Il Lazio approva la legge sulla parità salariale di genere

Il Consiglio regionale del Lazio ha approvato all’unanimità (33 voti) la proposta di legge n. 182 concernente “Disposizioni per la promozione della parità retributiva tra i sessi, il sostegno dell’occupazione e dell’imprenditoria femminile di qualità, nonché per la valorizzazione delle competenze delle donne”, presentata da Eleonora Mattia (Pd) e sottoscritta anche da numerosi altri consiglieri e dal presidente del Consiglio Marco Vincenzi.

Il provvedimento è stato illustrato all’Aula consiliare dalla stessa Mattia, presidente della nona commissione, la quale ha parlato di “una proposta di legge che difende il diritto di tutte e di tutti al lavoro, alla propria dignità. Serve alleanza nel mondo del lavoro – ha detto – urgente per garantire una ripresa che sia sostenibile, paritaria e coraggiosa”. Mattia ha sottolineato come il Lazio sia la prima regione a legiferare su questo tema e ha citato i numeri negativi sull’occupazione femminile, resi ancora più pesanti dal Covid-19. “Questa crisi non è stata uguale per tutti, ha allargato le diseguaglianze, ha colpito i più deboli. Nella pandemia a soffrire di più sono state le donne, i giovani e i precari. Allarmante il bilancio dell’occupazione nel 2020: meno 33 mila donne”, ha aggiunto la presidente della commissione Lavoro.

La nuova legge, composta da 22 articoli, detta disposizioni finalizzate a garantire:

  1. a) il rispetto del principio di parità retributiva tra i sessi e il contrasto ai differenziali retributivi di genere;
  2. b) la permanenza, il reinserimento e l’affermazione delle donne, sia lavoratrici dipendenti che libere professioniste, nel mercato del lavoro;
  3. c) la valorizzazione delle competenze delle donne;
  4. d) la conciliazione dei tempi di vita e dei tempi di lavoro e l’equa distribuzione delle responsabilità di cura familiare;
  5. e) la diffusione di una cultura organizzativa non discriminatoria nelle imprese.

Il provvedimento approvato oggi prevede uno stanziamento regionale di 7,66 milioni di euro per il triennio 2021-2023 che, insieme alle risorse provenienti dalla programmazione comunitaria 2014-2020 (fondi Fse e Fesr), servirà per sostenere molteplici misure multisettoriali destinate ad un’ampia platea di soggetti beneficiari. Tra queste:

– l’istituzione della “Giornata regionale contro le discriminazioni di genere sul lavoro”;

– l’occupazione femminile stabile e di qualità, attraverso contributi per le micro, piccole e medie imprese (MPMI) per la formazione di neoassunte a contratto a tempo indeterminato;

– il reinserimento sociale e lavorativo delle donne vittime di violenza o con disabilità, attraverso contributi da erogare agli enti locali per l’attuazione di progetti di iniziativa degli enti del Terzo settore;

– la riserva a valere sul Fondo del microcredito per le donne in situazioni di disagio sociale, alla quale si aggiungeranno anche le risorse provenienti da soggetti privati (ad esempio, al momento è già previsto un versamento di 90 mila euro per l’anno 2021 da parte del gruppo consiliare regionale del Movimento 5 Stelle) e quelle provenienti dall’utilizzazione dei fondi comunitari della nuova programmazione 2021-2027;

– il sostegno all’accesso al credito delle piccole e medie imprese a prevalente partecipazione femminile e delle lavoratrici autonome, nell’ambito del Fondo di garanzia per le Pmi della legge n. 662/1996;

– l’erogazione di buoni per l’acquisto di servizi di baby-sitting e di caregiver e altre azioni in tema di condivisione delle responsabilità di cura e la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.

Quest’ultima misura prevede buoni erogati per l’acquisto di servizi di baby-sitting per le madri lavoratrici, anche autonome o imprenditrici, per gli undici mesi successivi al periodo di congedo obbligatorio di maternità ovvero al congedo parentale, purché il nucleo familiare abbia un reddito Isee non superiore a 20 mila euro. Tali buoni potranno essere concessi, in via sperimentale, anche ai padri lavoratori che usufruiscono del congedo parentale, in alternativa alla madre lavoratrice.

La nuova legge prevede anche l’istituzione di un “Registro regionale delle aziende virtuose in materia di parità retributiva”, alle quali saranno attribuiti benefici economici e premialità nonché titolo preferenziale “negli appalti pubblici per l’affidamento e l’esecuzione di lavori, servizi e forniture di competenza della Regione o degli enti dalla stessa dipendenti o comunque controllati”, si legge all’articolo tre. In occasione della istituenda “Giornata regionale contro le discriminazioni di genere sul lavoro”, da celebrarsi ogni anno il 7 giugno, verranno premiate le aziende iscritte nel Registro regionale che si saranno particolarmente distinte nell’ambito della riduzione del divario salariale o che abbiano messo in pratica particolari e innovative azioni in materia di parità.