Lombardo e Masini al ballottaggio: il ritorno degli ex

È ballottaggio a Guidonia Montecelio tra Mauro Lombardo a capo del Nuovo Polo Civico (35.28%) e Alfonso Masini (27.88%) del centrodestra, il candidato progressista Alberto Cuccuru è fuori per 180 voti mentre l’altro civico Claudio Zarro conquista il 9.58%. Drammatico l’astensionismo, vota il 46.05 % degli aventi diritto, 31.455 elettori, un risultato peggiore rispetto al record negativo del 2017. Un quadro nel quale la città dovrà scegliere il sindaco al secondo turno in una competizione dagli esiti prevedibili. Lombardo è di fatto già primo cittadino, trascina in alto una coalizione con la forza della sua candidatura e dimostra la capacità di raccogliere il 18% di voto di destra con sole due liste civiche: il Biplano con 3.336 voti, 11.359% è la prima forza della coalizione e svetta trainata da sei candidati tutti sopra i 600 voti, dal nome e dalla storia di destra del gruppo di Lombardo. È il risultato del Biplano a tenere bassi i numeri, dall’altro lato del campo, di Fratelli d’Italia che con il 13.6% non fa l’exploit. Ma per Lombardo l’altra spinta decisiva è Città Nuova, 1.997 voti, 6.8%, la lista di fuoriusciti del centrodestra che appartiene al mondo di Eligio Rubeis ed è guidata da Andrea Mazza contribuisce in maniera decisiva a regalare il sogno a Lombardo. Un risultato che vede invertite le posizioni attese nella vigilia quando il quadro più probabile sembrava quello di un centrodestra primo grazie a una performance molto più forte di FdI, e un relativo testa a testa intorno al 30% tra Cuccuru e Lombardo.

Invece un’ora dopo l’inizio dello scrutinio, lunedì pomeriggio, il trend diventa subito chiaro, lo stacco tra Lombardo e gli avversari dei partiti è troppo forte perché possa essere colmato. Così fino alle otto di sera è invece una conta voto per voto tra Alfonso Masini del centrodestra e Alberto Cuccuru del campo progressista per la seconda posizione che va poi a Masini per 189 voti poco più dell’1%. A pochi metri di distanza tra via Roma e via dell’Unione nei due comitati di Lombardo e Cuccuru monta un clima opposto, mentre il centrodestra è sparpagliato tra le sedi dei candidati, Adalberto Bertucci di FdI e Alessandro Messa della Lega con lo stato da separati in casa che perdura anche nel giorno dello scrutinio.

Nella coalizione di Lombardo il risultato sarebbe stato impossibile senza l’entrata in scena del gruppo che fa riferimento all’ex sindaco Eligio Rubeis che vede in testa i quattro candidati a lui vicini: Andrea Mazza (704 voti), Michele Venturiello (460 voti), Arianna Cacioni (403 voti), Anna Mari (304 voti). Quasi il 7% che consegna il divario dai competitors insieme appunto allo straordinario risultato del Biplano che vola (è il caso di dire) sopra l’11% con Tommaso Carnevali primo degli eletti (884 voti), Giuseppe Nardecchia (685), Rosaria Pasqualucci (673), Lucrezia Cataldo (518), Mario Proietti (502) e Veronica Cipriani (446). Se questo blocco della destra da 18% costituisce il cuore pulsante del progetto di Lombardo, la testa è Aldo Cerroni che (non candidato) con Guidonia Domani rappresenta l’altra grande forza interna alla coalizione. La lista prende 2380 voti (8.1%) con Mauro De Santis (537 voti), Maurizio Remoli (490), Alessia Croce (443), Francesca Valeri (230) per citare i più votati. Il resto delle liste è rappresentato da Consenso Civico (946 voti e 3.2%), l’Onda con 705 voti e 2.4%, Polo Civico (84 voti e 0.2%). La lista I Civici con i fuoriusciti del Pd è quinta della coalizione con 905 voti di lista pari al 3.81%. Il primo degli eletti è Rocco Cisano con 544 voti e Paola De Dominicis ex capogruppo Pd, conquista 526 ben 400 in meno delle elezioni 2017 quando è arrivata terza del Pd. Gli ex democratici raggiungono un risultato impolverato e De Dominicis si giocherà, dopo la vittoria di Lombardo, il posto di vicesindaco con Arianna Cacioni. Sul lato delle liste infatti Città Nuova ha avuto un risultato gigantesco rispetto ai numeri dei Civici, ma la De Dominicis ha guadagnato più preferenze della collega. D’altronde la partita di De Dominicis è chiara nei momenti dei festeggiamenti quando arriva Lombardo in sede e la consigliera uscente urla di gioia i risultati (fallimentari) dei cinque stelle, e parlando degli ex compagni di partito assicura che “non avrà pietà”. Il clima è questo, tanto da essere ripresa da Lombardo, “calma” le dice per evitare di guastare il momento di gioia che accomuna la compagine.

Il centrodestra di Alfonso Masini va al ballottaggio con 8.502 voti: Fratelli d’Italia è il primo partito della coalizione, come accade a livello nazionale la formazione della Meloni consacra il sorpasso sulla Lega. FdI si attesta infatti al 13.6% con 4.023 voti grazie alla spinta delle preferenze. Primo indiscusso è Adalberto Bertucci (923), secondo Augusto Cacciamani (657), poi Carmela Marullo del ticket Bertucci (596 voti), quindi Elisabetta Bartone indicata da Mario Pozzi e in ticket con Cacciamani che sta a 568 voti probabilmente fuori in caso di vittoria di Lombardo. Quindi Michele Bianco (374), Marinovici (321) e Tortora (267 preferenze). La Lega tiene grazie ad Alessandro Messa che conquista 887 preferenze (la lista prende 2.319 voti) e quel 7.8% è in linea con la forte contrazione che a livello nazionale vive il partito di Salvini. Seconda è Dalila Milano che era il ticket principale di Messa, poi Anna Di Tella (384), Maurizio Lotti (247), Ugo Fabri (166 voti), Pamela Onorati (164 voti). Regge Forza Italia ormai confinata a meno del 5% ma comunque un risultato che permette a Masini di andare al ballottaggio. La lista azzurra prende 1423 voti (4.8%) e primo è Maurizio Massini (297), Miriam Bufalieri (257), quindi Gianni Tuzi (236). Flop della lista civica del sindaco che si ferma a 489 voti cioè 1.6%. La coalizione soffre dell’uscita del pezzo rubeisiano confluito in Città Nuova e della candidatura di Lombardo che al di là dei disgiunti (che ci sono stati) ha svolto una naturale funzione attrattiva per una parte di elettorato di destra che ha scelto il Biplano.

Meno di 200 voti è quello che segna la sconfitta di Alberto Cuccuru e dei progressisti. Anche qui la fotografia è in linea con il trend nazionale: il Pd è primo partito a livello nazionale, ed è primo partito a Guidonia Montecelio ma nella città così strategica per lo scacchiere del Lazio questo non basta a consegnare a Cuccuru il secondo turno. Se il Pd si attesta al 18.8% (5.530 voti, primo Emanuele Di Silvio con 1.226 preferenze, Simone Guglielmo 1.023, Rossella Nuzzo 956, Mario Lomuscio 917), la deblacle dei cinque stelle causa la sconfitta che non segna nemmeno la possibilità per Cuccuru di andare al ballottaggio. I pentastellati si fermano al 4.6% (1.355 voti e primo è Matteo Castorino con 277 voti mentre il sindaco uscente Michel Barbet non va oltre i 116) e la lista civica porta il 3.2% (Filippo Silvi 369 voti, Antonio Di Giacomo 259), mentre ArticoloUno è allo 0.6% (Claudio Caruso 88 preferenze).

Claudio Zarro è quarto ma prende quasi il 10% con 2.920 voti: Colleverde in Comune (415 voti, 1.4%), Una Nuova Storia (270 voti e 0.9%), In Comune per Zarro sindaco (880 voti e 2.9%),  Guidonia Montecelio Rinasce (483 voti e 1.6%), Villanova La Botte Rinasce (0.6% e 191 preferenze). Essere Guidonia Montecelio (342 voti e 1.1%), Movimento Guidonia (0.6% e 177 voti). Adesso quindici giorni prima del ballottaggio.