“Arrivo nel momento peggiore, è vero. Ma è comunque una bella sfida”. E’ consigliere comunale dalle 17 di questo pomeriggio Elvira Romano che entra dopo le dimissioni di Giuseppe Nardecchia. Imprenditrice, origini ai Castelli e residenza a Villanova, un’azienda attiva tra Guidonia e Roma. Candidata per la prima volta nel 2014, “in ticket con Andrea Mazza” precisa subito, 283 preferenze, è un’azzurra convinta, “sostengo Forza Italia dal primo minuto”. Lunedì ci sarà il consiglio decisivo per l’amministrazione, e Romano sorprende: “Ancora non so se voterò il Bilancio, devo riflettere. Voglio leggere le carte e ascoltare le posizioni”.
Due minuti e via – Davanti all’Aula aspetta che i consiglieri diano il via libera al suo ingresso. Andrea Di Palma è particolarmente silenzioso, ci sono tre dei quattro dissidenti: Stefano Sassano, Anna Maria Vallati e Mario Valeri, manca invece il civico Aldo Cerroni. I tre azzurri votano la surroga insieme ai colleghi, l’assise dura due minuti, le opposizioni non ci sono. Fa un certo effetto vedere le mani alzate nello stesso momento pensando all’appuntamento da mille e una notte di lunedì. Sbrigate le procedure, la nuova consigliera Romano passa tra i banchi e si siede accanto al collega Mazza, dichiarazione di rito e stop, la seduta è conclusa.
Immagini che rendono – C’è la conferenza stampa di Di Palma convocata per domani mattina alle 10 e 30, quindi archiviato il consiglio, si riuniscono nella stanza laterale. La porta aperta nei primi minuti, i consiglieri sciamano dentro, mentre il facente funzioni si allontana in piazza per conferire a tu per tu con Emiliano Petrucci, segreteria politica del sindaco (quello vero, eletto e agli arresti, Eligio Rubeis). Esce il capogruppo azzurro Michele Venturiello, si avvicina alla balaustra per invitare Di Palma a raggiungere il mini conclave, l’oggetto della discussione sono le dimissioni del facente funzioni, chieste pubblicamente proprio da Venturiello qualche giorno fa. Alla domanda, “allora capogruppo ha vinto la sua linea?”, l’avvocato più teso del solito allarga solo le braccia, c’è il voto del silenzio fino a domani mattina. Tant’è, la porta finalmente si chiude e appena fuori a parlare delle elezioni di Roma restano i tre dissidenti, Sassano, Vallati e Valeri: a partecipare neanche ci pensano. Fotografia di una ex maggioranza.
E ora è incognita Mazza – Il primo ad andare via è Alessandro Messa, scende le scale di corsa, “sono uscito dalla maggioranza” e sorride, è solo uno scherzo sia ben inteso, nel clima nero si sdrammatizza così. Il confronto tra le anime rimaste al governo come da previsioni non raggiunge una posizione comune sul passo indietro di Andrea Di Palma che nelle intenzioni dovrebbe servire come apertura per i dissidenti, nella speranza cioè di convincerli ad approvare il Bilancio e magari poi superato lo scoglio lunedì, sempre Di Palma potrebbe ritirarle entro i venti giorni previsti. Il capogruppo di Fratelli d’Italia Alessandro Messa a quanto sembra avrebbe ribadito le stesse resistenze all’idea espresse già un paio di giorni fa (è contrario a sacrificare Di Palma), ma alla fine non toglierà il sostegno politico (e morale?) al suo più stretto alleato. E Forza Italia? Confermata la spaccatura, Venturiello è favorevole, il gruppo di Andrea Mazza no. Le decisioni della componente (cresciuta con l’ingresso di Elvira Romano) si capiranno solo dopo la conferenza stampa del facente funzioni che a questo punto unanimità o meno dovrebbe decidere comunque di dimettersi. E allora, non sono esclusi ulteriori colpi di scena.
Gea Petrini
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