La discarica di Albano resta aperta, l’Inviolata a rischio

La discarica di Albano resta aperta, secondo il Tar del Lazio rispetto alle forti criticità nella chiusura del ciclo dei rifiuti non c’è dimostrazione “che l’attività autorizzata dall’atto impugnato apporti in sé un aggravamento della contaminazione del sito”. Insomma l’emergenza dettata dalla mancanza di siti dove smaltire l’immondizia è sicura ma non le dannose possibili conseguenze di riaprire la discarica di Roncigliano, così i giudici amministrativi del Lazio hanno rigettato il ricorso del sindaco di Albano, Massimiliano Borrelli. Il Tar non ha sospeso cioè gli effetti dell’ordinanza del sindaco di Roma Virginia Raggi che in qualità di sindaco della Città Metropolitana ha imposto di rimettere in funzione il sito dei Castelli.

Un potere, quello della Raggi, frutto della sovrapposizione dei ruoli di sindaco di Roma e di una realtà, la Città Metropolitana, che esiste solo per sistemare i problemi della Capitale senza avere mai realizzato la vocazione normativa per cui è nata, senza cioè avere mai introdotto alcuna reale novità di gestione e miglioramento per i Comuni dell’hinterland. Tant’è che in questo quadro è arrivata la decisione del sindaco cinque stelle quando la Regione era sul punto di commissariare per la mancanza di soluzioni individuate dall’amministrazione capitolina. Alla vigilia delle nuove elezioni amministrative per il Campidoglio la Raggi ha firmato l’ordinanza scatenando un putiferio di reazioni nei territori che stanno ormai già ricevendo i camion con la spazzatura romana. La discarica di Albano era chiusa dal 2016 quando lo stop era arrivato per l’incendio che aveva coinvolto l’impianto di trattamento meccanico biologico connesso alle funzioni della discarica.

Non sono serviti i ricorsi, quindi, per fermare la riapertura e nemmeno le proteste di piazza come quella di fine agosto alla quale ha partecipato anche il sindaco di Guidonia Montecelio Michel Barbet. Erano una decina i sindaci presenti, cinque stelle inclusi, tutti schierati per contrastare il nuovo fronte di attacco che minaccia il territorio della provincia. Il pressing, oltre che su Roma, tra ricorsi e esposti in Procura, investe chiaramente la Regione Lazio, quando Civitavecchia chiuderà l’unica discarica aperta resterà quella di Viterbo. Ecco perché il caso non si ferma ai Castelli ma incombe anche su Guidonia Montecelio, il Tmb è pronto e c’è una discarica chiusa che, sull’onda dell’emergenza, potrebbe tornare utile alla Raggi.

Questa è la paura del sindaco Barbet e dei cinque stelle, questa è la paura del Pd locale. Sul tema dei rifiuti si è di fatto generata la prima vera convergenza tra la maggioranza cinque stelle e i democratici in nome di un accordo sul quale, in base a quanto trapela, si sta lavorando in maniera decisiva in questi giorni. Per evitare un colpo di mano della Raggi vogliono spingere l’acceleratore sulla bonifica della discarica, come d’altronde ai Castelli, è visto come l’unico reale strumento per contrastare possibili operazioni di riapertura. Una partita difficile e il fronte comune sul terreno accidentato dei rifiuti è solo un tassello di un accordo che investe, è chiaro, gli aspetti programmatici e quelli di organigramma, come dicono gli addetti, la redistribuzione cioè di ruoli e competenze. Se ci saranno davvero le condizioni per siglare l’intesa definitiva tra cinque stelle e democratici a Guidonia si capirà nei prossimi giorni: sul tavolo c’è la nascita di un nuovo governo, con l’entrata in Giunta del Pd, e un’alleanza da proporre alle elezioni amministrative sempre più vicine.