GUIDONIA – Contro gli aumenti dei pedaggi autostradali si alza la protesta anche dei vertici del Centro agroalimentare di via Tenuta del Cavaliere: appello alla Regione perché si apra una trattativa. “Dal primo gennaio – avvertono – grossisti, clienti, fornitori e camionisti attivi del Car con veicoli a quattro ruote di classe B in transito due volte al dì dal casello Settecamini sull’autostrada A24 hanno costi gestionali appesantiti di 20 centesimi al giorno. Il pedaggio per i 7 chilometri che sulla Roma-l’Aquila (16 dalla Tangenziale) vanno dalla rampa del Gra allo svincolo di Settecamini per la Rotonda di Setteville è rincarato da 1 euro a 1,10 cioè del 10 per cento. Il sovraccosto totale supera i 5 euro al mese. Ma poiché la Concessionaria Strada dei parchi annuncia con l’eufemismo “adeguamento tariffario” rincari medi del 3,45% sulla A24, il casello tiburtino (con rincari tripli rispetto alla media) da gennaio è di certo tra i più costosi varchi autostradali al mondo. E’ come se guidando il suo camion sui 7 chilometri di A24 dal Gra al casello Settecamini un fruttivendolo in aree pubbliche dovesse pagar un centesimo ogni 63 metri. E il fatto che per moto e auto nel casello tiburtino i pedaggi siano rimasti uguali a com’erano e fermi a 1 euro, contribuisce a irritare i piccoli imprenditori del fresco: pescivendoli e fruttivendoli dei mercati rionali, coltivatori diretti, pescatori in cooperativa, camionisti, trasportatori e operatori logistici. E’ difficile, con tali premesse, calmare un collega in carne e ossa del dettagliante ipotetico di cui sopra, che ogni giorno fa la spola dal mercato di Val Melaina al Car e viceversa su un furgone, unendosi ai 960.000 ingressi di veicoli che il Car registra in un anno (per circa terzo acquirenti di frutta, verdura e pesce)”.
Il TOP MANAGER PALLOTTINI: “Aumentare i costi di trasporto delle imprese attive nel Car senza una logica seria ed una proporzionalità razionale, ma con un balzello medievale sul passaggio di una bretella di svincolo peraltro costruita a suo tempo proprio da noi del Car – spiega Fabio Massimo Pallottini – non si può definire un’operazione intelligente. Le imprese (anche quelle più solide) che operano nel Car (oltre a 90 box ortofrutticoli e ai 40 dei grossisti ittici sono una quindicina i centri distributivi e le piattaforme logistiche gestite in “diritto di superficie” da gruppi privati di moderna distribuzione organizzata con ampie flotte di autocarri e autoarticolati a 3, 4, 5 o più assi, ndr.) si sono insediate nel comprensorio attrezzato di 140 ettari tra la Tiburtina e l’A24 in base a precisi fattori favorevoli e a vantaggi funzionali concreti. Aumentarne i costi di trasporto inopinatamente significa indebolire il Car nelle attività di impresa che conduce in concorrenza con altri centri simili italiani e esteri. Nella gestione di servizi così importanti per il Lazio, l’Italia, Roma e l’hinterland, la Concessionaria non dovrebbe procedere sentendosi padrona di una infrastruttura che è di proprietà pubblica e la cui utile e recente ristrutturazione è stata finanziata in larga parte da Regione Lazio e Provincia di Roma: azioniste del Centro Agroalimentare Roma. Credo che la manovra tariffaria di Strada dei parchi sia da modificare in un tavolo di trattativa dove il Car ed i suoi portatori di interessi legittimi vedano riconosciuto il peso delle loro esigenze e il valore sociale del loro ruolo. Le imprese piccole, medie e grandi attive nel Car non sono agrumi da spremere. Ho chiesto alla Regione Lazio di intervenire con ragionevole fermezza e di imporre una concertazione che giovi al superiore interesse pubblico”.
E INTANTO SI LANCIANO I PERCORSI ALTERNATIVI. L’ufficio studi della multiutility ha ricevuto un ordine di servizio che chiede una scrupolosa ricognizione dei percorsi alternativi per il traffico su gomma al Centro Agroalimentare Roma. Eccoli: A) Sulla via Tiburtina per un lungo tratto già ampliata, non ci sono pedaggi. Pur incolonnati, in orari lontani da quelli critici, si arriva alla rotonda di Setteville dove hanno sede gli uffici del Car in mezzora da Rebibbia. In orari di punta, è meglio rassegnarsi pazienti all’incolonnamento. B) Un po’ lungo come percorso, ma abbastanza rapida come fluidità di traffico, la connessione tra via Collatina e via di Salone porta alla borgata Case Rosse e poi al Car senza pedaggi di sorta. Ma occorre fare attenzione alle profonde buche stradali e all’asfalto dissestato in lunghi tratti. C) La connessione tra via Nomentana (o la Palombarese e via Casal Bianco) e via di Marco Simone anche la mattina arriva fino alla rotonda di Setteville con speditezza. D) Anche l’Autostrada A1 Milano-Napoli ha un’uscita per Guidonia che – dalla zona Tor de Sordi – porta (dalla vecchia Provinciale 28) alla via Tiburtina ed alla Rotonda di Setteville. E) Per chi non ha veicoli disponibili, si può arrivare al Car anche in autobus, tanto dalla fermata del metrò B di Ponte Mammolo, che da quella successiva di Rebibbia. Le corse dei mezzi sono frequenti e la fermata dei bus alla quale scendere si chiama via “Tenuta del Cavaliere”.
(7 gennaio 2016 – www.lavocedelnordestromano.it)Red
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