo a casa, ma la situazione era degenerata fino a che lui era arrivato a strattonare e stringere con forza il braccio della madre, per poi cominciare a prendersela violentemente con la compagna: messa all’angolo dall’ex pugile che, ben consapevole di come sferrare i colpi, si era addirittura messo in posizione, come avendo davanti a sé dei nemici, non riconoscendo quasi i suoi familiari, senza possibilità alcuna che questi potessero interrompere quell’azione, tanto da far pensare all’indagata, ben consapevole della follia e violenza paterne, che di lì a poco sua madre potesse essere uccisa o gravemente ferita”. 

Perciò “non vi è dubbio alcuno che la ragazza si sia trovata di fronte ad un imminente ed attuale pericolo per la sua vita, per quella della madre e della nonna”. 

Eppure quando ha puntato il coltello non voleva uccidere, come emerso dalla perizia del medico legale: “La causa del decesso è una lesione ad una arteria causata dal coltello, con copiosa emorragia. La natura della ferita e la zona attinta portano ad escludere che vi sia stata intenzionalità nel gesto e che nelle fasi concitate descritte l’uomo si fosse voltato di scatto favorendo la penetrazione della lama”. RedCro

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