La comunicazione torna al centro dell’agenda politica del Paese al lavoro per la definizione in tempi brevi della nuova Legge 150, volta a migliorare sostanzialmente quella in essere applicata poco e male e lontana anni luce dalla situazione attuale dell’informazione da e verso i cittadini. A parlarne questa mattina in una intervista promossa dall’associazione PA Social è stato anche il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega all’informazione e all’Editoria, Andrea Martella, che ha toccato in 30 minuti diversi temi caldi tra cui quello della riforma della legge sempre più necessaria anche dal punto di vista del riconoscimento dei diritti di chi lavora in un ruolo formalmente ancora non riconosciuto. “L’emergenza sanitaria ha fatto emergere l’importanza dell’informazione corretta e affidabile. Io credo che si possa dire che è cresciuto e cresce il ruolo della comunicazione pubblica e del comunicatore pubblico – commenta Martella -. La modernizzazione della legge 150 è un fatto assolutamente utile, è stato predisposto un documento che dopo 20 anni innova quella normativa rimasta per alcuni versi inapplicata. In dieci punti, che dovranno essere approfonditi, prevede di migliorare il rapporto tra PA e i cittadini, di rendere più efficace la pubblica amministrazione e di dare importanza anche alla formazione. Abbiamo sempre più bisogno di un’apertura del palazzo di una minore distanza con i cittadini. Si può lavorare per poterla produrre in tempi rapidi. La pandemia ha accelerato tanti processi, non dobbiamo sprecare occasioni. Tra l’altro si lega la processo di digitalizzazione che stiamo portando avanti”, conclude. La Legge 151 è lo strumento che permetterebbe alla pubblica amministrazione di continuare a lavorare sul processo di apertura ai cittadini e allo stesso tempo darebbe dignità ad un mestiere che ha ancora bisogno, nel 2020, di essere legittimato. Uscire dal Medioevo della comunicazione è possibile.
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